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:{{q2|La proposizione di considerare il sistema masticatorio come un "Sistema Complesso" non implica la negazione delle terapie riabilitative esistenti, come quelle protesiche, ortodontiche e ortognatiche, destinate a correggere le disfunzioni masticatorie. Al contrario, questo approccio innovativo mira a reintegrare e arricchire le conoscenze mediche nelle discipline odontoiatriche riabilitative, fornendo una prospettiva alternativa al riduzionismo scientifico che tende a interpretare i fenomeni biologici in maniera eccessivamente deterministica.|}}
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Adottare una visione che supera i limiti delle singole specializzazioni, come evidenziato nell'importanza dell'interdisciplinarità, è cruciale per arricchire i modelli diagnostici e terapeutici in odontoiatria. Questo approccio è esemplificato nel caso clinico di un paziente trattato con la metodologia OrthoNeuroGnathodontic, che offre una panoramica integrata del sistema masticatorio, combinando aspetti estetici e funzionali-neurofisiologici. Questo modello interdisciplinare mira a raggiungere la "Stabilità Occlusale" e a prevenire le "Recidive", particolarmente rilevanti nei trattamenti ortodontici e ortognatici..<ref>{{cita libro  
Adottare una visione che supera i limiti delle singole specializzazioni, come evidenziato nell'importanza dell'interdisciplinarità, è cruciale per arricchire i modelli diagnostici e terapeutici in odontoiatria. Questo approccio è esemplificato nel caso clinico di un paziente trattato con la metodologia OrthoNeuroGnathodontic, che offre una panoramica integrata del sistema masticatorio, combinando aspetti estetici e funzionali-neurofisiologici. Questo modello interdisciplinare mira a raggiungere la "Stabilità Occlusale" e a prevenire le "Recidive", particolarmente rilevanti nei trattamenti ortodontici e ortognatici.<ref>{{cita libro  
  | autore = Al-Moraissi EA
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  | autore2 = Wolford LM
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Revision as of 09:06, 24 March 2024

Introduzione

Riassunto

L'introduzione di Masticationpedia offre un'analisi profonda e complessa su temi che abbracciano l'evoluzione della scienza, focalizzandosi in particolare sulla medicina e l'odontoiatria. Si inizia esaminando la trasformazione epistemologica della scienza attraverso le lenti dei paradigmi di Kuhn, con particolare enfasi sull'importanza dei cambiamenti paradigmatici che la scienza, inclusa l'odontoiatria, ha sperimentato e continua a sperimentare.

Il documento delinea le fasi di cambiamento paradigmatico proposte da Kuhn, applicandole al campo dell'odontoiatria, dove si evidenzia una crisi paradigmatica che richiama alla necessità di un'evoluzione verso nuovi paradigmi, specialmente nella riabilitazione masticatoria. La discussione si estende all'epistemologia, considerando come la scienza acquisisca conoscenze e affronti il problema della verificabilità delle teorie scientifiche. Viene posto un accento critico sull'uso e sull'interpretazione del valore P nelle statistiche scientifiche, evidenziando il dibattito in corso sulla sua affidabilità come indicatore.

Il testo sottolinea fortemente il ruolo cruciale della ricerca interdisciplinare, proponendo l'uso di "impalcature metacognitive" per superare le difficoltà comunicative tra discipline diverse. Viene proposto un approccio olistico e interdisciplinare alla comprensione dei disturbi masticatori, in particolare della malocclusione, che viene esplorata non solo dal punto di vista ortodontico tradizionale ma anche attraverso una lente più ampia che considera il sistema masticatorio nel suo complesso.

Attraverso l'esaminazione di un caso di studio clinico, si mette in discussione l'interpretazione tradizionale della malocclusione, suggerendo che la comprensione della malocclusione richieda una visione che consideri la complessità del sistema masticatorio e la sua interazione con il sistema nervoso. L'introduzione termina evidenziando l'importanza delle innovazioni paradigmatiche che vanno oltre i miglioramenti incrementali, per abbracciare un cambiamento di pensiero che influenzi profondamente la scienza masticatoria.

Questo approccio rappresenta un invito a superare i limiti delle convenzioni odontoiatriche tradizionali, proponendo un modello di comprensione e trattamento dei disturbi masticatori che sia veramente interdisciplinare, basato su principi di scienza aperta e inclusiva, orientata verso l'accettazione dell'incertezza e la valutazione olistica del paziente. 

