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Revision as of 15:22, 10 March 2024
La logica del linguaggio classico
La logica classica sarà discussa in questo capitolo. Nella prima parte verrà illustrato il formalismo matematico e le regole che lo compongono. Nella seconda parte verrà fornito un esempio clinico per valutarne l'efficacia nel determinare una diagnosi.
In conclusione, è evidente che una logica classica del linguaggio, che ha un approccio estremamente dicotomico (o qualcosa è bianco, o è nero), non può descrivere le tante sfumature che hanno le situazioni cliniche reali.
Come vedremo presto, questo articolo mostrerà che la logica classica manca della necessaria precisione, costringendoci a migliorarla con altri tipi di linguaggi logici.
Introduzione
Ci siamo separati nel capitolo precedente sulla "Logica del linguaggio medico" nel tentativo di spostare l'attenzione dal sintomo o dai segni clinici al linguaggio macchina crittografato per il quale, le argomentazioni di Donald E Stanley, Daniel G Campos e Pat Croskerry sono benvenute, ma connesso al tempo come vettore di informazione (anticipazione del sintomo) e al messaggio come linguaggio macchina e non come linguaggio non verbale)[1][2]
Ciò ovviamente non preclude la validità della storia clinica costruita su un linguaggio verbale pseudo-formale ormai ben radicato nella realtà clinica e che ha già dimostrato la sua autorevolezza diagnostica. Il tentativo di spostare l'attenzione su un linguaggio macchina e sul Sistema non offre altro che un'opportunità per la validazione della Scienza Medico-Diagnostica.
Siamo decisamente consapevoli che il nostro Sapiens Linux è ancora perplesso su ciò che è stato anticipato e continua a chiedersi
«la logica del linguaggio classico potrebbe aiutarci a risolvere il dilemma della povera Mary Poppins?»
(un po' di pazienza, per favore) |
Non possiamo fornire una risposta convenzionale perché la scienza non progredisce con asserzioni che non sono giustificate da domande e riflessioni scientificamente validate; ed è proprio questo il motivo per cui cercheremo di dar voce ad alcuni pensieri, perplessità e dubbi espressi su alcuni temi basilari portati in discussione in alcuni articoli scientifici.
Uno di questi temi fondamentali è la 'Biologia craniofacciale'.
Cominciamo con un noto studio di Townsend e Brook:[3] in questo lavoro gli autori mettono in discussione lo status quo della ricerca sia fondamentale che applicata in "Biologia craniofacciale" per estrarre considerazioni e implicazioni cliniche. Un argomento trattato è stato l'"Approccio interdisciplinare", in cui Geoffrey Sperber e suo figlio Steven hanno visto la forza del progresso esponenziale della "biologia craniofacciale" nelle innovazioni tecnologiche come il sequenziamento genico, la scansione TC, l'imaging MRI, la scansione laser, l'analisi delle immagini , ecografia e spettroscopia.[4]
Un altro argomento di grande interesse per l'implementazione della 'Biologia Craniofacciale' è la consapevolezza che i sistemi biologici sono 'Sistemi Complessi'[5] e che l''Epigenetica' gioca un ruolo chiave nella biologia molecolare craniofacciale. I ricercatori di Adelaide e Sydney forniscono una rassegna critica nel campo dell'epigenetica rivolta, appunto, alle discipline odontoiatriche e craniofacciali.[6] La fenomica, in particolare, discussa da questi autori (vedi Fenomica)) è un campo di ricerca generale che prevede la misurazione dei cambiamenti nei denti e nelle strutture orofacciali associate risultanti dalle interazioni tra fattori genetici, epigenetici e ambientali durante lo sviluppo.[7] In questo stesso contesto, va evidenziato il lavoro di Irma Thesleff di Helsinki, Finlandia. Spiega nel suo lavoro che ci sono una serie di centri di segnalazione transitori nell'epitelio dentale che svolgono ruoli importanti nel programma di sviluppo dei denti.[8] Inoltre ci sono altri lavori, di Peterkova R, Hovor akova M, Peterka M, Lesot H, che forniscono un'affascinante rassegna dei processi che si verificano durante lo sviluppo dentale;[9][10][11] per completezza, non dimentichiamo i lavori di Han J, Menicanin D, Gronthos S e Bartold PM., che esaminano un'ampia documentazione su cellule staminali, ingegneria tissutale e rigenerazione parodontale.[12]
In questa rassegna non potevano mancare argomentazioni sulle influenze genetiche, epigenetiche e ambientali durante la morfogenesi che portano a variazioni nel numero, dimensioni e forma del dente[13][14]e sull'influenza della pressione della lingua sulla crescita e sulla funzione craniofacciale.[15][16] Anche il lavoro straordinario di Townsend e Brook merita una menzione, e il contenuto intrinseco di quanto in esso riportato combacia ugualmente bene con un altro lodevole autore: HC Slavkin. Slavkin[17] afferma che:
- "Il futuro è pieno di opportunità significative per migliorare i risultati clinici delle malformazioni craniofacciali congenite e acquisite. I medici svolgono un ruolo chiave poiché il pensiero critico e il pubblico clinico migliorano sostanzialmente l'accuratezza diagnostica e quindi i risultati clinici sulla salute".
