Difference between revisions of "Logica di linguaggio medico"

 
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{{Versions
| en = Logic of medical language
| it =  Logica di linguaggio medico
| fr = Logique du langage médical
| de = Logik der medizinischen Sprache
| es = Lógica del lenguaje médico
| pt = <!-- portoghese -->
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| pl = <!-- polacco -->
| fi = <!-- finlandese/suomi -->
| ca = <!-- catalano -->
| ja = <!-- giapponese -->
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[[File:Atm1 sclerodermia.jpg|left|300px]]
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In questo capitolo discuteremo dell'attuale linguaggio medico. Nello specifico, tratteremo lo studio delle relazioni tra le espressioni linguistiche e il mondo a cui si riferiscono, o che dovrebbero descrivere.
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Abstract: Il documento "Logica di linguaggio medico - Masticationpedia" affronta la complessità del linguaggio medico, evidenziando come la sua ambiguità possa portare a interpretazioni errate e a errori diagnostici. Attraverso l'analisi di un caso clinico, si esplora la necessità di una logica formale per interpretare correttamente i termini medici, sottolineando l'importanza del contesto e dell'intenzione nell'interpretazione dei termini. Ecco una sintesi più dettagliata, arricchita da alcuni paragrafi chiave del documento:
 
# '''Ambiguità del Linguaggio Medico''': Il testo inizia discutendo come il linguaggio medico, una miscela di terminologia tecnica e linguaggio naturale, possa generare ambiguità, con esempi specifici che dimostrano come diverse interpretazioni di una stessa condizione medica possano portare a diagnosi diverse e talvolta in conflitto.
# '''Il Caso Clinico di Mary Poppins''': Viene presentato il caso di una paziente, Mary Poppins (nome ipotetico), che ha ricevuto cure da varie specializzazioni mediche per oltre un decennio. La sua storia clinica è utilizzata come esempio per discutere le sfide poste dall'ambiguità linguistica nel processo diagnostico, mostrando come termini medici come "dolore orofacciale" possano essere interpretati diversamente da dentisti, neurologi e altri specialisti.
# '''Linguaggio Macchina Criptato e Comunicazione Cerebrale''': Il documento introduce il concetto di "linguaggio macchina criptato" per descrivere la comunicazione tra il cervello umano ( sia del paziente che dell'osservatore) e i professionisti medici, paragonando questa comunicazione alla crittografia informatica. Questa analogia serve a evidenziare come la comprensione errata dei segnali medici possa portare a diagnosi sbagliate.
# '''Significato e Ambiguità dei Termini Medici''': Viene esplorata la complessità del significato nei termini medici, evidenziando come la comprensione di un termine possa variare significativamente a seconda del contesto e dell'intenzione dell'utilizzatore. Questo approfondimento sugli aspetti semantici dei termini medici sottolinea la necessità di un'interpretazione più accurata per prevenire errori diagnostici.
# '''Considerazioni Finali''': Le conclusioni ribadiscono l'importanza di un approccio logico e di pensiero adattativo nel processo diagnostico medico. Viene suggerito un cambiamento di paradigma che sposta l'attenzione dal sintomo al "linguaggio macchina criptato", al fine di ottenere una comprensione più completa della malattia e migliorare il processo diagnostico coinvolgendo più attori.


La conclusione è che una volta rivelata la vaghezza e l'ambiguità di questa forma di linguaggio (e quindi le conseguenze negative che tutto ciò comporta), è necessario renderla più precisa e completa.
Questi punti chiave sottolineano come il documento metta in discussione l'efficacia del linguaggio medico attuale e proponga approcci innovativi per superare le sue limitazioni, migliorando così la precisione delle diagnosi e la qualità dell'assistenza sanitaria.


Vogliamo concentrarci su un ragionamento più matematico e rigoroso perché può essere molto più efficace se riusciamo a manipolarlo nel modo giusto, come discuteremo in questo capitolo.{{ArtBy|
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| autore = Gianni Frisardi
| autore = Gianni Frisardi
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{{Bookind2}}
==Il linguaggio medico è un linguaggio naturale esteso==
==Il linguaggio medico è un linguaggio naturale esteso==
Il linguaggio è fonte di incomprensioni ed errori e in medicina: in effetti, spesso il linguaggio che usiamo ci lascia nei guai perché semanticamente sottosviluppato e non concorda con le idee scientifiche standard. Per spiegare meglio questo concetto, apparentemente fuori tema, dobbiamo descrivere alcune caratteristiche essenziali della logica del linguaggio che ci faranno capire meglio perché un termine come dolore orofacciale può assumere un significato diverso seguendo una logica classica o formale .
Il linguaggio, essenziale nell'ambito medico, può talvolta essere fonte di incomprensioni ed errori a causa della sua natura semanticamente limitata e della mancanza di coerenza con i paradigmi scientifici consolidati. La discrepanza tra l'uso del linguaggio e il contesto scientifico si evidenzia nell'ambiguità di termini come "dolore orofacciale", il cui significato può variare significativamente se interpretato attraverso la logica classica piuttosto che quella formale.


Il passaggio dalla logica classica alla logica formale non implica l'aggiunta di un dettaglio minore in quanto richiede una descrizione accurata. Sebbene la tecnologia medica e odontoiatrica abbia sviluppato modelli e dispositivi mozzafiato in molte discipline riabilitative odontoiatriche, come elettromiografi, TC cone-beam, scansione digitale orale, ecc., il linguaggio medico ha ancora bisogno di miglioramenti.
La transizione dalla logica classica a quella formale non è meramente un dettaglio aggiuntivo, ma richiede una descrizione meticolosa e accurata. Nonostante i progressi straordinari nella tecnologia medica e odontoiatrica, con lo sviluppo di strumentazioni avanzate quali elettromiografi, tomografia computerizzata a fascio conico (TC cone-beam) e sistemi di scansione orale digitale, persiste la necessità di un perfezionamento del linguaggio medico.


Innanzitutto bisogna distinguere tra lingue naturali (inglese, tedesco, italiano, ecc.) e lingue formali, come la matematica. Quelli naturali emergono naturalmente nelle comunità sociali tanto quanto nelle comunità scientifiche. Allo stesso tempo, i linguaggi formali sono costruiti artificialmente per l'uso in discipline come la matematica, la logica e la programmazione informatica. I linguaggi formali sono caratterizzati da sintassi e semantica con regole precise, mentre un linguaggio naturale ha una sintassi abbastanza vaga detta grammatica e manca di semantica esplicita.
È fondamentale distinguere tra le lingue naturali (quali inglese, tedesco, italiano, ecc.) e le lingue formali, ad esempio la matematica. Le prime emergono spontaneamente all'interno delle comunità, sia sociali che scientifiche, mentre le seconde sono artificialmente create per applicazioni specifiche in campi quali matematica, logica e programmazione informatica. I linguaggi formali si caratterizzano per la loro sintassi e semantica ben definite, a differenza delle lingue naturali che, pur disponendo di una grammatica, spesso si mostrano carenti in termini di semantica esplicita.


Per mantenere questo studio attivo e coinvolgente, ed evitare che degeneri in un noioso trattato di filosofia della scienza, consideriamo un caso clinico molto esplicativo. Ci occuperemo di esso utilizzando diverse logiche di linguaggio:
Per garantire che l'analisi rimanga dinamica e coinvolgente, evitando di trasformarsi in un'arida dissertazione filosofica, si proporrà l'esame di un caso clinico esemplificativo. Questo sarà analizzato mediante l'applicazione di diverse logiche linguistiche:
*[[Logica di Linguaggio classico,]]
*[[La logica del linguaggio classico|Logica di Linguaggio classico,]]
*[[Logica di linguaggio probabilistico,]]
*[[La logica del linguaggio probabilistico|Logica di linguaggio probabilistico,]]
*[[Logica sfocata]]
*[[Logica di linguaggio fuzzy|Logica sfocata]]
*[[Logica di sistema|Logica di Sistema]]
*[[Logica di sistema|Logica di Sistema]]


===Caso clinico e logica del linguaggio medico===
=== Caso clinico e logica del linguaggio medico===
La paziente Mary Poppins (ovviamente un nome fittizio) è stata seguita e curata per oltre 10 anni da più colleghi, tra cui dentisti, medici di famiglia, neurologi e dermatologi. La sua breve storia è la seguente:
La paziente, Mary Poppins (nome fittizio), ha beneficiato di un'attenzione medica multidisciplinare per oltre un decennio, ricevendo cure da dentisti, medici di base, neurologi e dermatologi. La sua storia clinica è riassunta come segue:
*la donna ha notato per la prima volta piccole macchie di pigmentazione anormale sul lato destro del viso all'età di 40 anni (ora ne aveva 50). Al suo ricovero in reparto dermatologico è stata eseguita una biopsia cutanea, coerente con la diagnosi di sclerodermia localizzata del viso (''morfea''); sono stati prescritti corticosteroidi.
 
*All'età di 44 anni iniziò ad avere contrazioni involontarie del massetere destro e dei muscoli temporali; le contrazioni sono aumentate di durata e frequenza nel corso degli anni. Le contrazioni spasmodiche sono state indicate dal paziente sia come blocco diurno che notturno. Alla sua prima valutazione neurologica, la discromia era meno evidente. Tuttavia, il suo viso era asimmetrico a causa di una leggera rientranza della guancia destra e di una marcata ipertrofia del massetere e dei muscoli temporali destro. Le diagnosi erano varie, a causa della limitazione del linguaggio medico come vedremo di seguito.
* All'età di 40 anni, la signora Poppins notò per la prima volta l'apparizione di piccole macchie di pigmentazione anormale sul lato destro del viso. Dopo dieci anni, si verificò una serie di sviluppi significativi nella sua condizione. Durante il ricovero in dermatologia, fu sottoposta a una biopsia cutanea, che rivelò una diagnosi di sclerodermia localizzata facciale, comunemente denominata morfea. A seguito della diagnosi, le furono prescritti corticosteroidi.
* A 44 anni, iniziò a sperimentare contrazioni involontarie del massetere destro e dei muscoli temporali, che nel tempo aumentarono in frequenza e durata. Descriveva questi episodi come blocchi sia diurni che notturni. Alla sua prima valutazione neurologica, benché la discromia fosse meno marcata, il suo viso mostrava un'asimmetria significativa, con una rientranza della guancia destra e un'evidente ipertrofia del massetere e dei muscoli temporali destri. Ricevette diagnosi varie, riflettendo le sfide poste dalle limitazioni del linguaggio medico.