Masticationpedia
Article by  Gianni Frisardi

 

Ab ovo[1]

Prima di immergerci nell'analisi di Masticationpedia, è necessario introdurre alcune considerazioni preliminari. Queste concernono, in particolare, due dimensioni fondamentali - sociale, scientifica e clinica - proprie dell'era attuale e di quella immediatamente precedente.

Le fasi del cambiamento di paradigma secondo Thomas Kuhn

Nel corso del secolo scorso, si è osservata un'impennata esponenziale nelle "Innovazioni" tecnologiche e metodologiche, specialmente nel settore dell'odontoiatria.[2] Questi avanzamenti hanno notevolmente influenzato le strategie decisionali, le opinioni, le scuole di pensiero e gli assiomi, mirando esplicitamente al miglioramento della qualità della vita, come evidenziato nella "Scienza dell'esposizione nel XXI secolo".[3] Tuttavia, questa crescita esponenziale nasconde, implicitamente, delle ambiguità concettuali - o, in termini pratici, "effetti collaterali" - che, seppur talvolta sottovalutati, hanno il potere di sfidare alcune certezze scientifiche, rendendole meno ferree e più soggette a probabilità.[4] Gli aspetti sensibili della realtà sociale, scientifica e clinica attuale, che possono apparire in contrasto, si riveleranno, al termine di questa lettura, complementari; si tratta del "Progresso della scienza" secondo l'interpretazione di Kuhn e dell'"Epistemologia".
Le fasi del cambiamento paradigmatico secondo Tomas Kuhn.
Nell'analizzare il progresso della scienza, Thomas Kuhn, nella sua opera più celebre, sostiene che la scienza si sviluppa attraverso cicli distinti, i quali riflettono le sue dinamiche operative.[5][6]

Kuhn avanza l'idea che la scienza si strutturi attorno a paradigmi e stabilisce una demarcazione netta tra scienza e pseudoscienza, basata sulla presenza di un paradigma condiviso. Per lui, l'evoluzione del progresso scientifico si manifesta come una curva continua, interrotta, però, da discontinuità rappresentate dai cambi di paradigma.

Assumendosi il ruolo di abile risolutore di problemi, lo scienziato si impegna nella risoluzione di queste anomalie. Questi momenti di discontinuità, o rivoluzioni scientifiche, si verificano quando il paradigma esistente non riesce più a interpretare adeguatamente le nuove anomalie, spingendo così la comunità scientifica verso l'esplorazione e l'eventuale adozione di nuovi paradigmi che meglio si allineano alle osservazioni emergenti.

Le fasi di Kuhn in Odontoiatria

Thomas Kuhn individua nell'evoluzione di un paradigma scientifico cinque fasi distintive, un processo che riveste un'importanza cruciale per Masticationpedia. Per rimanere in linea con gli obiettivi del progetto, ci concentreremo sulla descrizione delle tre fasi più significative, come delineate nell'indice del libro:






  • Fase 2: ovvero la Scienza Normale

Ad esempio, nella seconda fase dei paradigmi di Kuhn, denominata "Scienza normale", gli scienziati sono considerati risolutori di problemi impegnati a rafforzare la corrispondenza tra il paradigma e la realtà naturale. Tale fase si fonda su un insieme di principi fondamentali stabiliti dal paradigma stesso, i quali non sono soggetti a contestazione, ma vengono, al contrario, utilizzati per definire le linee guida dei futuri progetti di ricerca. Durante questa fase si procede allo sviluppo degli strumenti di misurazione necessari per condurre esperimenti e si produce la maggior parte della letteratura scientifica. I risultati ottenuti in questa fase contribuiscono significativamente all'avanzamento della conoscenza scientifica. Nella scienza normale si verificano sia successi che insuccessi; questi ultimi sono identificati da Kuhn come "anomalie", ovvero eventi che contraddicono il paradigma vigente.

 
  • Fase 4, ovvero la Crisi del paradigma

In risposta alla crisi, si assisterà alla formazione di diversi nuovi paradigmi in questo periodo. Questi paradigmi emergenti, pertanto, non si origineranno dai successi della teoria precedente, bensì dal rifiuto dei modelli consolidati del paradigma dominante. Proseguendo lungo questa linea, Masticationpedia dedicherà attenzione alla crisi del paradigma riabilitativo masticatorio, attraverso la revisione di teorie, teoremi, assiomi, correnti di pensiero e criteri diagnostici di ricerca. Successivamente, l'attenzione si sposterà sulla quinta fase.

