Introduzione test
Abstract: Il sistema masticatorio, che comprende denti, occlusione, muscoli, articolazioni e sistema nervoso centrale, è oggi sempre più compreso come un sistema complesso, anziché un semplice meccanismo biomeccanico. Questo cambiamento di prospettiva riflette le fasi di evoluzione dei paradigmi scientifici descritte da Thomas Kuhn, secondo cui le anomalie nei modelli tradizionali innescano la necessità di nuovi paradigmi interpretativi. In Masticationpedia, questo approccio si concretizza in un nuovo modello diagnostico e terapeutico, che si concentra su "Dismorfismi Occlusali" piuttosto che sul concetto tradizionale di "malocclusione".
Recenti progressi nei test elettrofisiologici, come i potenziali evocati motori e i riflessi della mandibola, hanno evidenziato la presenza di una simmetria funzionale del sistema masticatorio, anche in pazienti con discrepanze occlusali. Tali risultati mettono in discussione la comprensione classica della malocclusione e suggeriscono che le dinamiche neuromuscolari svolgono un ruolo determinante nel mantenimento della funzione masticatoria. Di conseguenza, si rendono necessarie diagnosi di tipo interdisciplinare che considerino, simultaneamente, i fattori occlusali e quelli neuromuscolari, per formulare terapie efficaci e personalizzate.
Questo cambiamento di paradigma ha importanti implicazioni anche per le terapie riabilitative esistenti, come ortodonzia e protesi, le quali si sono storicamente concentrate sul raggiungimento della stabilità occlusale. Invece, considerare il sistema masticatorio come un sistema complesso richiede un approccio più integrativo, in grado di includere anche aspetti neurofisiologici ed estetici, allo scopo di prevenire recidive e raggiungere una stabilità funzionale duratura. Il campo emergente dei trattamenti OrthoNeuroGnathodontici rappresenta un esempio concreto di questo approccio interdisciplinare, offrendo soluzioni innovative per la gestione dei disturbi masticatori.
Guardando il sistema masticatorio attraverso la lente della scienza della complessità, l’odontoiatria può ampliare il proprio orizzonte teorico e clinico sulla stabilità e sulla disfunzione occlusale. Ciò potrebbe condurre all’adozione di nuovi paradigmi terapeutici, finalizzati a migliorare gli esiti clinici per i pazienti. Questo nuovo modello non si pone in contrapposizione ai trattamenti tradizionali, ma mira ad arricchirli, integrando una prospettiva clinica e scientifica più ampia e coerente con l’evoluzione contemporanea della scienza riabilitativa masticatoria.
Ab ovo [1]
Prima di addentrarci nell’analisi specifica di Masticationpedia, è opportuno introdurre alcune considerazioni preliminari, in particolare riguardo a due dimensioni fondamentali – sociale e scientifico-clinica – che caratterizzano sia l’epoca attuale che quella immediatamente precedente.
Le fasi del cambiamento di paradigma secondo Thomas Kuhn
Negli ultimi cento anni, le innovazioni tecnologiche e metodologiche[2] sono aumentate in modo esponenziale, soprattutto nel campo odontoiatrico. Questi sviluppi hanno inciso profondamente su decisioni cliniche, scuole di pensiero e principi guida, con l’obiettivo esplicito di migliorare la qualità della vita, come affermato nella "Scienza dell’Esposizione nel XXI Secolo".[3] Tuttavia, questa crescita esponenziale ha generato anche una serie di ambiguità concettuali – vere e proprie "controindicazioni" – spesso trascurate ma capaci di mettere in discussione molte certezze scientifiche, rendendole più probabilistiche.[4]
Queste contraddizioni della realtà sociale, scientifica e clinica – solo apparentemente inconciliabili – si riveleranno alla fine complementari. Tale transizione si iscrive nel concetto di "progresso della scienza" secondo l’interpretazione epistemologica di Kuhn.
Nella sua opera più nota, Thomas Kuhn sostiene che la scienza non progredisce in modo lineare, ma attraverso fasi distinte e cicliche, che riflettono le dinamiche della comunità scientifica.[5] Secondo Kuhn, ogni fase è governata da un paradigma, ovvero un insieme di assunti teorici condivisi che guidano la ricerca. Le fasi sono collegate da periodi di crisi che, quando le anomalie accumulate diventano insormontabili, portano alla sostituzione del paradigma dominante con uno nuovo.
Le fasi di Kuhn in Odontoiatria
Thomas Kuhn descrive cinque fasi nella vita di un paradigma scientifico. Ai fini del progetto Masticationpedia, si prenderanno in esame le tre più rilevanti:
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Kuhn attribuisce priorità all’expertise disciplinare, ma ciò contrasta con la crescente interdisciplinarità della scienza contemporanea. Di conseguenza, si rende necessaria una riflessione più approfondita su tale tensione epistemologica.