Lo scenario clinico si può ridurre al seguente: la paziente esprime con il suo linguaggio naturale lo stato psicofisico che la affligge da tempo; il dentista, dopo aver eseguito una serie di esami come l'anamnesi, una stratigrafia e una TC dell'ATM (Figure 1, 2 e 3), conclude con una diagnosi di 'Disturbi Temporomandibolari', che chiamiamo 'DTM'<ref>{{cita libro  
Il contesto clinico si condensa nel seguente modo: la paziente, usando il suo linguaggio naturale, comunica il disagio psicofisico che la tormenta da tempo. Dopo aver effettuato una serie di indagini, quali anamnesi, stratigrafia e tomografia computerizzata dell'articolazione temporomandibolare (Figure 1, 2 e 3), il dentista formula una diagnosi di "Disturbi Temporomandibolari" (DTM).<ref>{{cita libro  
  | autore = Tanaka E
  | autore = Tanaka E
  | autore2 = Detamore MS
  | autore2 = Detamore MS
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  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
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  | PMID = 30122441
  | PMID = 30122441
  }}</ref>; il neurologo rimane invece su una diagnosi di patologia neuromotoria organica di tipo 'Dolore Orofacciale Neuropatico' (nOP), escludendo la componente TMD, oppure non ne considera la causa principale. Per non simpatizzare né con il dentista né con il neurologo in questo contesto, considereremo il paziente affetto da "TMDs/nOP"; quindi nessuno combatte.{{q4|Ma chi avrà ragione?}}
  }}</ref> D'altro canto, il neurologo propende per una diagnosi di patologia neuromotoria organica, denominata "Dolore Orofacciale Neuropatico" (nOP), escludendo o minimizzando la componente DTM come causa primaria. Al fine di adottare un approccio non imparziale, considereremo la condizione della paziente come "TMDs/nOP", cercando così di non favorire nessuna delle due interpretazioni.


Siamo ovviamente di fronte ad una serie di temi che meritano un'adeguata discussione perché riguardano la diagnostica clinica.
Ci troviamo, indubbiamente, dinanzi a una serie di questioni che richiedono un'approfondita riflessione, data la loro rilevanza nel contesto della diagnostica clinica.


A differenza dei linguaggi formali della matematica, della logica e della programmazione informatica (che sono sistemi artificiali di segni con precise regole di sintassi e semantica), la maggior parte dei linguaggi scientifici si sviluppa come una semplice espansione del linguaggio naturale con un mix di alcuni termini tecnici. Il linguaggio medico appartiene a questa categoria intermedia. Emerge dal linguaggio naturale e quotidiano aggiungendo termini come 'dolore neuropatico', 'Disturbi temporo-mandibolari', 'demielinizzazione', 'allodinia', ecc. Per questo non ha una sintassi specifica e semantica oltre a quella che prende dal linguaggio naturale . Consideriamo ad esempio il termine 'malattia' riferito alla paziente Mary Poppins: termine che indica il concetto fondamentale di medicina, malattia alla base della nosologia e della ricerca e pratica clinica. Dovrebbe essere un termine tecnico ben definito, ma è ancora un termine indefinito.
A differenza dei linguaggi formali come quelli utilizzati in matematica, logica e programmazione informatica – caratterizzati da sistemi artificiali di segni governati da regole sintattiche e semantiche rigorose – la maggior parte dei linguaggi scientifici si evolve come un'estensione del linguaggio naturale, arricchendosi di un insieme di termini tecnici. Il linguaggio medico rientra in questa categoria intermedia: nasce dall'ampliamento del linguaggio quotidiano mediante l'incorporazione di terminologie specifiche quali "dolore neuropatico", "Disturbi temporo-mandibolari", "demielinizzazione", "allodinia", ecc. Questa evoluzione non comporta l'adozione di una sintassi o di una semantica distinte da quelle proprie del linguaggio naturale da cui deriva. Prendiamo ad esempio il termine "malattia", nel contesto della paziente Mary Poppins: una parola chiave nella medicina, essenziale per la nosologia, la ricerca e la pratica clinica. Sebbene rappresenti un concetto fondamentale nel campo, la sua definizione rimane notevolmente vaga e non completamente delineata. Questa ambiguità sottolinea la complessità intrinseca del linguaggio medico, il quale, pur essendo arricchito da terminologia tecnica, mantiene le caratteristiche flessibili e talvolta indeterminate del linguaggio naturale da cui proviene.


Nessuno sa cosa significhi esattamente e, a parte alcuni filosofi della medicina, nessuno è interessato al suo significato esatto. Ad esempio, la 'malattia' riguarda il soggetto/paziente o il Sistema (come organismo vivente)? E di conseguenza: un paziente che non è malato nel tempo <math>t_n</math> può convivere con un sistema già in stato di danno strutturale nel tempo <math>t_{i,-1}</math>?
Il significato esatto del termine "malattia" sfugge a una comprensione unanime, suscitando l'interesse principalmente di alcuni filosofi della medicina, mentre la maggior parte dei professionisti del settore non sembra preoccuparsi della sua definizione precisa. La domanda fondamentale è se il concetto di "malattia" debba essere associato al soggetto o paziente in termini individuali, o se debba essere riferito al Sistema, vale a dire all'organismo vivente nella sua interezza. Questo solleva un interrogativo ulteriore: è possibile che un paziente, che non è considerato malato al tempo <math>t_n</math>, possa in realtà coesistere con un sistema che era già in uno stato di danno strutturale in un momento precedente, indicato come <math>t_{n-1}</math>?


''Il termine linguaggio senza semantica come se fosse irrilevante o gratuito e i suoi derivati condividono con esso la stessa oscurità semantica.''<ref>{{cita libro
Questa riflessione porta a profonde discussioni sulla natura dinamica di salute e malattia, proponendo che la malattia debba essere vista non semplicemente come uno stato istantaneo o una condizione statica, ma come un processo evolutivo, influenzato da fattori temporali e dall'interazione tra diversi sistemi biologici e patologici all'interno dell'organismo. Tale prospettiva richiede un'interpretazione più sofisticata e probabilmente quantitativa della salute, che tenga conto delle variazioni temporali e delle dinamiche tra vari sistemi biologici e patologici.<blockquote>L'uso del termine "linguaggio senza semantica", trattato come se fosse irrilevante o privo di conseguenze, e i suoi derivati, condividono la stessa mancanza di chiarezza semantica. Questa affermazione evidenzia una critica profonda verso l'assunzione che il linguaggio possa esistere in una forma puramente strutturale o formale, priva di un contenuto semantico che ne definisca il significato. In tal modo, si mette in luce l'essenziale interdipendenza tra semantica e linguaggio per la comprensione e la comunicazione efficace.<ref>{{cita libro
|autore=Sadegh-Zadeh Kazem
|autore=Sadegh-Zadeh Kazem
|titolo=Handbook of Analytic Philosophy of Medicine
|titolo=Handbook of Analytic Philosophy of Medicine
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|DOI=10.1007/978-94-007-2260-6
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}}</ref>
}}</ref></blockquote>
;In breve
;In breve
* la paziente Mary Poppins è malata o il sistema masticatorio?
La domanda se la paziente, identificata come Mary Poppins, sia affetta da una patologia, o se sia il suo sistema masticatorio a manifestare sintomi patologici, invita a un'analisi dettagliata dal punto di vista medico. La distinzione tra una malattia individuale e una disfunzione di un sistema complesso come il sistema masticatorio richiede un approccio olistico che consideri le interrelazioni tra i vari componenti anatomici e funzionali coinvolti.
* Si tratta invece di una malattia del 'Sistema' considerando il Sistema masticatorio nella sua totalità costituito da sottoinsiemi quali recettori, tessuto nervoso periferico e centrale, ossa mascellari, denti, lingua, pelle, ecc.,?
 
* Oppure si tratta di una malattia dell'"organo" che coinvolge in questo caso specifico l'articolazione temporo-mandibolare (ATM)?
Dal punto di vista medico, la condizione potrebbe essere interpretata come una patologia del "Sistema", ossia del sistema masticatorio nel suo complesso. Questo sistema è costituito da molteplici sottosistemi, tra cui recettori sensoriali, tessuto nervoso sia periferico che centrale, ossa mascellari, denti, lingua, e pelle, ognuno dei quali svolge un ruolo critico nel funzionamento armonico dell'intero sistema. Un disturbo in uno di questi componenti può pertanto influenzare negativamente la salute del sistema masticatorio nel suo insieme.
 
Alternativamente, la problematica potrebbe essere considerata come una patologia specifica dell'"organo", in questo contesto l'articolazione temporo-mandibolare (ATM), che gioca un ruolo cruciale nella masticazione e nella fonazione. Disfunzioni o patologie dell'ATM possono portare a sintomi complessi che influenzano non solo la funzionalità masticatoria, ma anche la qualità di vita del paziente, evidenziando l'importanza di un'accurata diagnosi e di un approccio terapeutico mirato.
 
Questa discussione sottolinea come le ambiguità e le limitazioni del linguaggio naturale possano complicare la comunicazione e la comprensione in ambito medico, specialmente quando si tenta di descrivere e diagnosticare condizioni complesse. L'impiego di terminologia medica precisa, insieme all'analisi di casi clinici specifici, si rivela quindi essenziale per superare queste sfide, facilitando un dialogo chiaro e una migliore comprensione delle patologie all'interno della comunità medica.


Queste brevi note dimostrano come le imprecisioni e le peculiarità del linguaggio naturale entrino nella medicina attraverso la sua forma sintattica e semanticamente sottosviluppata. Alcune di queste peculiarità dovrebbero essere affrontate con esempi clinici concreti.




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File:Spasmo emimasticatorio.jpg|'''Figura 1:''' Paziente che riporta "dolore orofacciale" nella faccia emilaterale destra
File:Spasmo emimasticatorio.jpg|'''Figura 1:''' Rappresentazione di un paziente che lamenta "dolore orofacciale" sul lato destro del volto.
File:Spasmo emimasticatorio ATM.jpg|'''Figura 2:''' stratigrafia dell'ATM del paziente che mostra segni di appiattimento condilare e osteofiti
File:Spasmo emimasticatorio ATM.jpg|'''Figura 2:''' Stratigrafia dell'ATM del paziente evidenziante appiattimento condilare e presenza di osteofiti.
File:Atm1 sclerodermia.jpg|'''Figura 3:''' Tomografia computerizzata dell'ATM che conferma la stratigrafia in figura 2
File:Atm1 sclerodermia.jpg|'''Figura 3:''' Tomografia computerizzata dell'ATM che corrobora i reperti di stratigrafia mostrati in Figura 2.
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==Comprensione della Terminologia Medica==
 
Esplorare cosa effettivamente significhi "significato" conduce in un territorio complesso e multiforme. Il Cambridge Dictionary lo definisce come "ciò che qualcosa esprime o rappresenta".<ref>[https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/meaning Cambridge Dictionary online]</ref> Tuttavia, questa spiegazione, per quanto intuitiva, lascia aperta la questione, dato che la comprensione di "significato" rimane ampia e non universalmente concordata. Varie teorie, ciascuna con i propri punti di forza e debolezze, cercano di affrontare questa domanda, portando a dibattiti accesi e senza una risposta definitiva.<ref>{{cita libro  
==Cosa significa un termine medico==
 
Chiediamoci cosa significa "significato".
 