 
  • Fase 5, o Rivoluzione Scientifica

La fase 5 è caratterizzata dalla rivoluzione scientifica. Durante il periodo di attività scientifiche straordinarie, si svilupperà un dibattito all'interno della comunità scientifica su quale nuovo paradigma adottare. Tuttavia, il paradigma che prevarrà non sarà necessariamente quello più "vero" o più efficiente, ma piuttosto quello che riuscirà a suscitare l'interesse di un numero adeguato di scienziati e a guadagnarsi la fiducia della comunità. Secondo Kuhn, i paradigmi in competizione non hanno nulla in comune, nemmeno le fondamenta, rendendoli quindi "incommensurabili". La scelta del paradigma, come menzionato, avviene su basi socio-psicologiche o biologiche, con i giovani scienziati che sostituiscono i più anziani. Questa battaglia tra paradigmi risolverà la crisi, sarà nominato il nuovo paradigma, e la scienza tornerà alla Fase 1. Seguendo lo stesso principio della Fase 4, Masticationpedia introdurrà, nel capitolo denominato "Scienze straordinarie", un nuovo modello paradigmatico nel campo della riabilitazione del Sistema Masticatorio, esaminandone i principi, le motivazioni, le esperienze cliniche scientifiche e, in particolare, un cambiamento radicale nell'ambito della diagnostica medica. Questo cambiamento si fonda essenzialmente sull'"Inferenza di Sistema", anziché sull'inferenza basata sui sintomi, attribuendo un'importanza primaria all'oggettività dei dati.

È quasi scontato che la filosofia scientifica di Kuhn dia priorità alla disciplina, poiché un'anomalia all'interno del paradigma genetico sarà più facilmente riconosciuta da un genetista piuttosto che da un neurofisiologo. Questo concetto, tuttavia, sembra contraddire l'evoluzione epistemologica della Scienza, rendendo quindi opportuno un'analisi dettagliata di tale apparente discrepanza.

Epistemologia

Il cigno nero simboleggia uno dei problemi storici dell'epistemologia: se tutti i cigni che abbiamo visto finora sono bianchi, possiamo decidere che tutti i cigni sono bianchi?Davvero?
Black Swan (Cygnus atratus) RWD.jpg
 
Duck-Rabbit illusion.jpg
Kuhn ha usato l'illusione ottica per dimostrare come un cambio di paradigma possa indurre una persona a vedere le stesse informazioni in un modo completamente diverso: quale animale è quello qui a parte?Sicuro?


L'epistemologia (dal greco ἐπιστήμη, epistème, che significa "conoscenza certa" o "scienza", e λόγος, logos, "discorso") rappresenta quella branca della filosofia dedicata allo studio delle condizioni necessarie per acquisire conoscenza scientifica e dei metodi attraverso i quali tale conoscenza può essere raggiunta.[7] Questo termine si riferisce specificamente a quella sezione della gnoseologia che indaga sui fondamenti, sulla validità e sui limiti della conoscenza scientifica. Nei paesi anglofoni, il concetto di epistemologia è comunemente impiegato quasi come sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza, ovvero la disciplina che esamina lo studio della conoscenza in generale.

È importante sottolineare che il problema centrale dell'epistemologia, oggi come ai tempi di Hume, è la questione della verificabilità.[8][9]

Il paradosso di Hempel sostiene che l'osservazione di ogni cigno bianco[10] fornisce supporto all'affermazione che tutti i corvi sono neri; in altre parole, ogni esempio che non contraddice la teoria ne conferma una parte.

Secondo il criterio della falsificabilità, nessuna teoria può essere considerata definitivamente vera, in quanto, sebbene esista solo un numero finito di esperimenti che possono confermarla, teoricamente vi è un numero infinito di esperimenti che potrebbero confutarla..[11]
«Ma non è tutto così ovvio....»


...il concetto di epistemologia si evolve continuamente attraverso nuove applicazioni, analogamente a quanto avviene in medicina.