«Capisco il progresso della Scienza descritto dagli autori ma non capisco il cambiamento di pensiero»
(Ti faccio un esempio pratico) |
Nel capitolo "Introduzione" abbiamo posto alcune domande sul tema della malocclusione ma in questo contesto simuliamo la logica del linguaggio medico del dentista di fronte al caso clinico presentato nel "Capitolo introduttivo" con le sue conclusioni diagnostiche e terapeutiche.
Il paziente presenta un morso incrociato unilaterale posteriore e un morso aperto anteriore.[18] Il morso incrociato è un altro elemento di disturbo della normale occlusione[19] per il quale viene trattato obbligatoriamente insieme al morso aperto.[20][21] Questo tipo di ragionamento significa che il modello (sistema masticatorio) è 'normalizzato all'occlusione'; e letto al contrario, significa che la discrepanza occlusale è causa di malocclusione, quindi una malattia del Sistema Masticatorio, e quindi è giustificabile un intervento per ripristinare la fisiologica funzione masticatoria. (Figura 1a).
Questo esempio è il linguaggio logico classico, come spiegheremo in dettaglio, ma ora sorge un dubbio:Nel momento in cui gli assiomi ortodontici e ortognatici stavano costruendo protocolli confermati dalla Comunità Scientifica Internazionale, erano a conoscenza delle informazioni di cui abbiamo discusso nell'introduzione a questo capitolo?
Non certamente, perché il tempo è portatore di informazione e nonostante questo limite cognitivo si procede con una Logica del Linguaggio Classico molto discutibile per l'incolumità del cittadino.
(certo, ma la sequenza logica è già stata anticipata)
Se lo stesso caso fosse interpretato con una mentalità che seguisse una 'logica del linguaggio di sistema' (ne parleremo nell'apposito capitolo), le conclusioni sarebbero sorprendenti.
Se osserviamo le risposte elettrofisiologiche eseguite sul paziente con malocclusione nelle figure 1b, 1c e 1d (con la spiegazione fatta direttamente in didascalia per semplificare la discussione), noteremo che questi dati possono farci pensare a tutto tranne che a una 'Malocclusione ' e, quindi, gli assiomi di tipo ortodontico e ortognatico 'causa/effetto' lasciano un vuoto concettuale.«Fammi capire meglio cosa c'entra la logica del linguaggio classico con esso»
(Lo faremo seguendo il caso clinico della nostra Mary Poppins) |
Formalismo matematico
In questo capitolo, riconsidereremo il caso clinico della sfortunata Mary Poppins affetta da Dolore Orofacciale da più di 10 anni a cui il suo dentista ha diagnosticato un 'Disturbo Temporomandibolare' (TMD) o meglio Dolore Orofacciale da TMD. Per comprendere meglio perché l'esatta formulazione diagnostica rimane complessa con una Logica del linguaggio classico, occorre comprendere il concetto su cui si basa la filosofia del linguaggio classico con una breve introduzione all'argomento.
Proposizioni
La logica classica si basa su proposizioni. Si dice spesso che una proposizione è una frase che chiede se la proposizione è vera o falsa. In effetti, una proposizione in matematica di solito è vera o falsa, ma questa è ovviamente un po' troppo vaga per essere una definizione. Può essere preso, nel migliore dei casi, come un monito: se una frase, espressa con un linguaggio comune, non ha senso chiedersi se è vera o falsa, non sarà una proposizione ma qualcos'altro.