Il Cambridge Dictionary dice che "Il significato di qualcosa è ciò che esprime o rappresenta"<ref>[https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/meaning Cambridge Dictionary online]</ref>. Per quanto semplice possa sembrare, la nozione di "significato" è piuttosto generica e vaga; non esiste ancora una risposta comunemente accettata alla domanda "cosa significa "significato"?' Sono state avanzate teorie controverse sul significato e ognuna ha i suoi vantaggi e difetti<ref>{{cita libro  
  | autore = Blouw P
  | autore = Blouw P
  | autore2 = Eliasmith C
  | autore2 = Eliasmith C
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  | PMID =  
  | PMID =  
  }}</ref>.
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Tradizionalmente, un termine viene visualizzato come un'etichetta linguistica che significa un oggetto in un mondo, concreto o astratto. Si pensa che il termine stia nella lingua come rappresentante di quell'oggetto, ad es. 'mela' per il famoso frutto. Questo termine 'mela' avrà lo stesso significato per il bambino americano, l'adulto europeo o l'anziano cinese, mentre il significato 'Dolore orofacciale' avrà un'intenzione per il neurologo, una per il dentista, e la sua stessa essenza la sfortunata Mary Poppins.
Tradizionalmente, si considera un termine come un'etichetta linguistica che rappresenta un oggetto, sia esso concreto o astratto. In questo modello, il termine funge da intermediario tra la lingua e l'oggetto che rappresenta, come nel caso della parola "mela", che evoca l'immagine del frutto noto a chiunque, indipendentemente dalla propria cultura o età. Tuttavia, termini come "dolore orofacciale" acquisiscono significati differenti a seconda del contesto: per un neurologo, per un dentista, o per la stessa Mary Poppins, il significato varierà considerevolmente, riflettendo le diverse prospettive e basi di conoscenza.


Tali espressioni non traggono il loro significato dalla rappresentazione di qualcosa nel mondo là fuori, ma dal modo in cui si relazionano con altri termini all'interno del proprio mondo o contesto.
Queste espressioni non derivano il loro significato semplicemente dalla rappresentazione di qualcosa "là fuori" nel mondo, ma piuttosto dal modo in cui interagiscono con altri termini all'interno del loro specifico mondo o contesto. Il dolore, per Mary Poppins, assume un significato particolare in relazione alla sua esperienza personale e coscienza, indipendente da qualsiasi esternazione quantificabile come il tentativo di assegnargli un valore su una scala da 0 a 10, il quale può rivelarsi privo di significato senza un contesto interno o normalizzato.


Il significato del dolore per Mary Poppins riguarda cosa può significare per lei, per la sua coscienza, e non per il mondo esterno: infatti, chiedere al paziente di attribuire al suo dolore un valore numerico, diciamo da 0 a 10, non ha senso , non ha significato, perché non c'è alcun riferimento normalizzante interno al proprio mondo o contesto.
Analogamente, un neurologo interpreterà il "dolore nell'emifaccia destra" basandosi esclusivamente sul suo contesto professionale, coinvolgendo concetti come sinapsi, assoni, canali ionici e potenziali d'azione. Un dentista, invece, inquadrerà il significato attraverso una lente focalizzata su denti, articolazione temporo-mandibolare, muscoli masticatori e occlusione, dimostrando come il significato sia intrinsecamente legato al contesto di riferimento.


Lo stesso vale per il neurologo che darà senso al termine 'dolore nell'emifaccia destra' esclusivamente nel suo contesto basato su sinapsi, assoni, canali ionici, potenziali d'azione, neuropeptidi ecc.


Il dentista farà lo stesso, in base al suo contesto costituito principalmente da denti, articolazione temporo-mandibolare, muscoli masticatori, occlusione ecc.
La considerazione dei concetti è cruciale nella formulazione di una "'''diagnosi differenziale'''", in quanto la loro mancata comprensione può condurre a errori clinici. È pertanto fondamentale esplorare la moderna filosofia del "Significato", introdotta da Gottlob Frege,<ref>[[:wikipedia:Gottlob_Frege|Wikipedia entry]]</ref> la quale articola il significato di un termine attraverso le nozioni di "estensione" e "intenzione".


 
L'"estensione" di un concetto comprende tutti gli enti che condividono una determinata caratteristica, mentre la "comprensione" si riferisce a un insieme di attributi che delineano quell'idea. Prendendo il "dolore" come esempio, questo termine si applica genericamente a un'ampia gamma di esperienze umane, mostrando un'alta estensione ma bassa comprensione. Tuttavia, analizzando il dolore specifico in contesti quali impianti dentali, pulpite dentale infiammatoria, e dolore neuropatico (odontalgia atipica),<ref>{{cita libro  
 
I concetti non devono essere trascurati quando si parla di "'''diagnosi differenziale'''", perché potrebbero essere fonti di errori clinici. Per questo occorre riflettere sulla moderna filosofia del 'Significato', iniziata con Gottlob Frege,<ref>[[:wikipedia:Gottlob_Frege|Wikipedia entry]]</ref> come composto di “estensione” e “intenzione” di un termine che esprime un concetto.
 
Il concetto ha la sua estensione (include tutti gli esseri con la stessa qualità) e 'comprensione' (un complesso di marcatori riferiti all'idea). Ad esempio, il concetto di dolore si riferisce a molti esseri umani, ma è più generico (grande estensione, ma poca comprensione). Se consideriamo il dolore nei pazienti che ricevono, ad esempio, impianti dentali, nei pazienti con pulpite dentale infiammatoria in corso e nei pazienti con dolore neuropatico (odontalgia atipica)<ref>{{cita libro  
  | autore = Porporatti AL
  | autore = Porporatti AL
  | autore2 = Bonjardim LR
  | autore2 = Bonjardim LR
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  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
  | PMID = 28118417
  | PMID = 28118417
  }}</ref> avremo:
  }}</ref> osserviamo che:
# Aumento della soglia di percezione meccanica e della soglia di percezione sensoriale legate all'attivazione delle fibre C.
# Anomalie somatosensoriali come allodinia, ridotta percezione meccanica e ridotta modulazione del dolore in pazienti con odontalgia atipica.
# Nessuna alterazione somatosensoriale dopo l'inserimento dell'impianto, sebbene i pazienti riferiscano un lieve dolore nella regione trattata.


Sul 'dolore' in generale possiamo dire che ha un'ampia estensione e una comprensione minima, ma se consideriamo il tipo di dolore sopra menzionato, ad esempio nei pazienti che ricevono impianti dentali, nei pazienti con pulpite infiammatoria dentale in corso e nei pazienti con dolore neuropatico (odontalgia atipica), diventa evidente che maggiore è la comprensione, minore è l'estensione.
* L'aumento della soglia di percezione meccanica e sensoriale segue l'attivazione delle fibre C.
* Nei casi di odontalgia atipica, emergono anomalie somatosensoriali come allodinia, diminuita percezione meccanica e modulazione del dolore ridotta.
* Dopo l'inserimento di un impianto, non si notano alterazioni somatosensoriali significative, benché sia segnalato un dolore lieve nella zona interessata.


La 'I''ntensione''' di un concetto, invece, è un insieme di aspetti che lo distinguono dagli altri. Sono queste le caratteristiche che differenziano il termine generico di “dolore”, che articolando l'intensione di un concetto ne riduce automaticamente l'estensione. Ovviamente, però, da un concetto possono discendere varie scale di generalità a seconda di quale aspetto della sua intensione si articola. Ecco perché potremmo concettualmente distinguere il dolore nell'ATM dal dolore neuropatico.
In generale, il "dolore" presenta un'ampia estensione e limitata comprensione, ma focalizzandoci su tipologie specifiche di dolore, notiamo che una maggiore comprensione conduce a una riduzione dell'estensione.


We can conveniently say, therefore, that the meaning of a term ''<math>\mathrm{S}</math>'' with respect to a particular language <math>\mathrm{l}</math> is an ordered couple, consisting of extension and intension, in a world that we will now call ‘context’.
L'"Intenzione" di un concetto indica gli aspetti distintivi che lo separano dagli altri, riducendo l'estensione del concetto all'aumentare della specificità dell'intenzione. Questo ci permette di distinguere, per esempio, il dolore all'ATM dal dolore neuropatico.


Proprio con riferimento al contesto va precisato che:
In conclusione, il significato di un termine in un determinato linguaggio può essere considerato come una coppia ordinata di estensione e intenzione, all'interno di un "contesto".


# Nel 'contesto' dentale, il termine dolore all'emifaccia destra rappresenta un'estensione relativamente ampia (tanto da poterlo classificare in un'area che comprende i 'TMD') e un'intensione composta da una serie di caratteristiche cliniche forse supportate da una serie di indagini radiologiche strumentali, EMG, assiografiche ecc.
Specificamente, nel contesto dentale, il "dolore all'emifaccia destra" abbraccia un'estensione ampia e un'intenzione delineata da caratteristiche cliniche e indagini radiologiche o EMG. Nel contesto neurologico, invece, tale dolore si associa a un'estensione e un'intenzione definiti da parametri clinici e diagnostici specifici.
# Nel 'contesto' neurologico, invece, il termine dolore all'emifaccia destra rappresenta un'estensione 'nOP' relativamente ampia e un'intensione composta da una serie di caratteristiche cliniche, forse supportate da una serie di indagini radiologiche strumentali, EMG, evocate somatosensoriali. potenziali, ecc.


Questa breve ma essenziale argomentazione permette di accertare come l'espressione linguistica di una lingua medica sia vulnerabile per una serie di ragioni; tra questi, si noti l'incompletezza semantica, nonché come un significato possa essere così diverso in contesti diversi che i termini "nOP" o "TMD" diventano ambigui con queste premesse.<ref>{{cita libro  
Questa analisi sottolinea la vulnerabilità della lingua medica a cause di ambiguità semantica e contestuale, evidenziando come termini quali "nOP" o "TMD" possano assumere significati marcatamente differenti a seconda del contesto.<ref>{{cita libro  
  | autore = Jääskeläinen SK
  | autore = Jääskeläinen SK
  | titolo =  Differential Diagnosis of Chronic Neuropathic Orofacial Pain: Role of Clinical Neurophysiology
  | titolo =  Differential Diagnosis of Chronic Neuropathic Orofacial Pain: Role of Clinical Neurophysiology
Line 210: Line 199:
  | PMID = 31688325
  | PMID = 31688325
  }}</ref>
  }}</ref>


==Ambiguità e Vaghezza==
==Ambiguità e Vaghezza==
    
    
 
Oltre al linguaggio specifico utilizzato, il significato di un termine medico è fortemente influenzato dal contesto di provenienza, il che può portare a fenomeni di "ambiguità" o "polisemia". Un termine è considerato ambiguo o polisemico quando presenta più di un significato. Linguistica e filosofia hanno dedicato ampia attenzione a questi fenomeni di ambiguità e vaghezza;;<ref>{{cita libro  
Come detto, al di là del linguaggio utilizzato, il significato di un termine medico dipende anche dai contesti da cui proviene, e questo può generare “ambiguità” o “polisemia” dei termini. Un termine si dice ambiguo o polisemico se ha più di un significato. L'ambiguità e la vaghezza sono state oggetto di notevole attenzione in linguistica e filosofia;<ref>{{cita libro  
  | autore = Schick F
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  | titolo = Ambiguity and Logic
  | titolo = Ambiguity and Logic
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  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
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  }}</ref> ma nonostante il significativo effetto dannoso dell'ambiguità e della vaghezza sull'adesione e sull'attuazione delle Linee guida per la pratica clinica (CPG),<ref>{{cita libro  
  }}</ref> tuttavia, nonostante l'impatto negativo che ambiguità e vaghezza possono avere sull'aderenza e sull'implementazione delle Linee Guida per la Pratica Clinica (CPG),<ref>{{cita libro  
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  }}</ref> questi concetti non sono stati ancora esplorati e differenziati in un contesto medico.
  }}</ref> questi concetti non sono stati ancora pienamente indagati e distinti nel contesto medico.