  • :
    In medicina, ad esempio, per confermare un esperimento o per validare una serie di dati raccolti tramite strumenti di laboratorio o rilievi, si fa affidamento sull'"Inferenza Statistica", ed in particolare su un noto valore chiamato "test di significatività" (P-value). Tuttavia, anche questo concetto, ormai radicato nella prassi dei ricercatori, è messo in discussione. Un recente studio ha focalizzato l'attenzione su una campagna condotta sulla rivista "Nature" contro l'uso del "test di significatività".[12] Con oltre 800 firmatari, tra cui eminenti scienziati, questa campagna può essere vista come un importante punto di svolta e una "Rivoluzione Silenziosa" nel campo della statistica, toccando aspetti logici ed epistemologici..[13][14][15] La critica è rivolta alle analisi statistiche troppo semplificate, ancora presenti in numerose pubblicazioni. Questo ha stimolato un dibattito, sponsorizzato dall'American Statistical Association, che ha portato alla creazione di un numero speciale di "The American Statistician Association" intitolato "Statistical Inference in the 21st Century: A World Beyond p < 0.05", contenente 43 articoli da statistici proiettati verso il futuro[16]. Questo numero speciale propone nuovi modi per comunicare l'importanza dei risultati di ricerca al di là della soglia arbitraria di un valore P e offre linee guida per una ricerca che accetti l'incertezza, sia riflessiva, aperta e modesta nelle affermazioni.[16] Il futuro rivelerà se questi tentativi di fornire un supporto statistico più solido alla scienza, oltre i tradizionali test di significatività, troveranno riscontro nelle pubblicazioni future.[17] Questa evoluzione è in linea con il concetto di progresso scientifico secondo Kuhn, riflettendo una rielaborazione di alcuni contenuti statistici descrittivi all'interno della disciplina.
  • Interdisciplinarità:
    Nel campo della politica scientifica, è universalmente riconosciuto che la soluzione di problemi basati sulla scienza richieda un approccio di ricerca interdisciplinare (IDR), come evidenziato dal progetto Horizon 2020 dell'Unione Europea.[18] Recenti studi hanno esplorato le ragioni delle difficoltà cognitive ed epistemiche che i ricercatori incontrano nella conduzione dell'IDR. Una causa identificata è il declino dell'interesse filosofico verso l'epistemologia dell'IDR, attribuito al dominante "Paradigma fisico della scienza". Questo paradigma limita il riconoscimento dei significativi sviluppi nell'IDR, sia nel contesto della filosofia della scienza sia nella pratica della ricerca stessa. In risposta, è stato proposto un paradigma filosofico alternativo, denominato "Paradigma ingegneristico della scienza", che offre prospettive filosofiche alternative su aspetti fondamentali quali lo scopo della scienza, la natura della conoscenza, i criteri epistemici e pragmatici per l'accettazione della conoscenza, e il ruolo degli strumenti tecnologici. Di conseguenza, si evidenzia la necessità per i ricercatori di avvalersi di strutture di supporto metacognitive, dette scaffold metacognitivi, per facilitare l'analisi e la ricostruzione dei processi con cui la conoscenza viene costruita attraverso le diverse discipline. Nell'ambito dell'IDR, tali scaffold metacognitivi sono essenziali per promuovere una comunicazione efficace tra le discipline, permettendo agli studiosi di analizzare e articolare come ciascuna disciplina contribuisca alla costruzione della conoscenza.[19][20]

P-value vs Interdisciplinarità

Una visione superficiale potrebbe suggerire che l'evoluzione epistemica della scienza sia segnata da un'apparente contrapposizione tra gli aspetti della disciplinarietà, evidenziati dal "Paradigma della Fisica della Scienza" (che mette in luce le anomalie), e quelli interdisciplinari, rappresentati dal "Paradigma ingegneristico della Scienza" (e il relativo concetto di scaffold metacognitivo). Tuttavia, come verrà esplorato in questo capitolo, queste due prospettive non sono in realtà in conflitto; al contrario, si dimostrano essere complementari, poiché entrambe contribuiscono alla generazione di un'"Innovazione Paradigmatica" senza alcuna forma di conflittualità.

Si potrebbe quindi arguire che le "Innovazioni" rappresentino di per sé dei "Progressi della scienza", come illustrato nell'articolo "Basi scientifiche dell'odontoiatria" di Yegane Guven. Questo lavoro esplora l'impatto delle rivoluzioni biologiche e digitali sull'educazione e sulla pratica clinica quotidiana in odontoiatria, trattando argomenti quali l'odontoiatria rigenerativa personalizzata, le nanotecnologie, le simulazioni di realtà virtuale, le informazioni genomiche e la ricerca sulle cellule staminali.[21] Sebbene le innovazioni citate siano di natura tecnologica e metodologica, è cruciale riconoscere che il vero progresso scientifico non avviene esclusivamente attraverso "Innovazioni Incrementali" o "Innovazioni Radicali", ma si realizza fondamentalmente tramite le "Innovazioni Paradigmatiche".