Si può argomentare se le frasi del linguaggio comune siano o meno proposizioni poiché in molti casi non è spesso evidente se una certa affermazione è vera o falsa.
Fortunatamente, le proposizioni matematiche, se ben espresse, non mostrano tali ambiguità».
Proposizioni più semplici possono essere combinate tra loro per formare proposizioni nuove e più complesse. Ciò avviene con l'ausilio di operatori detti operatori logici e connettivi quantificatori che possono essere ridotti ai seguenti[22]:
- Congiunzione, che è indicata dal simbolo (e):
- Disgiunzione, indicata dal simbolo ():
- Negazione, indicata dal simbolo (non):
- Implicazione, indicata dal simbolo (se...solo se):
- Conseguenza, indicata dal simbolo (è una partizione di.....):
- Quantificatore universale, indicato dal simbolo (per tutti):
- Dimostrazione, indicata dal simbolo (così che):
- Adesione, che è indicata dal simbolo (è un elemento di) o dal simbolo (non è un elemento di):
Dimostrazione per assurdità
Inoltre, nella logica classica esiste un principio chiamato terzo escluso che afferma che una proposizione che non può essere falsa deve essere considerata vera poiché non esiste una terza possibilità.
Supponiamo di dover dimostrare che la proposizione è vero. La procedura consiste nel dimostrare che l'assunzione che è falso porta a una contraddizione logica. Così la proposizione non può essere falso, e quindi, secondo la legge del terzo escluso, deve essere vero. Questo metodo di dimostrazione è chiamato dimostrazione per assurdo.[23]
Predicati
Ciò che abbiamo brevemente descritto finora è la logica delle proposizioni. Una proposizione afferma qualcosa su oggetti matematici specifici come: "2 è maggiore di 1, quindi 1 è minore di 2" o "un quadrato non ha 5 lati, quindi un quadrato non è un pentagono". Molte volte, però, le affermazioni matematiche non riguardano il singolo oggetto, ma oggetti generici di un insieme quali: ' sono più alti di 2 metri 'dove denota un gruppo generico (ad esempio tutti i giocatori di pallavolo). In questo caso si parla di predicati.
Intuitivamente, un predicato è una frase che riguarda un insieme di elementi (che nel nostro caso medico saranno i pazienti) e che afferma qualcosa su di essi.
«Allora la povera Mary Poppins è una malata di TMD oppure no!»
(vediamo cosa ci dice la logica del linguaggio classico) |
2° Approccio Clinico
(Passa il mouse sopra le immagini)
Proposizioni nel contesto odontoiatrico
Mentre cerchiamo di utilizzare il formalismo matematico per tradurre le conclusioni raggiunte dal dentista con il linguaggio logico classico, consideriamo i seguenti predicati:
- x Pazienti normali (normale sta per pazienti comunemente presenti in ambito specialistico)
- Rimodellamento osseo con osteofito da esame stratigrafico e TC condilare; e
- Disturbi Temporo-Mandibolari (DTM) con conseguente dolore orofacciale (OP)
- Paziente specifico: Mary Poppins
Qualsiasi paziente normale che risulti positivo all'esame radiografico dell'ATM [Figure 2 e 3] è affetto da TMD ; da ciò ne consegue che essendo Mary Poppins positiva (ed essendo anche una paziente "Normale") alla radiografia dell'ATM allora anche Mary Poppins è affetta da TMD . Il linguaggio dei predicati si esprime nel modo seguente:
.
A questo punto, si deve anche considerare che la logica dei predicati non viene utilizzata solo per dimostrare che un particolare insieme di premesse implica una particolare evidenza . Viene anche utilizzata per dimostrare che una particolare affermazione non è vera, o che un particolare pezzo di la conoscenza è logicamente compatibile/incompatibile con una particolare evidenza.
Per provare che questa proposizione è vera dobbiamo usare la suddetta dimostrazione per assurdità. Se la sua negazione crea una contraddizione, sicuramente la proposta del dentista sarà vera:
.
"" afferma che non è vero che coloro che risultano positivi alla TC dell'ATM hanno i DTM, quindi Mary Poppins (paziente normale positivo alla TC dell'ATM) non è affetta da DTM.
Il dentista ritiene che l'affermazione di Mary Poppins (che non ha la DTM in base a queste premesse) sia una contraddizione, quindi l'affermazione principale è vera.