L'interpretazione da parte dei medici di termini vaghi varia notevolmente,<ref>{{cita libro  
Le interpretazioni dei termini medici vaghi da parte dei medici possono variare significativamente,<ref>{{cita libro  
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  }}</ref> portando a una presa ridotta e q una maggiore variazione pratica rispetto ai CPG. L'ambiguità è classificata in tipi sintattici, semantici e pragmatici.<ref>{{cita libro  
  }}</ref> conducendo a una minore uniformità e a maggiori variazioni nelle pratiche cliniche rispetto alle CPG. L'ambiguità è classificata in sintattica, semantica e pragmatica.<ref>{{cita libro  
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Come descritto in precedenza, il significato di una semplice espressione linguistica cui fa riferimento Mary Poppins ha almeno tre diversi significati in tre diversi contesti. L'ambiguità e la vaghezza dell'espressione linguistica alla base del termine 'dolore orofacciale', che al tempo stesso potrebbe essere fonte di errori diagnostici, riguarda principalmente l'inefficienza della logica del linguaggio medico nel decifrare il messaggio macchina che il Sistema invia in tempo reale all'esterno.
Come precedentemente menzionato, un'espressione linguistica semplice come quella a cui si riferisce Mary Poppins può acquisire almeno tre significati diversi a seconda del contesto. L'ambiguità e la vaghezza legate al termine "dolore orofacciale" possono quindi diventare fonte di errori diagnostici, evidenziando una certa inefficienza della logica linguistica medica nel decodificare il "messaggio macchina" trasmesso dal Sistema in tempo reale.


Dedichiamo un minuto a cercare di descrivere questo interessante argomento del '''linguaggio macchina criptato''' da cui saranno articolati i capitoli seguenti.
Approfondiamo questo tema affascinante del "linguaggio macchina criptato", da cui si svilupperanno i capitoli successivi.


Il dolore orofacciale non ha un significato nella sua forma lessicale più genuina, quanto piuttosto in quello che significa nel contesto in cui esiste: tutta una serie di domini da esso richiamati e generati come segni clinici, sintomi correlati e interazioni con altri neuromotorio, trigemino, distretti dentali, ecc. Questo linguaggio macchina non corrisponde al linguaggio verbale, ma ad un linguaggio crittografato costruito sul proprio alfabeto, che genera il messaggio da convertire in linguaggio verbale (naturale). Ora il problema si sposta sulla logica del linguaggio utilizzata per decrittare il codice. Per descrivere questo concetto in modo comprensibile, contempliamo una serie di esempi.
Il "dolore orofacciale" non assume significato tanto nella sua espressione lessicale più pura, quanto piuttosto nel contesto in cui si manifesta, evocando una vasta gamma di domini clinici, sintomi correlati e interazioni con altri sistemi neuromotori, il trigemino, i distretti dentali, ecc. Questo linguaggio macchina non si traduce direttamente in linguaggio verbale ma in un codice criptato basato su un alfabeto proprio, che deve essere decifrato per essere convertito in linguaggio naturale. Il focus si sposta quindi sulla logica linguistica impiegata per decodificare questo messaggio. Per illustrare meglio questo concetto, consideriamo alcuni esempi pratici.


Supponiamo che la sfortunata Mary Poppins soffra di "dolore orofacciale" e rappresenti quanto segue agli operatori sanitari a cui si riferisce:
Immaginiamo che Mary Poppins lamenti un "dolore orofacciale", comunicando così la sua condizione agli operatori sanitari di riferimento:




{{q2|Doc, 10 anni fa ho iniziato con un malessere diffuso alla mascella, compresi episodi di bruxismo; questi peggioravano a tal punto che accusavo di "dolore facciale diffuso", in particolare nella zona dell'"ATM" destra con rumori nei movimenti mandibolari. Durante questo periodo, sulla mia pelle si sono formate delle “lesioni vescicolari”, più evidenti nella metà destra del viso. In questo periodo, però, il dolore è diventato più intenso e intermittente|}}


L'operatore sanitario, che può essere un dermatologo, un dentista o un neurologo, raccoglie alcuni messaggi verbali nel dialogo di Mary Poppins, come "dolore facciale diffuso" o "ATM" o "lesione vescicolare", e stabilisce una serie di ipotetici conclusioni diagnostiche che non hanno nulla a che fare con il linguaggio crittografato.
{{q2|Doc, 10 anni fa ho iniziato con un malessere diffuso alla mascella, compresi episodi di bruxismo; questi peggioravano a tal punto che accusavo di "dolore facciale diffuso", in particolare nella zona dell'"ATM" destra con rumori nei movimenti mandibolari. Durante questo periodo, sulla mia pelle si sono formate delle “lesioni vescicolari”, più evidenti nella metà destra del viso. In questo periodo, però, il dolore è diventato più intenso e intermittente|}}L'operatore sanitario, che può essere un dermatologo, un dentista o un neurologo, raccoglie alcuni messaggi verbali nel dialogo di Mary Poppins, come "dolore facciale diffuso" o "ATM" o "lesione vescicolare", e stabilisce una serie di ipotetiche conclusioni diagnostiche che non hanno nulla a che fare con il linguaggio criptato.


Qui, però, dovremmo abbandonare un po' gli schemi e le opinioni acquisiti per seguire meglio il concetto di "linguaggio crittografato". Supponiamo, quindi, che il Sistema stia generando e inviando il seguente messaggio crittografato, ad esempio: '''Ephaptic'''.
Tuttavia, in questo contesto, dovremmo allontanarci dagli schemi e dalle opinioni preconcette per comprendere meglio il concetto di "linguaggio criptato". Supponiamo, quindi, che il Sistema stia generando e inviando il seguente messaggio criptato, ad esempio: "'''Ephaptic'''".


Ora, cosa ha a che fare "Ephaptic" con nOP o TMD?
Ora, quale relazione ha "Ephaptic" con nOP o TMD?


Niente e tutto, come verificheremo meglio alla fine dei capitoli sulla logica del linguaggio medico; ma ormai dedicheremo un po' di tempo ai concetti di crittografia e decrittazione. Forse ne abbiamo sentito parlare nei film di spionaggio o nella sicurezza delle informazioni, ma sono importanti anche in medicina, vedrai.
Niente e tutto, come vedremo meglio alla fine dei capitoli sulla logica del linguaggio medico; dedicheremo quindi del tempo ai concetti di criptografia e decriptazione. Forse ne abbiamo sentito parlare nei film di spionaggio o nella sicurezza delle informazioni, ma sono importanti anche in medicina, come vedrai.


==Codice criptato==
==Codice criptato==
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Continuiamo con il nostro esempio:
Prendiamo come esempio una piattaforma comune di crittografia e decrittazione. Nell'esempio seguente, illustreremo i risultati di una piattaforma italiana, ma potremmo scegliere qualsiasi piattaforma, poiché i risultati concettualmente non cambiano:


Prendiamo una piattaforma comune di crittografia e decrittazione. Nell'esempio seguente riporteremo i risultati di una piattaforma italiana ma possiamo scegliere qualsiasi piattaforma perché i risultati concettualmente non cambiano:
Digitiamo il nostro messaggio in chiaro; la macchina lo converte in qualcosa di illeggibile, ma chiunque conosca il "codice" sarà in grado di capirlo.


Digiti il ​​tuo messaggio in chiaro, la macchina lo converte in qualcosa di illeggibile, ma chiunque conosca il "codice" sarà in grado di capirlo.
Supponiamo, quindi, che lo stesso avvenga quando il cervello invia un messaggio nel proprio linguaggio macchina, fatto di treni d'onda, pacchetti di campi ionici e così via; e che questo porti con sé un messaggio da decodificare del tipo "Ephaptic".


Supponiamo, allora, che lo stesso avvenga quando il cervello invia un messaggio nel proprio linguaggio macchina, fatto di treni d'onda, pacchetti di campi ionici e così via; e questo porta con sé un messaggio per decifrare il codice "Ephaptic".
Questo messaggio del Sistema Nervoso Centrale deve essere prima tradotto nel linguaggio verbale, per consentire al paziente di dare significato all'espressione linguistica e al medico di interpretare il messaggio verbale. Tuttavia, in questo processo, il messaggio macchina viene inquinato dall'espressione linguistica: sia dal paziente, che non è in grado di convertire il messaggio crittografato nel significato esatto (vaghezza epistemica), sia dal medico, che è condizionato dal contesto specifico della sua specializzazione.


Questo messaggio del Sistema Nervoso Centrale deve essere prima trasdotto nel linguaggio verbale, per consentire al paziente di dare significato all'espressione linguistica e al medico di interpretare il messaggio verbale. In questo modo, però, il messaggio macchina viene inquinato dall'espressione linguistica: sia dal paziente, che non è in grado di convertire il messaggio crittografato con il significato esatto (vaghezza epistemica), sia dal medico, perché condizionato da il contesto specifico della sua specializzazione.
Il paziente, infatti, riportando una sintomatologia di dolore orofacciale nella regione dell'articolazione temporo-mandibolare, virtualmente combina l'insieme di estensione e intenzione in un concetto diagnostico che consente al dentista di formulare la diagnosi di dolore orofacciale da disordini temporo-mandibolari (TMD).


Il paziente, infatti, riportando una sintomatologia di dolore orofacciale nella regione dell'articolazione temporo-andibolare, combina virtualmente l'insieme di estensione e intenzione in un concetto diagnostico che consente al dentista di formulare la diagnosi di dolore orofacciale da disordini temporo-mandibolari. (TMD).
Molto spesso, il messaggio rimane crittografato almeno fino a quando il sistema non viene danneggiato a tal punto da far emergere segni e sintomi clinici così evidenti da facilitare la diagnosi.


Molto spesso il messaggio rimane crittografato almeno fino a quando il sistema non viene danneggiato a tal punto da far emergere segni e sintomi clinici così eclatanti da, ovviamente, facilitare la diagnosi.
Capire come funziona la crittografia è abbastanza semplice (vai alla piattaforma di decrittazione, scegli e prova):
 
Capire come funziona la crittografia è abbastanza semplice (vai alla piattaforma di decrittazione sceglie e provalo):
 
# scegliere una chiave di crittografia tra quelle selezionate;
# digita una parola;
# ottenere un codice corrispondente alla chiave scelta e alla parola digitata.
 
Ad esempio, se inseriamo la parola 'Ephaptic' nel sistema di crittografia della piattaforma, avremo un codice crittografato nei tre diversi contesti (paziente, dentista e neurologo) che corrispondono alle tre diverse chiavi algoritmiche indicate dal programma, ad esempio: la chiave A corrisponde all'algoritmo del paziente, la chiave B al contesto dentale e la chiave C al contesto neurologico.
 
Nel caso del paziente, ad esempio, scrivendo <code>Ephaptic</code> e utilizzando il tasto A, la "macchina" ci restituirà un codice come


* Scegliere una chiave di crittografia tra quelle selezionate;
* Digitare una parola;
* Ottenere un codice corrispondente alla chiave scelta e alla parola digitata.


Ad esempio, se inseriamo la parola 'Ephaptic' nel sistema di crittografia della piattaforma, otterremo un codice crittografato nei tre diversi contesti (paziente, dentista e neurologo) che corrispondono alle tre diverse chiavi algoritmiche indicate dal programma; ad esempio, la chiave A corrisponde all'algoritmo del paziente, la chiave B al contesto dentale e la chiave C al contesto neurologico.