Nel senso più stretto del termine, le "Innovazioni Paradigmatiche" sono un cambiamento nel pensiero e nella consapevolezza che si diffonde attraverso tutta l'umanità, influenzando diversi strati sociali, dalla rivoluzione copernicana alla recente tendenza di approcciare i fenomeni biologici con un metodo stocastico.[22]

Questo contesto epistemologico, che comprende iniziative come i Criteri Diagnostici di Ricerca per i Disturbi Temporomandibolari (RDC/DTM), l'Evidence Based Medicine e altri, viene ulteriormente esplorato nel progetto Masticationpedia. Quest'ultimo si propone di mettere in luce le dinamiche e le dialettiche dei progressi nella scienza delle riabilitazioni masticatorie, evidenziando le anomalie che stimolano un cambiamento di pensiero e, conseguentemente, un'"Innovazione Paradigmatica".

Prima di procedere, potrebbe essere opportuno osservare un caso molto concreto e significativo.

Malocclusione

"Malocclusione" deriva dal latino "malum", che significa "cattivo" o "sbagliato", e si riferisce letteralmente a una chiusura inappropriata dei denti.[23]La nozione di "chiusura" può sembrare intuitiva, tuttavia, l'aggettivo "cattivo" richiede una considerazione attenta, poiché la sua applicazione nel contesto medico è meno ovvia di quanto possa apparire.

Per avvicinarci a una comprensione del termine, questa introduzione pone una domanda apparentemente semplice ma profondamente complessa, che a sua volta solleva una serie di interrogativi correlati nel campo della riabilitazione masticatoria e, più specificatamente, nelle discipline ortodontiche: che cosa si intende esattamente per "Malocclusione"? È interessante notare come, nel 2019, una ricerca sul termine "Malocclusione" in PubMed abbia prodotto ben 33.309 articoli,[24] indicando la mancanza di un consenso terminologico uniforme sull'argomento. Tra questi articoli, alcuni possono fornire conclusioni di notevole rilevanza, come dimostra in modo eclatante il lavoro di Smaglyuk e colleghi. Questo studio particolarmente significativo esplora l'approccio interdisciplinare nella diagnosi delle malocclusioni:[25]
«La diagnosi, le strategie di trattamento e la prevenzione delle anomalie e delle deformazioni dento-facciali dovrebbero essere approcciate considerando l'organismo nella sua interezza, specialmente nei bambini, dove la struttura fisica è ancora in fase di formazione. È essenziale riconoscere l'interconnessione tra forma e funzione dei vari organi e sistemi dell'organismo, poiché queste relazioni sono cruciali per elaborare un piano di trattamento efficace che rispetti e promuova lo sviluppo armonico del paziente.»

Un altro dato rilevante emerge quando, sempre nel 2019, PubMed è stato consultato specificamente per l'interdisciplinarità nella diagnosi delle malocclusioni: i risultati sono drasticamente diminuiti, attestandosi a soli quattro articoli.[26]

Questa osservazione sul tema "Malocclusione" sottolinea due punti critici: da un lato, evidenzia una crescente consapevolezza delle anomalie che potrebbero innescare la fase 4 del modello di Kuhn, suggerendo un momento di potenziale cambiamento paradigmatico. Dall'altro, segnala una biforcazione nelle scelte epistemiche riguardanti l'argomento: da una parte, la tendenza a generare Innovazioni Incrementali, come dimostrato dagli altri 33.309 articoli, e dall'altra, la propensione verso una nuova traiettoria gnoseologica che favorisce un'“Innovazione Paradigmatica”.

Per esplorare il concetto di "Innovazione Paradigmatica", considerato essenziale in questo contesto, iniziamo ponendoci una domanda specifica:


Altro dato degno di nota è che se nello stesso 2019 Pubmed è stato interrogato sull'interdisciplinarietà nella diagnosi delle malocclusioni, il risultato è sceso drasticamente a soli quattro articoli.

Queste premesse alla domanda "Malocclusione" indicano, da un lato, un'allerta su anomalie che tendono ad attivare la fase 4 di Kuhn e, dall'altro, una biforcazione nella scelta epistemica sull'argomento: quella che genera Innovazioni Incrementali (altri 33.309 articoli , forse) e un altro che predilige un nuovo percorso gnoseologico di “Innovazione Paradigmatica”.

Proviamo ad avvicinarci a parte del concetto che considera essenziale l'"Innovazione Paradigmatica", chiedendoci ad esempio:

Figura 1a: Paziente con malocclusione, morso aperto e morso incrociato posteriore destro che in termini riabilitativi dovrebbe essere trattato con terapia ortodontica e/o chirurgia ortognatica.