Proposizioni nel contesto neurologico
Immaginiamo che il neurologo non sia d'accordo con la conclusione e affermi che Mary Poppins non è affetta da DTM o che almeno non è la causa principale del Dolore Orofacciale ma che, piuttosto, è affetta da un Dolore Orofacciale neuromotorio (nOP), quindi che non appartiene al gruppo dei 'pazienti normali' ma è da considerarsi un 'paziente aspecifico' (non comune in ambito specialistico odontoiatrico).
Ovviamente, questa dialettica durerebbe indefinitamente perché entrambi difenderebbero il loro contesto scientifico-clinico ma vediamo cosa succede nella logica dei predicati.
La dichiarazione del neurologo sarebbe del tipo:
.
"" significa che ogni paziente con TMJ CT positivo of TMJ potrebbe non essere affetto da DTM. Per provare che questa proposizione è vera, dobbiamo usare ancora una volta la suddetta dimostrazione per assurdità. Se la sua negazione crea una contraddizione, sicuramente la proposizione del neurologo sarà vera:
.
«allora il dentista trionfa!»
(non darlo per scontato) |
Compatibilità e incompatibilità delle affermazioni
La complicazione sta nel fatto che il dentista presenterà una serie di affermazioni come referti clinici come la stratigrafia e la TC dell'ATM che indicano un appiattimento anatomico dell'articolazione, l'assiografia dei tracciati condilari con una riduzione della convessità cinematica e un tracciando un pattern di interferenza EMG in cui viene evidenziato un pattern asimmetrico sui masseteri. Queste affermazioni possono essere facilmente considerate una concausa del danno all'articolazione temporo-mandibolare e, quindi, responsabili del 'Dolore orofacciale'.
Documenti, referti ed evidenze cliniche possono essere utilizzati per rendere incompatibile l'affermazione del neurologo e compatibile la conclusione diagnostica del dentista. Per fare ciò dobbiamo presentare alcune regole logiche che descrivono la compatibilità o incompatibilità della logica del linguaggio classico:
- Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente compatibili se, e solo se, l'unione tra loro è coerente.
- Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente incompatibili se, e solo se, l'unione tra loro è incoerente.
Proviamo a seguire questo ragionamento con esempi pratici:
Il collega dentista espone la seguente frase:
: Seguendo le tecniche personalizzate suggerite da Xin Liang et al.[28] che si concentra sull'analisi microstrutturale quantitativa della frazione del valore osseo, del numero trabecolare, dello spessore trabecolare e della separazione trabecolare su ogni fetta della TC di un'ATM, sembra che Mary Poppins sia affetta da Disturbi Temporomandibolari (DTMs) e la conseguenza provoca dolore orofacciale.
A questo punto, però, la tesi va confermata con ulteriori accertamenti clinici e di laboratorio, ed infatti il collega produce una serie di asserzioni che dovrebbero superare il filtro di compatibilità come sopra descritto, ovvero:
Rimodellamento osseo: L'appiattimento delle tracce assiografiche evidenziato in figura 5 indica il rimodellamento articolare dell'ATM destra di Mary Poppins, tale referto può essere correlato ad una serie di ricerche e articoli che confermano come la malocclusione possa essere associata a cambiamenti morfologici delle articolazioni temporo-mandibolari, specie se associate all'età in quanto la presenza di una malocclusione cronica può peggiorare il quadro del rimodellamento osseo.[29] Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'asserzione.
Sensibilità e specificità della misura assiografica: È stato condotto uno studio per verificare la sensibilità e la specificità dei dati raccolti da un gruppo di pazienti affetti da patologie dell'articolazione temporo-mandibolare con un sistema assiografico ARCUSdigma;[30] ha confermato una sensibilità dell'84,21% e una sensibilità del 92,86% rispettivamente per l'ATM destra e sinistra e una specificità del 93,75% e del 95,65%.[31] Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'affermazione nel contesto dentale proprio per la coerenza degli studi correlati.[32]
Alterazione percorsi condilari: Urbano Santana-Mora e coll.[33] hanno valutato 24 pazienti adulti affetti da grave dolore cronico unilaterale diagnosticato come Disturbi Temporomandibolari (TMD). Sono stati valutati i seguenti fattori funzionali e dinamici:
funzione masticatoria; rimodellamento dell'ATM o della via condilare (CP); e movimento laterale della mascella o della guida laterale (LG).