Nel caso del paziente, ad esempio, scrivendo "Ephaptic" e utilizzando il tasto A, la "macchina" ci restituirà un codice come:




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   </math>
   </math>


La chiave può essere definita come "Contesto reale".  
La chiave può essere definita come "Contesto reale".
 
{{q4|Perché dici che la "chiave" del paziente è definita come quella VERA?|risposta difficile, ma per favore osserva il fenomeno Gate Control e capirai}}
 


{{q2|Perché dici che la "chiave" del paziente è definita come quella VERA?|risposta difficile, ma per favore osserva il fenomeno Gate Control e capirai}}


Innanzitutto: solo il paziente è inconsciamente consapevole della malattia che affligge il proprio sistema, ma non ha la capacità di trasdurre il segnale dal linguaggio macchina al linguaggio verbale. La stessa procedura si verifica in "Systems Control Theory", in cui una procedura di controllo dinamico denominata "State Observer" è progettata per stimare lo stato del sistema dalle misurazioni di output. Di fatto, nella teoria del controllo, l'osservabilità è una misura di quanto lo stato interno di un sistema può essere dedotto dalla conoscenza dei suoi output esterni.<ref>[[wikipedia:Observability|Osservability]] </ref> Mentre nel caso di un sistema biologico è preferita una "Osservabilità stocastica" di sistemi dinamici lineari,<ref>{{cita libro  
Innanzitutto, è da considerare che solo il paziente è inconsciamente consapevole della malattia che affligge il proprio sistema, ma non ha la capacità di trasdurre il segnale dal linguaggio macchina al linguaggio verbale. Questo processo richiama la "Systems Control Theory", in cui una procedura di controllo dinamico nota come "State Observer" è progettata per stimare lo stato del sistema dalle misurazioni di output. Nella teoria del controllo, l'osservabilità è una misura di quanto lo stato interno di un sistema possa essere dedotto dalla conoscenza dei suoi output esterni.<ref>[[wikipedia:Observability|Osservability]] </ref> Mentre nel caso di un sistema biologico è preferita un'osservabilità stocastica di sistemi dinamici lineari,<ref>{{cita libro  
  | autore = Chen HF
  | autore = Chen HF
  | titolo = On stochastic observability and controllability
  | titolo = On stochastic observability and controllability
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  | LCCN =  
  | LCCN =  
  | OCLC =  
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  }}</ref> le matrici Gramian sono utilizzate per l'osservabilità stocastica di sistemi non lineari.<ref>[[wikipedia:Controllability_Gramian|Controllability Gramian]]</ref><ref>{{cita libro  
  }}</ref> le matrici Gramian vengono utilizzate per l'osservabilità stocastica di sistemi non lineari..<ref>[[wikipedia:Controllability_Gramian|Controllability Gramian]]</ref><ref>{{cita libro  
  | autore = Powel ND
  | autore = Powel ND
  | autore2 = Morgansen KA
  | autore2 = Morgansen KA
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  }}</ref>
  }}</ref>


Già questo basterebbe per portare ora la nostra attenzione su un fenomeno straordinariamente esplicativo chiamato Gate Control. Se un bambino viene colpito a una gamba mentre gioca a calcio, oltre a piangere, la prima cosa che fa è strofinare ampiamente la zona dolorante in modo che il dolore diminuisca. Il bambino non conosce il 'Gate Control', ma attiva inconsciamente un'azione che, stimolando i recettori tattili, chiude il cancello all'ingresso dell'ingresso nocicettivo delle fibre C, diminuendo di conseguenza il dolore; il fenomeno fu scoperto solo nel 1965 da Ronald Melzack e Patrick Wall. <ref>{{cita libro  
Tuttavia, questo concetto porta la nostra attenzione su un fenomeno straordinariamente esplicativo chiamato Gate Control. Quando un bambino viene colpito a una gamba mentre gioca a calcio, oltre a piangere, la prima azione che compie è quella di strofinare ampiamente la zona dolorante, al fine di alleviare il dolore. Il bambino agisce inconsciamente, stimolando i recettori tattili e chiudendo il "cancello" all'ingresso nocicettivo delle fibre C, riducendo così il dolore; questo fenomeno fu scoperto solo nel 1965 da Ronald Melzack e Patrick Wall.<ref>{{cita libro  
  | autore = Melzack R
  | autore = Melzack R
  | titolo =  The McGill Pain Questionnaire: major properties and scoring methods  
  | titolo =  The McGill Pain Questionnaire: major properties and scoring methods  
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  }}</ref>
  }}</ref>


Così come nei computer, la crittografia-decrittografia avviene anche in biologia. Infatti, in una recente ricerca gli autori hanno esaminato l'influenza dei meccanismi molecolari del fenomeno del "potenziamento a lungo termine" (LTP) nell'ippocampo sull'importanza funzionale della plasticità sinaptica per l'archiviazione delle informazioni e lo sviluppo della connettività neuronale. Non è ancora chiaro se l'attività modifichi la forza delle singole sinapsi in modo digitale (01, tutto o niente) o analogico (graduato). Nello studio emerge che le singole sinapsi sembrano avere un potenziamento 'tutto o niente', indicativo di processi altamente cooperativi, ma diverse soglie per subire il potenziamento. Questi risultati sollevano la possibilità che alcune forme di memoria sinaptica possano essere archiviate digitalmente nel cervello.<ref>{{cite book  
Analogamente ai computer, la crittografia e la decrittografia avvengono anche in biologia. In una ricerca recente, gli autori hanno esaminato l'influenza dei meccanismi molecolari del fenomeno del "potenziamento a lungo termine" (LTP) nell'ippocampo sull'importanza funzionale della plasticità sinaptica per l'archiviazione delle informazioni e lo sviluppo della connettività neuronale. Non è ancora chiaro se l'attività modifichi la forza delle singole sinapsi in modo digitale (01, tutto o niente) o analogico (graduato). Lo studio suggerisce che le singole sinapsi sembrano avere un potenziamento "tutto o niente", indicativo di processi altamente cooperativi, ma con diverse soglie per subire il potenziamento. Questi risultati sollevano la possibilità che alcune forme di memoria sinaptica possano essere archiviate digitalmente nel cervello.<ref>{{cite book  
  | autore = Petersen C
  | autore = Petersen C
  | autore2 = Malenka RC
  | autore2 = Malenka RC
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==Codice decriptato ==
==Codice decriptato ==
Ora, supponendo che il linguaggio macchina e il codice assembler siano ben strutturati, inseriamo il messaggio crittografato dal sistema Mary Poppins nella 'Bocca della verità': <ref>[[:wikipedia:Bocca_della_Verità|<!--132-->Mouth of truth in Wikipedia]]</ref>:
Ora, supponendo che il linguaggio macchina e il codice assembler siano ben strutturati, inseriamo il messaggio crittografato dal sistema Mary Poppins nella 'Bocca della verità':<ref>[[:wikipedia:Bocca_della_Verità|<!--132-->Mouth of truth in Wikipedia]]</ref>


<math>133755457655037A  </math>
<math>133755457655037A  </math>


Facciamo finta di essere Marziani in possesso della giusta chiave (algoritmo o contesto) la chiave A che corrisponde al 'Contesto Reale'. Saremmo in grado di decifrare perfettamente il messaggio, come puoi verificare inserendo il codice nell'apposita finestra:  
Immaginiamo di essere Marziani in possesso della giusta chiave (algoritmo o contesto), la chiave A, che corrisponde al 'Contesto Reale'. Saremmo in grado di decifrare perfettamente il messaggio, come potete verificare inserendo il codice nell'apposita finestra:{{q2|Ephaptic|}}


{{q2|Ephaptic|}}
Ma non siamo marziani, quindi utilizzeremo, contestualmente alle informazioni acquisite dal contesto sociale e scientifico, la chiave dentale che corrisponde alla chiave B. Inserendo il codice nella finestra di decrittazione, otterremo:


Ma non siamo marziani, quindi utilizzeremo, contestualmente alle informazioni acquisite dal contesto sociale e scientifico, la chiave dentale che corrisponde alla chiave B, con la conseguente decriptazione del messaggio in:{{q2|5GoI49E5!|}}
La chiave B restituisce il messaggio decriptato\{{q2|5GoI49E5!|}}


Utilizzando la chiave C che corrisponde al contesto neurologico, la decriptazione del messaggio sarebbe:{{q2|26k81n_g+|}}
Utilizzando la chiave C che corrisponde al contesto neurologico, la decriptazione del messaggio sarebbe:{{q2|26k81n_g+|}}


Questi sono elementi straordinariamente interessanti della logica del linguaggio, e si noti che il messaggio crittografato del reale contesto 'significato' della 'malattia', la chiave A, è totalmente diverso da quello crittografato attraverso le chiavi B e la chiave C: essi sono costruiti in contesti convenzionalmente diversi, mentre esiste una sola realtà e questo indica un ipotetico errore diagnostico.
Questi concetti evidenziano aspetti molto interessanti della logica del linguaggio medico. È cruciale notare che il messaggio crittografato nel contesto reale del "significato" della "malattia", utilizzando la chiave A, è del tutto diverso da quello crittografato attraverso le chiavi B e C. Questi messaggi sono generati in contesti convenzionalmente diversi, sebbene riflettano un'unica realtà. Tale discrepanza suggerisce la possibilità di errori diagnostici.
 
Questo significa che le logiche del linguaggio medico, basate principalmente sull'estensione del linguaggio verbale, potrebbero non essere ottimali nell'effettuare diagnosi rapide e dettagliate, specialmente quelle differenziali. Ciò è dovuto alla distorsione causata dall'ambiguità e dalla vaghezza semantica dell'espressione linguistica, nota come "vaghezza epistemica" o "incertezza epistemica", che indirizza la diagnosi verso il contesto specialistico di riferimento piuttosto che verso la verità assoluta.
 
Questi concetti mettono in luce la complessità della comunicazione nel campo medico e sottolineano l'importanza di considerare non solo il linguaggio verbale, ma anche i contesti e le sfumature di significato associati alla diagnosi e al trattamento delle malattie.