Cosa significa "Malocclusione"?

Per rispondere alla domanda precedentemente posta, esaminiamo un caso clinico che esemplifica chiaramente la "malocclusione".

Il caso riguarda un paziente che presenta un tipo di occlusione comunemente definito dagli ortodontisti come "malocclusione", caratterizzato da un morso incrociato unilaterale posteriore e un morso aperto anteriore;[27] queste condizioni rappresentano una forma di malocclusione che può essere efficacemente trattata attraverso l'uso di apparecchi ortodontici fissi, talvolta in combinazione con un intervento ortognatico se necessario.[28]Il morso incrociato viene identificato come un'alterazione significativa dell'occlusione normale, che richiede un trattamento concomitante al morso aperto a causa della loro interrelazione funzionale..[29][30][31]

Diventa chiaro che un approccio deterministico alla diagnosi di tale evidente incongruenza occlusale potrebbe portare a considerare il morso incrociato e il morso aperto sia come cause che come effetti della malocclusione, suggerendo di conseguenza un intervento ortodontico per ripristinare una "Normocclusione". Questa modalità di pensiero presupporrebbe che il modello (il sistema masticatorio) debba essere "normalizzato" rispetto all'occlusione. Interpretato al contrario, ciò implicherebbe che la discrepanza occlusale sia la causa della malocclusione e, per estensione, di una patologia dell'Apparato Masticatorio. (Figura 1a).

Nel contesto di un caso clinico che evidenzia la presenza di malocclusione, con particolare attenzione al morso incrociato unilaterale posteriore e al morso aperto anteriore, emerge l'importanza del dialogo tra dentista e paziente. Questa conversazione informativa è cruciale non solo per condividere la diagnosi e le opzioni terapeutiche, ma anche per comprendere le preoccupazioni, le aspettative e i desideri del paziente. Ecco come potrebbe svolgersi tale dialogo:

Dentista: "Considerando la tua situazione di malocclusione, che include openbite e crossbite posteriore unilaterale, il trattamento è consigliato per migliorare sia l'estetica che la funzionalità masticatoria. Senza intervento, potresti riscontrare problemi futuri come il bruxismo, difficoltà nella deglutizione e potenziali questioni posturali."

Paziente: "Assolutamente no, dottore. Non ho intenzione di intraprendere alcun trattamento. Potrò anche avere un sorriso non perfetto, ma la mia funzione masticatoria è ottima. Mangio senza problemi, quindi non vedo perché dovrei preoccuparmi."

Dentista: "Capisco che ti senti a tuo agio con la tua attuale condizione masticatoria. Tuttavia, è importante considerare che alcuni problemi potrebbero non essere immediatamente evidenti, ma potrebbero manifestarsi nel tempo, influenzando non solo la salute orale ma anche il benessere generale."

Paziente: "Apprezzo la tua preoccupazione, dottore, ma davvero, non ho problemi a masticare o a deglutire. E per quanto riguarda il bruxismo o le questioni posturali, non ne soffro. Sono anche molto attivo fisicamente. Per me, sottopormi a un trattamento che non sento necessario sarebbe eccessivo."

Dentista: "Comprendo la tua posizione. È fondamentale che tu ti senta a tuo agio con qualsiasi decisione venga presa riguardo alla tua salute. Il mio compito è informarti sulle potenziali implicazioni a lungo termine e sulle opzioni di trattamento disponibili. Se mai dovessi cambiare idea o avessi bisogno di ulteriori informazioni, sappi che sono qui per aiutarti."

La situazione diventa particolarmente critica quando consideriamo il linguaggio verbale del paziente riguardo alla sua funzionalità masticatoria. Questo può essere fuorviante, in quanto potrebbe non riflettere una conoscenza dettagliata della fisiopatogenesi dello stato occlusale. Al contrario, potrebbe paradossalmente indicare un sistema integro, se interpretato attraverso un "linguaggio macchina" convertito in termini verbali. In questa impasse, né il paziente né l'osservatore (dentista) possono affermare con certezza la presenza di una "Malocclusione" effettiva.

In questo contesto, il richiamo alla critica dell'American Statistician Association intitolata "Statistical inference in the 21st century: A World Beyond p < 0.05"[16] diventa rilevante, poiché invita il ricercatore a navigare l'incertezza con sensibilità, riflessività, apertura e modestia nelle affermazioni. Questa posizione apre la strada all'interdisciplinarità come chiave per affrontare questioni così complesse.