I CP sono stati valutati utilizzando l'assiografia convenzionale e l'LG è stato valutato utilizzando il tracciato kinesigrafico;[34] Diciassette (71%) dei 24 (100%) pazienti mostravano costantemente un lato della masticazione abituale. La deviazione media e standard degli angoli CP era 47,90
± 9,24) gradi. La media degli angoli LG era 42,95
± 11,78 gradi.
La raccolta dei dati è emersa dalla concezione di un nuovo paradigma TMD in cui il lato colpito potrebbe essere il solito lato masticatore, il lato in cui l'angolo cinematico laterale mandibolare era più piatto. Questo parametro può anche essere compatibile con l'affermazione dentale.
Schema di interferenza EMG: M.O. Mazzetto e coll.[35] ha mostrato che l'attività elettromiografica dei muscoli temporali anteriori e del massetere era positivamente correlata con l'"indice craniomandibolare", indicizzato (CMI) con uno e suggerendo che l'uso di CMI per quantificare la gravità dei TMD ed EMG per valutare il muscolo masticatorio funzione, può essere un importante elemento diagnostico e terapeutico. Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'asserzione.
?
Ovviamente, il collega dentista potrebbe continuare all'infinito a pronunciare le sue dichiarazioni, indefinitamente.
Ebbene, tutte queste affermazioni sembrano coerenti con la frase inizialmente descritto, per cui il collega dentista si sente giustificato nel dire che l'insieme delle frasi , ed un numero di altre asserzioni o dati clinici positivi sono logicamente compatibili in quanto l'unione tra loro è coerente.
«Seguendo la logica del linguaggio classico, il dentista ha ragione!»
(Sembrerebbe così! ma attenzione, solo nel proprio contesto dentale!) |
Questa affermazione è così vera che lo potrebbe essere infinitamente esteso, allargato abbastanza da ottenere uno che gli corrispondente ad un significato infinito, purché rimanga limitato nel suo contesto; eppure, potrebbe non avere nessun valore di significatività in altri contesti come, per esempio, quello neurologico.
Considerazioni finali
In una prospettiva di osservazione di questo tipo, la Logica dei predicati non può che fortificare il ragionamento del dentista e, al tempo stesso, rafforzare il principio del terzo escluso: il principio è rafforzato dalla compatibilità delle affermazioni aggiuntive che garantiscono al dentista una completa coerenza nella diagnosi e nella conferma della frase : La povera Mary Poppins o è affetta da TMD, oppure no.
«e se, con l'avanzare della ricerca, si scoprissero nuovi fenomeni che darebbero ragione al neurologo, invece del dentista?»
|
In sostanza, data la compatibilità delle asserzioni affermare coerentemente che il Dolore Orofacciale è causato da un Disturbo Temporomandibolare potrebbe diventare incompatibile se un'altra serie di asserzioni si dimostrasse coerente: ciò renderebbe compatibile una diversa frase , la seguente: la povera Mary Poppins potrebbe soffrire di Dolore Orofacciale determinato da un Disturbo Neuromotorio (nOP) e non direttamente da Disordini Temporomandibolari?
Nell'attuale logica del linguaggio medico, tali affermazioni restano solo affermazioni perché le convinzioni e le opinioni non consentono un conseguente e rapido cambio di mentalità.
Inoltre, tenendo conto del rischio che questo cambiamento comporta, infatti, si potrebbe prendere in considerazione un recente articolo sull'epidemiologia dei disturbi Temporo-Mandibolari[36] in cui gli autori confermano che, nonostante le differenze metodologiche e di popolazione, il dolore nella regione temporo-mandibolare appare relativamente comune, presente in circa il 10% della popolazione; si può quindi oggettivamente essere indotti ad ipotizzare che la nostra Mary Poppins possa essere inclusa nel 10% dei pazienti citati nello studio epidemiologico, e contestualmente essere classificata come paziente affetta da Dolore Orofacciale da Disturbi Temporomandibolari (DTM).
In conclusione, è evidente che una logica classica del linguaggio, che ha un approccio estremamente dicotomico (o bianco o nero), non può rappresentare le tante sfumature che si verificano nelle situazioni cliniche reali.
Bisogna trovare una logica linguistica più conveniente e adatta...
.«possiamo allora pensare a una logica del linguaggio probabilistico?»
(forse) |
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