Ciò significa che le logiche del linguaggio medico costruite principalmente su un'estensione del linguaggio verbale, non sono molto efficienti nell'essere rapide e dettagliate nella diagnostica, soprattutto differenziale. Questo perché la distorsione dovuta all'ambiguità e alla vaghezza semantica dell'espressione linguistica, chiamata 'vaghezza epistemica' o 'incertezza epistemica', o meglio 'conoscenza incerta', indirizza forzatamente la diagnosi verso il ''contesto specialistico'' di riferimento e non sull'esatto e quello vero.{{q4|Perché, allora, abbiamo relativamente successo nella diagnostica?|Sarebbe necessaria un'intera enciclopedia a parte per rispondere a questa domanda, ma senza andare troppo lontano, proviamo a discuterne le ragioni.}}
{{q2|Perché, allora, abbiamo relativamente successo nella diagnostica?|Sarebbe necessaria un'intera enciclopedia a parte per rispondere a questa domanda, ma senza andare troppo lontano, proviamo a discuterne le ragioni.}}






L'intuizione diagnostica di base è un modo di ragionare rapido, non analitico e inconscio. Un piccolo corpus di prove indica l'ubiquità dell'intuizione e la sua utilità nel generare ipotesi diagnostiche e accertare la gravità della malattia. Poco si sa su come i medici esperti comprendano questo fenomeno e su come ci lavorino nella pratica clinica. La maggior parte dei rapporti sull'intuizione diagnostica del medico hanno collegato questo fenomeno al ragionamento non analitico e hanno sottolineato l'importanza dell'esperienza nello sviluppo di un senso affidabile dell'intuizione che può essere utilizzato per impegnare efficacemente il ragionamento analitico al fine di valutare l'evidenza clinica. In uno studio recente, gli autori concludono che i clinici percepiscono l'intuizione clinica come utile per correggere e far progredire la diagnosi di condizioni sia comuni che rare.<ref>{{cite book  
L'intuizione diagnostica di base rappresenta un processo di ragionamento rapido, non analitico e spesso inconscio. Sebbene poco si sappia su come i medici esperti comprendano questo fenomeno e su come lo applichino nella pratica clinica, un piccolo corpus di prove indica l'ubiquità e l'utilità dell'intuizione nel generare ipotesi diagnostiche e nel valutare la gravità delle malattie. La maggior parte degli studi sull'intuizione diagnostica dei medici ha evidenziato il collegamento di questo fenomeno con il ragionamento non analitico, sottolineando l'importanza dell'esperienza nel suo sviluppo e nella sua applicazione per integrare efficacemente il ragionamento analitico nell'interpretazione dell'evidenza clinica. In uno studio recente, gli autori hanno concluso che i clinici percepiscono l'intuizione clinica come uno strumento utile per correggere e far progredire la diagnosi di condizioni sia comuni che rare.<ref>{{cite book  
  | autore = Vanstone M
  | autore = Vanstone M
  | autore2 = Monteiro S
  | autore2 = Monteiro S
Line 540: Line 527:
  | DOI = 10.1515/dx-2018-0069
  | DOI = 10.1515/dx-2018-0069
  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
  }}</ref> Va inoltre notato che il Sistema biologico invia all'esterno un messaggio crittografato integrato in modo univoco, nel senso che ogni pezzo di codice avrà un significato preciso se preso singolarmente, mentre se abbinato a tutti gli altri genererà il codice completo corrispondente al messaggio vero e proprio, ovvero "Ephaptic".
  }}</ref>


Insomma, un report strumentale (o una serie di report strumentali) non basta per decifrare il messaggio della macchina in un modo esattamente corrispondente alla realtà. Se ci aspettiamo che il messaggio venga decifrato da 2/3 del codice, che forse corrisponde a una serie di indagini di laboratorio, otterremmo il seguente risultato di decifrazione:{{q2|Ef+£2|}}
È importante notare che il sistema biologico invia all'esterno un messaggio crittografato integrato in modo univoco. Ogni pezzo di codice ha un significato preciso se preso singolarmente, ma solo quando abbinato a tutti gli altri pezzi genera il codice completo corrispondente al messaggio vero e proprio, come ad esempio "Ephaptic".


Questo risultato deriva dalla cancellazione degli ultimi due elementi del codice di origine: <math>13375545765503</math> derivante dalla<math>133755457655037A</math>. Quindi, parte del codice viene decifrato (''Ef'') mentre il resto rimane crittografato e la conclusione parla da sé: non basta identificare una serie di test specifici, ma occorre saperli legare tra loro in modo specifico al fine di completare il concetto reale e costruire la diagnosi.
Tuttavia, un singolo rapporto strumentale o una serie di essi non è sufficiente per decifrare il messaggio della macchina in modo completamente corrispondente alla realtà. Se ipotizziamo che il messaggio venga decifrato utilizzando il 2/3 del codice, forse corrispondente a una serie di indagini di laboratorio, otterremmo il seguente risultato di decifrazione:


Pertanto, è necessario un ordinelogico di linguaggio medico:{{q4|Cosa si intende per sequenza del codice del linguaggio macchina|come si vedrà molti test diagnostici sono inutili e forvianti ed inquinano il percorso diagnostico. }}
{{q2|Ef+£2|}}


==Considerazioni finali==
Il risultato della decodifica deriva dalla cancellazione degli ultimi due elementi del codice di origine, ovvero <math>13375545765503</math>, ottenendo così il codice parziale  (''Ef'') dall'originale <math>133755457655037A</math>. In questo processo, una parte del codice viene decifrata, mentre il resto rimane crittografato.
 
Questa situazione mette in evidenza il fatto che non è sufficiente identificare una serie di test specifici; è altrettanto importante saperli collegare tra loro in modo specifico al fine di completare il concetto reale e formulare una diagnosi accurata.


Pertanto, diventa evidente l'importanza di un ordine logico nel linguaggio medico:
{{q2|Cosa si intende per sequenza del codice del linguaggio macchina|come si vedrà molti test diagnostici sono inutili e forvianti ed inquinano il percorso diagnostico. }}


==Considerazioni finali==


La logica del linguaggio non è affatto un argomento per filosofi e pedagoghi; ma riguarda sostanzialmente un aspetto fondamentale della medicina che è la Diagnosi. Si noti che la classificazione internazionale delle malattie, 9a revisione (ICD-9), ha 6.969 codici di malattia, mentre ce ne sono 12.420 in ICD-10 (OMS 2013).<ref name=":0">{{cite book  
La logica del linguaggio non rappresenta un tema di esclusivo interesse per filosofi e pedagoghi; essa concerne, invece, un aspetto cruciale della medicina, ovvero la diagnosi. È rilevante osservare che la Classificazione Internazionale delle Malattie, nella sua nona revisione (ICD-9), comprende 6.969 codici di malattia, numero che aumenta a 12.420 nella decima revisione, l'ICD-10, come riportato dall'OMS nel 2013.<ref name=":0">{{cite book  
  | autore = Stanley DE
  | autore = Stanley DE
  | autore2 = Campos DG
  | autore2 = Campos DG
Line 568: Line 560:
  | DOI = 10.1353/pbm.2013.0019
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  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
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  }}</ref> Sulla base dei risultati di un'ampia serie di autopsie, Leape, Berwick e Bates (2002a) hanno stimato che gli errori diagnostici causavano da 40.000 a 80.000 morti all'anno.<ref>{{cite book  
  }}</ref> Sulla base dei dati raccolti da un'ampia serie di autopsie, Leape, Berwick e Bates (2002a) hanno stimato che gli errori diagnostici contribuiscono a causare tra le 40.000 e le 80.000 morti all'anno.<ref>{{cite book  
  | autore = Leape LL
  | autore = Leape LL
  | autore2 = Berwick DM
  | autore2 = Berwick DM
Line 584: Line 576:
  | DOI = 10.1001/jama.288.4.501
  | DOI = 10.1001/jama.288.4.501
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  }}</ref> Inoltre, in un recente sondaggio condotto su oltre 6.000 medici, il 96% riteneva che gli errori diagnostici fossero prevenibili.<ref>{{cite book  
  }}</ref> Per di più, un recente sondaggio, condotto su oltre 6.000 medici, ha rivelato che il 96% degli intervistati ritiene che gli errori diagnostici siano prevenibili.<ref>{{cite book  
  | autore = Graber ML
  | autore = Graber ML
  | autore2 = Wachter RM
  | autore2 = Wachter RM
Line 600: Line 592:
  | DOI = 10.1001/2012.jama.11913
  | DOI = 10.1001/2012.jama.11913
  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
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  }}</ref>Charles Sanders Peirce (1839–1914) era un logico e scienziato, che ha progressivamente sviluppato un approccio triadico alla logica dell'indagine.<ref>Voce di Wikipedia su ''[https://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Sanders_Peirce Charles Sanders Peirce]''</ref> Ha inoltre distinto tra tre forme di argomentazione, tipi di inferenza e metodi di ricerca impiegati nell'indagine scientifica, ovvero:


Charles Sanders Peirce (1839–1914) era un logico e scienziato praticante;<ref>Voce di Wikipedia su ''[https://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Sanders_Peirce Charles Sanders Peirce]''</ref> sviluppò gradualmente un resoconto triadico della logica dell'indagine. Distingue anche tra tre forme di argomentazione, tipi di inferenza e metodi di ricerca coinvolti nell'indagine scientifica, vale a dire:
* Abduzione, o generazione di ipotesi;
#Abduzione o generazione di ipotesi
* Deduzione, o trarre conseguenze da ipotesi;
#Deduzione o trarre conseguenze da ipotesi; e
* Induzione, o verifica delle ipotesi.
#Induzione o verifica di ipotesi.


Nella parte finale dello studio condotto da Donald E Stanley e Daniel G Campos, la logica peircea è considerata un aiuto per garantire l'efficacia del passaggio diagnostico dalle popolazioni agli individui. Una diagnosi si concentra sui singoli segni e sintomi di una malattia. Questa manifestazione non può essere estrapolata dalla popolazione generale, se non per un senso esperienziale molto ampio, ed è questo senso dell'esperienza che fornisce insight clinico, rafforza l'istinto di interpretare le percezioni e fonda la competenza che ci consente di agire. Acquisiamo conoscenze di base e convalidiamo l'esperienza al fine di trasferire le nostre osservazioni nella diagnosi.
Nella parte conclusiva dello studio di Donald E. Stanley e Daniel G. Campos, la logica di Peirce è considerata fondamentale per garantire l'efficacia del passaggio diagnostico da popolazioni a individui. Una diagnosi si basa sull'analisi dei singoli segni e sintomi di una malattia. Queste manifestazioni non possono essere estrapolate direttamente dalla popolazione generale senza un'ampia base di esperienza; è proprio questo ampio contesto esperienziale a fornire spunti clinici significativi, a rafforzare l'istinto nell'interpretare le percezioni e a fondare la competenza necessaria per agire. Acquisiamo conoscenze fondamentali e validiamo l'esperienza al fine di trasformare le nostre osservazioni in diagnosi.


In un altro studio recente, l'autore Pat Croskerry propone la cosiddetta "competenza adattiva nel processo decisionale medico", in cui una decisione clinica più efficace potrebbe essere raggiunta attraverso il ragionamento adattivo, portando a livelli avanzati di competenza e padronanza.<ref name=":1">{{cite book  
In un ulteriore studio recente, l'autore Pat Croskerry presenta il concetto di "competenza adattiva nel processo decisionale medico". Secondo Croskerry, una decisione clinica più efficace può essere conseguita attraverso un ragionamento adattivo, che porta a livelli avanzati di competenza e padronanza.<ref name=":1">{{cite book  
  | autore = Croskerry P
  | autore = Croskerry P
  | titolo = Adaptive Expertise in Medical Decision Making
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Le competenze adattive possono essere ottenute sottolineando le caratteristiche aggiuntive del processo di ragionamento:
Le competenze adattive possono essere sviluppate enfatizzando aspetti supplementari del processo di ragionamento:
 
* Essere consapevoli degli inibitori e dei facilitatori della razionalità. Gli specialisti, spesso inconsciamente, tendono a essere ancorati al proprio contesto scientifico e clinico.
* Perseguire gli standard del pensiero critico. Gli specialisti tendono a manifestare autoreferenzialità e mostrano difficoltà nell'accettare critiche provenienti da altre discipline scientifiche o da colleghi specialisti.
* Sviluppare una consapevolezza comprensiva dei pregiudizi cognitivi ed emotivi e imparare come mitigarli. È fondamentale utilizzare argomenti che rinforzino la consapevolezza degli aspetti che facilitano la razionalità.
 