L'approccio interdisciplinare diventa cruciale nell'interpretare il fenomeno biologico della "Malocclusione" attraverso una mentalità stocastica, che verrà esplorata più avanti in dettaglio.

Un osservatore stocastico potrebbe notare che, al tempo , vi è una bassa probabilità che il paziente sia in uno stato di malattia occlusale, data la sua espressione di ottimale benessere psicofisico. Ciò porta alla conclusione che la discrepanza occlusale non necessariamente comporta un disturbo funzionale neuromuscolare e psicofisico. Pertanto, il sistema masticatorio non dovrebbe essere normalizzato esclusivamente all'occlusione, ma richiede una comprensione più ampia che include il Sistema Nervoso Trigeminale.

Per valutare l'integrità del Sistema Nervoso Trigeminale del paziente in presenza di "malocclusione", sono stati effettuati test elettrofisiologici specifici. I risultati di questi test, mostrati nelle figure 1b, 1c e 1d (con spiegazioni nelle didascalie), dovrebbero essere interpretati come un "Razionale Concettuale" nell'ambito della questione "Malocclusione". Questi dati introduttivi svelano un'apparente discrepanza tra lo stato occlusale, che tradizionalmente potrebbe essere considerato patologico, e i dati neurofisiologici che dimostrano una perfetta sincronizzazione e simmetria dei riflessi trigeminali.


Attraverso l'esame di questi dati elettrofisiologici – le figure 1b, 1c, e ora la 1d – emerge un quadro che sfida le interpretazioni convenzionali della malocclusione e le sue implicazioni cliniche. La simmetria funzionale osservata in queste misurazioni indica che l'approccio alla diagnosi e al trattamento delle malocclusioni potrebbe beneficiare significativamente di una valutazione più ampia, che include l'analisi dettagliata della funzione neuromuscolare. Questi risultati enfatizzano l'importanza di un modello diagnostico e terapeutico interdisciplinare e integrato, che vada oltre la semplice correzione delle discrepanze occlusali per includere la valutazione complessiva del benessere del sistema masticatorio e, per estensione, del paziente.

Dismorfismi occlusali e non Malocclusione

(....che, come vedremo poco più avanti, è tutta un'altra cosa)

Conclusione

Prima di procedere con qualsiasi conclusione, è cruciale chiarire alcuni concetti fondamentali che verranno esplorati in maggior dettaglio nei capitoli specifici di Masticationpedia.

Il sistema masticatorio dovrebbe essere interpretato come un "Sistema Complesso",[32]anziché essere ridotto a un semplice meccanismo biomeccanico focalizzato esclusivamente sull'occlusione dentale. In questa prospettiva, l'occlusione rappresenta solamente uno dei numerosi sottoinsiemi che operano all'interno di un contesto più ampio. Questi sottoinsiemi includono i recettori parodontali, i fusi neuromuscolari, il reclutamento delle unità motorie, il sistema nervoso centrale e l'articolazione temporo-mandibolare. L'interazione tra questi componenti dà origine a ciò che possiamo definire un "Comportamento Emergente", specificatamente il comportamento masticatorio.

Questa nozione implica che non si possa interpretare o prevedere il comportamento emergente del sistema basandosi esclusivamente su dati oggettivi estratti da un singolo sottoinsieme. È necessario, invece, valutare l'integrità del sistema nella sua totalità prima di poter procedere con una segmentazione analitica per una descrizione dettagliata. Esistono significativi movimenti intellettuali e scientifici che affrontano questa sfida. Un esempio notevole è rappresentato dal lavoro di Kazem Sadegh-Zadeh, "Handbook of Analytic Philosophy of Medicine".[33]

Alla luce di queste considerazioni, la discussione sul caso in esame si articola secondo la seguente logica linguistica: i vari sottoinsiemi del sistema masticatorio, quali denti, occlusione, articolazioni temporo-mandibolari e muscoli, mostrano una "Coerenza" con il Sistema Nervoso Trigemino Centrale (come illustrato nelle figure 1b, 1c e 1d). Di conseguenza, l'uso del termine "Malocclusione" risulta inadeguato; sarebbe più appropriato parlare di "Dismorfismo occlusale".