Epistemologia
Il cigno nero simboleggia uno dei problemi storici dell'epistemologia: se tutti i cigni che abbiamo visto finora sono bianchi, possiamo decidere che tutti i cigni sono bianchi? | |
Kuhn ha usato illusioni ottiche per dimostrare come un cambiamento di paradigma possa far percepire a una persona le stesse informazioni in modo completamente diverso. |
Epistemologia (dal greco ἐπιστήμη, epistēmē, "conoscenza certa" o "scienza" e λόγος, logos, "discorso") è il ramo della filosofia che indaga le condizioni di validità della conoscenza scientifica e i metodi attraverso cui essa si struttura e si giustifica.[6] Nei contesti anglosassoni, epistemologia è spesso usato come sinonimo di teoria della conoscenza (gnoseologia).
Il cuore del problema epistemologico, oggi come ai tempi di David Hume,[7] è la questione della verificabilità. Ogni teoria è sempre, in linea di principio, confutabile.
Consideriamo: “Se una persona ha TMD, allora sperimenta dolore orofacciale.” La logica proposizionale esprime questo come . L’implicazione è vera se:
– la persona non ha TMD (), a prescindere dal dolore;
– ha TMD e dolore ().
È falsa solo se ha TMD ma nessun dolore ().
Questo implica che nessuna teoria è mai definitivamente vera: possiamo raccogliere infiniti esempi che la confermano, ma basta un singolo caso contrario per confutarla.[8]
Ma non è tutto così ovvio... |
... perché l’epistemologia, anche in medicina, è in continua evoluzione.
Interdisciplinarità
Una visione affrettata potrebbe far pensare a un conflitto tra l’approccio disciplinare del "Paradigma Fisico della ScienzaIl \"Paradigma Fisico della Scienza\" rappresenta l’approccio dominante nelle scienze naturali, basato su modelli deterministici, misurabilità rigorosa e riproducibilità sperimentale. Questo paradigma cerca di isolare le variabili e costruire leggi universali, ma trova limiti quando applicato a sistemi complessi come il cervello o la funzione masticatoria." e quello integrato del "Paradigma Ingegneristico della ScienzaIl \"Paradigma Ingegneristico della Scienza\" enfatizza la risoluzione di problemi complessi attraverso strumenti tecnologici, collaborazione interdisciplinare e adattabilità. È orientato alla funzionalità e alla modellazione flessibile, ed è particolarmente utile in medicina, dove le condizioni non sono sempre riproducibili e la risposta del sistema è spesso non lineare.". Tuttavia, questi approcci non sono in contrasto, bensì complementari. La loro integrazione costituisce ciò che qui chiamiamo "Innovazione Paradigmatica".
Questa innovazione si manifesta nella transizione da modelli statici e lineari verso modelli dinamici, adattivi e interdisciplinari. Come descritto nell’articolo "Scientific basis of dentistry" di Yegane Guven[9], il progresso dell’odontoiatria oggi è guidato non solo da scoperte incrementalmente innovative, ma da veri e propri salti concettuali che ridefiniscono il ruolo del clinico come decisore sistemico.
Il concetto di "Innovazione Paradigmatica" implica un cambiamento culturale oltre che tecnico, che si estende a tutte le fasi dell’attività clinica: dalla diagnosi alla terapia, fino alla gestione delle recidive. Questo approccio si allinea con la crescente richiesta, a livello europeo e internazionale, di ricerche interdisciplinari (IDR) capaci di integrare le scienze naturali, sociali e computazionali in un unico orizzonte operativo.[10]
Malocclusione Dentale
Il termine "malocclusione" deriva dal latino "malum" (cattivo) e "occludere" (chiudere), e viene usato per indicare una chiusura dentale considerata scorretta. Tuttavia, il concetto si presenta ambiguo, soprattutto se valutato solo dal punto di vista occlusale.
Una ricerca per "malocclusione" su PubMed restituisce oltre 30.000 articoli[11], mentre la ricerca per "diagnosi interdisciplinare della malocclusione" ne mostra soltanto quattro[12], rivelando un divario notevole nella letteratura. Ciò suggerisce che il termine "malocclusione" sia ancora fortemente legato a un paradigma unidimensionale.
Secondo Smaglyuk e colleghi[13], la corretta diagnosi delle malocclusioni richiede un approccio sistemico e multidisciplinare, specialmente nei bambini. I sistemi craniofacciali in via di sviluppo sono infatti influenzati da variabili posturali, neurologiche e psicologiche.
Un caso clinico di malocclusione con morso incrociato posteriore unilaterale e morso aperto anteriore viene di solito trattato con ortodonzia o chirurgia ortognatica.[14] Tuttavia, in alcuni casi, come mostrato nell’esempio che segue, il paziente può riferire una funzione masticatoria soddisfacente, rifiutando l’intervento terapeutico proposto. Ciò introduce una riflessione sulla dissociazione tra evidenza occlusale e funzione neuromuscolare.