Ulteriormente, è essenziale sviluppare una profonda comprensione della logica e dei suoi potenziali errori attraverso l'impiego di processi metacognitivi quali la riflessione e la consapevolezza. Questo tema viene introdotto già nel primo capitolo, intitolato "Introduzione".
 


# Essere consapevoli degli inibitori e dei facilitatori della razionalità (gli specialisti sono inconsapevolmente proiettati verso il proprio contesto scientifico e clinico).
# Persegui gli standard del pensiero critico. (Nello specialista si sostiene l'autoreferenzialità e difficilmente si accettano critiche da altre discipline scientifiche o da altri medici specialisti).
# Sviluppa una consapevolezza globale dei pregiudizi cognitivi e affettivi e impara come mitigarli. Usa argomenti che rafforzino il punto 1.


In questo contesto emergono fattori di eccezionale interesse che conducono a una sintesi complessiva di quanto esposto in questo capitolo. È indiscutibile che le argomentazioni di abduzione, deduzione e induzione ottimizzino il processo diagnostico, ma si basano fondamentalmente su una semeiotica clinica, ossia sull'interpretazione dei sintomi e/o segni clinici.<ref name=":0" /> Analogamente, l'esperienza adattiva di cui parla Pat Croskerry viene perfezionata e applicata nella diagnosi e negli errori derivanti da una semeiotica clinica.<ref name=":1" />


Sviluppare una simile profondità e comprensione della logica e dei suoi errori coinvolgendo processi metacognitivi come la riflessione e la consapevolezza. L'argomento è già menzionato nel primo capitolo "Introduzione"
È quindi necessario chiarire che la semeiotica e/o il valore specifico dell'analisi clinica non sono oggetto di critica, poiché queste procedure hanno rappresentato innovazioni straordinarie nella diagnostica attraverso i tempi. Nell'era attuale, sia a causa del cambiamento dell'aspettativa di vita umana sia dell'accelerazione sociale che stiamo vivendo, il 'tempo' si è trasformato in un fattore condizionante, inteso non tanto come mera successione temporale, ma piuttosto come veicolo di informazione.


In questa prospettiva, il linguaggio medico fin qui descritto, incentrato sul sintomo e sul segno clinico, non riesce a prevenire la malattia. Questo non avviene per mancanza di conoscenza, tecnologia o innovazione, bensì perché il contributo diagnostico non sfrutta le informazioni veicolate dal tempo. L'elemento 'Ephaptic' era già noto dieci anni fa, ma non è stato interpretato correttamente.


In questo contesto emergono fattori di straordinario interesse che portano a una sintesi di tutto quanto presentato in questo capitolo. È vero che le argomentazioni di abduzione, deduzione e induzione snelliscono il processo diagnostico ma si parla pur sempre di argomentazioni basate su una semeiotica clinica, cioè sul sintomo e/o segno clinico.<ref name=":0" /> Anche l'esperienza adattativa di cui parla Pat Croskerry viene affinata e implementata sulla diagnosi e sugli errori generati da una semeiotica clinica.<ref name=":1" />
Questa mancanza non può essere attribuita agli operatori sanitari, né al Servizio Sanitario o alla classe politico-industriale, poiché ciascuno agisce nel limite delle risorse e delle conoscenze disponibili nel contesto socio-epocale in cui opera.


Occorre quindi precisare che la semeiotica e/o il valore specifico dell'analisi clinica non sono oggetto di critiche in quanto queste procedure sono state straordinariamente innovative nella diagnostica di tutti i tempi. Nell'epoca in cui viviamo, però, sarà per il cambiamento dell'aspettativa di vita umana o per l'accelerazione sociale che stiamo vivendo, il 'tempo' è diventato un fattore condizionante, inteso non come scorrere temporale ma essenzialmente come portatore di informazione.
Il problema risiede, piuttosto, nella mentalità dell'umanità, che predilige una realtà deterministica a una stocastica. Questi argomenti saranno trattati in dettaglio nei capitoli successivi.
:<blockquote>''In questo senso, il tipo di linguaggio medico sopra descritto, basato sul sintomo e sul segno clinico, non è in grado di anticipare la malattia e non perché non ci siano know-how, tecnologia, innovazione, ecc., ma perché il contributo diagnostico non viene estrapolato dalle informazioni trasferite dal tempo. l'elemento 'Ephaptic' era già presente 10 anni prima ma non è stato decriptato.''</blockquote>


Questa non è responsabilità dell'operatore sanitario, del Servizio Sanitario e della classe politico-industriale perché ciascuno di questi attori fa quello che può con le risorse e la preparazione del contesto socio-epocale in cui vive.
Nei capitoli a seguire, tutti incentrati sulla logica, ci proponiamo di spostare l'attenzione dal sintomo e segno clinico al linguaggio macchina criptato. Le argomentazioni di Donald E. Stanley, Daniel G. Campos e Pat Croskerry sono ben accette, ma necessitano di essere reinterpretate alla luce del concetto di 'tempo' (in termini di anticipazione del sintomo) e del messaggio (come assemblatore e linguaggio macchina non verbale). Ciò, naturalmente, non inficia la validità della storia clinica (semeiotica), che si basa essenzialmente su un linguaggio verbale ancorato nella realtà medica.


Il problema, invece, sta nella mentalità dell'umanità che preferisce una realtà deterministica a una stocastica. Tratteremo questi argomenti in dettaglio.
Siamo consapevoli che il nostro "Sapiens Linux" è perplesso e si domanda:


Nei capitoli successivi, tutti di logica, cercheremo di spostare l'attenzione dal sintomo e segno clinico al linguaggio macchina crittografato: per quest'ultimo sono ben accette le argomentazioni del duo Donald E Stanley-Daniel G Campos e Pat Croskerry , ma sono da tradurre nel tema 'tempo' (anticipazione del sintomo) e nel messaggio (assemblatore e linguaggio macchina non verbale). Ciò ovviamente non preclude la validità della storia clinica (semeiotica), costruita essenzialmente su un linguaggio verbale radicato nella realtà medica.


Siamo consapevoli che il nostro Sapiens Linux è perplesso e si chiede:{{q4|potrebbe la logica del linguaggio classico aiutarci a risolvere il dilemma della povera Mary Poppins?|Vedrai che gran parte del pensiero medico si basa su  [[The logic of classical language|the logic of Classical language]] but there are limits}}
{{q4|potrebbe la logica del linguaggio classico aiutarci a risolvere il dilemma della povera Mary Poppins?|Vedrai che gran parte del pensiero medico si basa su  [[The logic of classical language|the logic of Classical language]] but there are limits}}





Latest revision as of 17:34, 21 October 2024

Logica di linguaggio medico

Abstract: Il documento "Logica di linguaggio medico - Masticationpedia" affronta la complessità del linguaggio medico, evidenziando come la sua ambiguità possa portare a interpretazioni errate e a errori diagnostici. Attraverso l'analisi di un caso clinico, si esplora la necessità di una logica formale per interpretare correttamente i termini medici, sottolineando l'importanza del contesto e dell'intenzione nell'interpretazione dei termini. Ecco una sintesi più dettagliata, arricchita da alcuni paragrafi chiave del documento:

  1. Ambiguità del Linguaggio Medico: Il testo inizia discutendo come il linguaggio medico, una miscela di terminologia tecnica e linguaggio naturale, possa generare ambiguità, con esempi specifici che dimostrano come diverse interpretazioni di una stessa condizione medica possano portare a diagnosi diverse e talvolta in conflitto.
  2. Il Caso Clinico di Mary Poppins: Viene presentato il caso di una paziente, Mary Poppins (nome ipotetico), che ha ricevuto cure da varie specializzazioni mediche per oltre un decennio. La sua storia clinica è utilizzata come esempio per discutere le sfide poste dall'ambiguità linguistica nel processo diagnostico, mostrando come termini medici come "dolore orofacciale" possano essere interpretati diversamente da dentisti, neurologi e altri specialisti.
  3. Linguaggio Macchina Criptato e Comunicazione Cerebrale: Il documento introduce il concetto di "linguaggio macchina criptato" per descrivere la comunicazione tra il cervello umano ( sia del paziente che dell'osservatore) e i professionisti medici, paragonando questa comunicazione alla crittografia informatica. Questa analogia serve a evidenziare come la comprensione errata dei segnali medici possa portare a diagnosi sbagliate.
  4. Significato e Ambiguità dei Termini Medici: Viene esplorata la complessità del significato nei termini medici, evidenziando come la comprensione di un termine possa variare significativamente a seconda del contesto e dell'intenzione dell'utilizzatore. Questo approfondimento sugli aspetti semantici dei termini medici sottolinea la necessità di un'interpretazione più accurata per prevenire errori diagnostici.
  5. Considerazioni Finali: Le conclusioni ribadiscono l'importanza di un approccio logico e di pensiero adattativo nel processo diagnostico medico. Viene suggerito un cambiamento di paradigma che sposta l'attenzione dal sintomo al "linguaggio macchina criptato", al fine di ottenere una comprensione più completa della malattia e migliorare il processo diagnostico coinvolgendo più attori.

Questi punti chiave sottolineano come il documento metta in discussione l'efficacia del linguaggio medico attuale e proponga approcci innovativi per superare le sue limitazioni, migliorando così la precisione delle diagnosi e la qualità dell'assistenza sanitaria.

 

Masticationpedia

 

Il linguaggio medico è un linguaggio naturale esteso

Il linguaggio, essenziale nell'ambito medico, può talvolta essere fonte di incomprensioni ed errori a causa della sua natura semanticamente limitata e della mancanza di coerenza con i paradigmi scientifici consolidati. La discrepanza tra l'uso del linguaggio e il contesto scientifico si evidenzia nell'ambiguità di termini come "dolore orofacciale", il cui significato può variare significativamente se interpretato attraverso la logica classica piuttosto che quella formale.

La transizione dalla logica classica a quella formale non è meramente un dettaglio aggiuntivo, ma richiede una descrizione meticolosa e accurata. Nonostante i progressi straordinari nella tecnologia medica e odontoiatrica, con lo sviluppo di strumentazioni avanzate quali elettromiografi, tomografia computerizzata a fascio conico (TC cone-beam) e sistemi di scansione orale digitale, persiste la necessità di un perfezionamento del linguaggio medico.

È fondamentale distinguere tra le lingue naturali (quali inglese, tedesco, italiano, ecc.) e le lingue formali, ad esempio la matematica. Le prime emergono spontaneamente all'interno delle comunità, sia sociali che scientifiche, mentre le seconde sono artificialmente create per applicazioni specifiche in campi quali matematica, logica e programmazione informatica. I linguaggi formali si caratterizzano per la loro sintassi e semantica ben definite, a differenza delle lingue naturali che, pur disponendo di una grammatica, spesso si mostrano carenti in termini di semantica esplicita.