«La proposizione di considerare il sistema masticatorio come un "Sistema Complesso" non implica la negazione delle terapie riabilitative esistenti, come quelle protesiche, ortodontiche e ortognatiche, destinate a correggere le disfunzioni masticatorie. Al contrario, questo approccio innovativo mira a reintegrare e arricchire le conoscenze mediche nelle discipline odontoiatriche riabilitative, fornendo una prospettiva alternativa al riduzionismo scientifico che tende a interpretare i fenomeni biologici in maniera eccessivamente deterministica.»

Adottare una visione che supera i limiti delle singole specializzazioni, come evidenziato nell'importanza dell'interdisciplinarità, è cruciale per arricchire i modelli diagnostici e terapeutici in odontoiatria. Questo approccio è esemplificato nel caso clinico di un paziente trattato con la metodologia OrthoNeuroGnathodontic, che offre una panoramica integrata del sistema masticatorio, combinando aspetti estetici e funzionali-neurofisiologici. Questo modello interdisciplinare mira a raggiungere la "Stabilità Occlusale" e a prevenire le "Recidive", particolarmente rilevanti nei trattamenti ortodontici e ortognatici.[34][35]

Questa prospettiva non mira a eliminare le pratiche riabilitative esistenti ma, al contrario, vuole arricchire e restituire valore alle discipline riabilitative odontoiatriche, offrendo allo stesso tempo un'alternativa alla visione riduzionistica che spesso domina l'interpretazione dei fenomeni biologici. In questo contesto, si introduce una "Scienza Straordinaria", che si avvale dell'interdisciplinarità per espandere i confini della conoscenza e della pratica medica.

Nel frattempo, ci prendiamo una pausa riflessiva grazie a una domanda provocatoria dal nostro curioso compagno, Linus Sapiens, l'omino giallo posizionato a sinistra. Questa interazione allegorica ci invita a considerare la complessità del sistema masticatorio con un senso di meraviglia e curiosità, sottolineando l'importanza di rimanere aperti a nuove prospettive e soluzioni innovative nel campo dell'odontoiatria.


 
Question 2.jpg
   
«Cosa intendiamo per “Sistemi Complessi” quando parliamo di funzioni masticatorie?»
(Domanda non banale, iniziamo a parlare, allora, di the logic of medical language)



Bibliography & references
  1. Latin for "since the very beginning"
  2. Heft MW, Fox CH, Duncan RP, «Assessing the Translation of Research and Innovation into Dental Practice», in JDR Clin Trans Res, 2019».
    DOI:10.1177/2380084419879391 
  3. «Exposure Science in the 21st Century. A Vision and a Strategy», Committee on Human and Environmental Exposure Science in the 21st Century; Board on Environmental Studies and Toxicology; Division on Earth and Life Studies; National Research Council.».
    ISBN: 0-309-26468-5 
  4. Liu L, Li Y, «The unexpected side effects and safety of therapeutic monoclonal antibodies», in Drugs Today, 2014, Barcellona».
    DOI:10.1358/dot.2014.50.1.2076506 
  5. Thomas Samuel Kuhn (Cincinnati, 18 july 1922 – Cambridge, 17 june 1996) was an American philosopher of science. See Treccani, Kuhn, Thomas Samuel. Wikipedia, Thomas Kuhn.
  6. Kuhn Thomas S, «The Structure of Scientific Revolutions», Univ. of Chicago Press, 2012, Chicago».
    ISBN: 9780226458113 
  7. The term is believed to have been coined by the Scottish philosopher James Frederick Ferrier in his Institutes of Metaphysic (p.46), of 1854; see Internet Encyclopedia of Philosophy, James Frederick Ferrier (1808—1864). Wikipedia
  8. David Hume (Edimburgh, 7 may 1711 – Edimburgh, 25 august 1776) was a Scottish philosopher. He is considered the third and perhaps the most radical of the British Empiricists, after the Englishman John Locke and the Anglo-Irish George Berkeley.
  9. Srivastava S, «Verifiability is a core principle of science», in Behav Brain Sci, Cambridge University Press, 2018, Cambridge».
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  10. Here we obviously refer to the well-known paradox called "of the crows", or "of the black crows", formulated by the philosopher and mathematician Carl Gustav Hempel, better explained in Wikipedia's article Raven paradox:
    See Good IJ, «The Paradox of Confirmation», in Br J Philos Sci, 1960 – in «Vol. 11». 
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  23. The creation of the term is generally attributed to Edward Angle, considered the father of modern orthodontics, who coined it as a specification of occlusion to signal the incorrect opposition in closing of the lower teeth and upper, especially the first molar (Wikipedia); see Gruenbaum T, «Famous Figures in Dentistry», in Mouth – JASDA, 2010». 
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