Queste evidenze elettrofisiologiche pongono interrogativi sull’effettiva relazione tra morfologia occlusale e funzionalità. Di conseguenza, si propone l’adozione del termine "Dismorfismi Occlusali", più neutro e coerente con l'approccio multidimensionale.
Conclusione
Il sistema masticatorio va interpretato come un "Sistema Complesso"[15], costituito dall’interazione dinamica di denti, occlusione, articolazioni, muscoli, sistema nervoso centrale e periferico. All’interno di tale rete, l’occlusione è solo una delle tante componenti, e non può essere isolata senza perdere il significato funzionale del sistema.
Questa prospettiva consente di comprendere fenomeni come il "Comportamento EmergenteIl **periodo silente masseterino** (MSP) è un esempio di comportamento emergente: un’interruzione transitoria dell’attività elettrica del massetere indotta da stimoli meccanici al mento. Riflette un’integrazione centrale complessa che modula le risposte neuromotorie attraverso unità sinaptiche e percorsi trigeminali. Il comportamento emergente non deriva da un singolo stimolo, ma dall’interazione non lineare di più fattori fisiologici e neurologici.", dove il comportamento del sistema nel suo insieme non può essere ridotto alla somma delle sue parti.
Kazem Sadegh-Zadeh, nella sua opera "Handbook of Analytic Philosophy of Medicine"[16], ha mostrato come una prospettiva sistemica sia fondamentale per affrontare la complessità della medicina moderna.
Alla luce di ciò, il termine "malocclusione" si rivela inadeguato. Parlare di "Dismorfismi Occlusali" permette di includere la coerenza funzionale rilevata nei test elettrofisiologici, restituendo centralità al ruolo del sistema nervoso trigeminale.
Questo approccio, che trova espressione nei trattamenti OrthoNeuroGnathodontici, integra valutazioni estetiche e neurofisiologiche, puntando a una vera "Stabilità Occlusale" e a una minore incidenza di recidive.[17][18]
Nel frattempo, Linus Sapiens – la nostra curiosa mascotte – ci ricorda di non dare mai per scontato ciò che sappiamo, e di restare sempre aperti a nuovi modelli e interpretazioni.
Cosa intendiamo per “Sistemi Complessi” quando parliamo di funzioni masticatorie? |
- ↑ Latino per 'sin dall'inizio'
- ↑ Heft MW, Fox CH, Duncan RP, «Assessing the Translation of Research and Innovation into Dental Practice», in JDR Clin Trans Res, 2019».
DOI:10.1177/2380084419879391 - ↑ «Exposure Science in the 21st Century. A Vision and a Strategy», National Research Council».
- ↑ Liu L, Li Y, «The unexpected side effects and safety of therapeutic monoclonal antibodies», in Drugs Today, 2014».
DOI:10.1358/dot.2014.50.1.2076506 - ↑ Kuhn TS, «The Structure of Scientific Revolutions», University of Chicago Press, 2012».
- ↑ Il termine fu coniato dal filosofo scozzese James Frederick Ferrier nel suo Institutes of Metaphysic (1854).
- ↑ Srivastava S, «Verifiability is a core principle of science», in Behav Brain Sci, 2018».
- ↑ Evans M, «Measuring statistical evidence using relative belief», in Comput Struct Biotechnol J, 2016».
- ↑ Guven Y, «Scientific basis of dentistry», in J Istanb Univ Fac Den, 2017».
- ↑ Boon M, Van Baalen S, «Epistemology for interdisciplinary research - shifting philosophical paradigms of science», in Eur J Philos Sci, 2019».
- ↑ Pubmed, Malocclusion
- ↑ Pubmed, diagnosi interdisciplinari delle malocclusioni
- ↑ Smaglyuk LV, Voronkova HV, Karasiunok AY, Liakhovska AV, Solovei KO, «Interdisciplinary approach to diagnostics of malocclusions (review)», in Wiad Lek, 2019».
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- ↑ https://en.wikipedia.org/wiki/Complex_system
- ↑ Sadegh-Zadeh Kazem, «Handbook of Analytic Philosophy of Medicine», Springer, 2012».
- ↑ Essam Ahmed Al-Moraissi, Larry M Wolford. La Rotazione Antioraria del Complesso Maxillomandibolare è Stabile Rispetto alla Rotazione Oraria nella Correzione delle Deformità Dentofacciali? Una Revisione Sistematica e Meta-Analisi. J Oral Maxillofac Surg. 2016 Ott;74(10):2066.e1-2066.e12.
- ↑ J Hoffmannová, R Foltán, M Vlk, K Klíma, G Pavlíková, O Bulik. Fattori che influenzano la stabilità dell'osteotomia sagittale bilaterale del ramo della mandibola. Prague Med Rep. 2008;109(4):286-97.
particularly focusing on the field of the neurophysiology of the masticatory system