Per garantire che l'analisi rimanga dinamica e coinvolgente, evitando di trasformarsi in un'arida dissertazione filosofica, si proporrà l'esame di un caso clinico esemplificativo. Questo sarà analizzato mediante l'applicazione di diverse logiche linguistiche:

Caso clinico e logica del linguaggio medico

La paziente, Mary Poppins (nome fittizio), ha beneficiato di un'attenzione medica multidisciplinare per oltre un decennio, ricevendo cure da dentisti, medici di base, neurologi e dermatologi. La sua storia clinica è riassunta come segue:

  • All'età di 40 anni, la signora Poppins notò per la prima volta l'apparizione di piccole macchie di pigmentazione anormale sul lato destro del viso. Dopo dieci anni, si verificò una serie di sviluppi significativi nella sua condizione. Durante il ricovero in dermatologia, fu sottoposta a una biopsia cutanea, che rivelò una diagnosi di sclerodermia localizzata facciale, comunemente denominata morfea. A seguito della diagnosi, le furono prescritti corticosteroidi.
  • A 44 anni, iniziò a sperimentare contrazioni involontarie del massetere destro e dei muscoli temporali, che nel tempo aumentarono in frequenza e durata. Descriveva questi episodi come blocchi sia diurni che notturni. Alla sua prima valutazione neurologica, benché la discromia fosse meno marcata, il suo viso mostrava un'asimmetria significativa, con una rientranza della guancia destra e un'evidente ipertrofia del massetere e dei muscoli temporali destri. Ricevette diagnosi varie, riflettendo le sfide poste dalle limitazioni del linguaggio medico.

Il contesto clinico si condensa nel seguente modo: la paziente, usando il suo linguaggio naturale, comunica il disagio psicofisico che la tormenta da tempo. Dopo aver effettuato una serie di indagini, quali anamnesi, stratigrafia e tomografia computerizzata dell'articolazione temporomandibolare (Figure 1, 2 e 3), il dentista formula una diagnosi di "Disturbi Temporomandibolari" (DTM).[1][2][3] D'altro canto, il neurologo propende per una diagnosi di patologia neuromotoria organica, denominata "Dolore Orofacciale Neuropatico" (nOP), escludendo o minimizzando la componente DTM come causa primaria. Al fine di adottare un approccio non imparziale, considereremo la condizione della paziente come "TMDs/nOP", cercando così di non favorire nessuna delle due interpretazioni.

Ci troviamo, indubbiamente, dinanzi a una serie di questioni che richiedono un'approfondita riflessione, data la loro rilevanza nel contesto della diagnostica clinica.

A differenza dei linguaggi formali come quelli utilizzati in matematica, logica e programmazione informatica – caratterizzati da sistemi artificiali di segni governati da regole sintattiche e semantiche rigorose – la maggior parte dei linguaggi scientifici si evolve come un'estensione del linguaggio naturale, arricchendosi di un insieme di termini tecnici. Il linguaggio medico rientra in questa categoria intermedia: nasce dall'ampliamento del linguaggio quotidiano mediante l'incorporazione di terminologie specifiche quali "dolore neuropatico", "Disturbi temporo-mandibolari", "demielinizzazione", "allodinia", ecc. Questa evoluzione non comporta l'adozione di una sintassi o di una semantica distinte da quelle proprie del linguaggio naturale da cui deriva. Prendiamo ad esempio il termine "malattia", nel contesto della paziente Mary Poppins: una parola chiave nella medicina, essenziale per la nosologia, la ricerca e la pratica clinica. Sebbene rappresenti un concetto fondamentale nel campo, la sua definizione rimane notevolmente vaga e non completamente delineata. Questa ambiguità sottolinea la complessità intrinseca del linguaggio medico, il quale, pur essendo arricchito da terminologia tecnica, mantiene le caratteristiche flessibili e talvolta indeterminate del linguaggio naturale da cui proviene.

Il significato esatto del termine "malattia" sfugge a una comprensione unanime, suscitando l'interesse principalmente di alcuni filosofi della medicina, mentre la maggior parte dei professionisti del settore non sembra preoccuparsi della sua definizione precisa. La domanda fondamentale è se il concetto di "malattia" debba essere associato al soggetto o paziente in termini individuali, o se debba essere riferito al Sistema, vale a dire all'organismo vivente nella sua interezza. Questo solleva un interrogativo ulteriore: è possibile che un paziente, che non è considerato malato al tempo , possa in realtà coesistere con un sistema che era già in uno stato di danno strutturale in un momento precedente, indicato come ?

Questa riflessione porta a profonde discussioni sulla natura dinamica di salute e malattia, proponendo che la malattia debba essere vista non semplicemente come uno stato istantaneo o una condizione statica, ma come un processo evolutivo, influenzato da fattori temporali e dall'interazione tra diversi sistemi biologici e patologici all'interno dell'organismo. Tale prospettiva richiede un'interpretazione più sofisticata e probabilmente quantitativa della salute, che tenga conto delle variazioni temporali e delle dinamiche tra vari sistemi biologici e patologici.

L'uso del termine "linguaggio senza semantica", trattato come se fosse irrilevante o privo di conseguenze, e i suoi derivati, condividono la stessa mancanza di chiarezza semantica. Questa affermazione evidenzia una critica profonda verso l'assunzione che il linguaggio possa esistere in una forma puramente strutturale o formale, priva di un contenuto semantico che ne definisca il significato. In tal modo, si mette in luce l'essenziale interdipendenza tra semantica e linguaggio per la comprensione e la comunicazione efficace.[4]

In breve

La domanda se la paziente, identificata come Mary Poppins, sia affetta da una patologia, o se sia il suo sistema masticatorio a manifestare sintomi patologici, invita a un'analisi dettagliata dal punto di vista medico. La distinzione tra una malattia individuale e una disfunzione di un sistema complesso come il sistema masticatorio richiede un approccio olistico che consideri le interrelazioni tra i vari componenti anatomici e funzionali coinvolti.

Dal punto di vista medico, la condizione potrebbe essere interpretata come una patologia del "Sistema", ossia del sistema masticatorio nel suo complesso. Questo sistema è costituito da molteplici sottosistemi, tra cui recettori sensoriali, tessuto nervoso sia periferico che centrale, ossa mascellari, denti, lingua, e pelle, ognuno dei quali svolge un ruolo critico nel funzionamento armonico dell'intero sistema. Un disturbo in uno di questi componenti può pertanto influenzare negativamente la salute del sistema masticatorio nel suo insieme.

Alternativamente, la problematica potrebbe essere considerata come una patologia specifica dell'"organo", in questo contesto l'articolazione temporo-mandibolare (ATM), che gioca un ruolo cruciale nella masticazione e nella fonazione. Disfunzioni o patologie dell'ATM possono portare a sintomi complessi che influenzano non solo la funzionalità masticatoria, ma anche la qualità di vita del paziente, evidenziando l'importanza di un'accurata diagnosi e di un approccio terapeutico mirato.

Questa discussione sottolinea come le ambiguità e le limitazioni del linguaggio naturale possano complicare la comunicazione e la comprensione in ambito medico, specialmente quando si tenta di descrivere e diagnosticare condizioni complesse. L'impiego di terminologia medica precisa, insieme all'analisi di casi clinici specifici, si rivela quindi essenziale per superare queste sfide, facilitando un dialogo chiaro e una migliore comprensione delle patologie all'interno della comunità medica.



Approccio clinico

(passa il mouse sopra le immagini)

Comprensione della Terminologia Medica

Esplorare cosa effettivamente significhi "significato" conduce in un territorio complesso e multiforme. Il Cambridge Dictionary lo definisce come "ciò che qualcosa esprime o rappresenta".[5] Tuttavia, questa spiegazione, per quanto intuitiva, lascia aperta la questione, dato che la comprensione di "significato" rimane ampia e non universalmente concordata. Varie teorie, ciascuna con i propri punti di forza e debolezze, cercano di affrontare questa domanda, portando a dibattiti accesi e senza una risposta definitiva.[6][7]

Tradizionalmente, si considera un termine come un'etichetta linguistica che rappresenta un oggetto, sia esso concreto o astratto. In questo modello, il termine funge da intermediario tra la lingua e l'oggetto che rappresenta, come nel caso della parola "mela", che evoca l'immagine del frutto noto a chiunque, indipendentemente dalla propria cultura o età. Tuttavia, termini come "dolore orofacciale" acquisiscono significati differenti a seconda del contesto: per un neurologo, per un dentista, o per la stessa Mary Poppins, il significato varierà considerevolmente, riflettendo le diverse prospettive e basi di conoscenza.

Queste espressioni non derivano il loro significato semplicemente dalla rappresentazione di qualcosa "là fuori" nel mondo, ma piuttosto dal modo in cui interagiscono con altri termini all'interno del loro specifico mondo o contesto. Il dolore, per Mary Poppins, assume un significato particolare in relazione alla sua esperienza personale e coscienza, indipendente da qualsiasi esternazione quantificabile come il tentativo di assegnargli un valore su una scala da 0 a 10, il quale può rivelarsi privo di significato senza un contesto interno o normalizzato.

Analogamente, un neurologo interpreterà il "dolore nell'emifaccia destra" basandosi esclusivamente sul suo contesto professionale, coinvolgendo concetti come sinapsi, assoni, canali ionici e potenziali d'azione. Un dentista, invece, inquadrerà il significato attraverso una lente focalizzata su denti, articolazione temporo-mandibolare, muscoli masticatori e occlusione, dimostrando come il significato sia intrinsecamente legato al contesto di riferimento.


La considerazione dei concetti è cruciale nella formulazione di una "diagnosi differenziale", in quanto la loro mancata comprensione può condurre a errori clinici. È pertanto fondamentale esplorare la moderna filosofia del "Significato", introdotta da Gottlob Frege,[8] la quale articola il significato di un termine attraverso le nozioni di "estensione" e "intenzione".

L'"estensione" di un concetto comprende tutti gli enti che condividono una determinata caratteristica, mentre la "comprensione" si riferisce a un insieme di attributi che delineano quell'idea. Prendendo il "dolore" come esempio, questo termine si applica genericamente a un'ampia gamma di esperienze umane, mostrando un'alta estensione ma bassa comprensione. Tuttavia, analizzando il dolore specifico in contesti quali impianti dentali, pulpite dentale infiammatoria, e dolore neuropatico (odontalgia atipica),[9] osserviamo che:

  • L'aumento della soglia di percezione meccanica e sensoriale segue l'attivazione delle fibre C.
  • Nei casi di odontalgia atipica, emergono anomalie somatosensoriali come allodinia, diminuita percezione meccanica e modulazione del dolore ridotta.
  • Dopo l'inserimento di un impianto, non si notano alterazioni somatosensoriali significative, benché sia segnalato un dolore lieve nella zona interessata.

In generale, il "dolore" presenta un'ampia estensione e limitata comprensione, ma focalizzandoci su tipologie specifiche di dolore, notiamo che una maggiore comprensione conduce a una riduzione dell'estensione.

L'"Intenzione" di un concetto indica gli aspetti distintivi che lo separano dagli altri, riducendo l'estensione del concetto all'aumentare della specificità dell'intenzione. Questo ci permette di distinguere, per esempio, il dolore all'ATM dal dolore neuropatico.

In conclusione, il significato di un termine in un determinato linguaggio può essere considerato come una coppia ordinata di estensione e intenzione, all'interno di un "contesto".

Specificamente, nel contesto dentale, il "dolore all'emifaccia destra" abbraccia un'estensione ampia e un'intenzione delineata da caratteristiche cliniche e indagini radiologiche o EMG. Nel contesto neurologico, invece, tale dolore si associa a un'estensione e un'intenzione definiti da parametri clinici e diagnostici specifici.

Questa analisi sottolinea la vulnerabilità della lingua medica a cause di ambiguità semantica e contestuale, evidenziando come termini quali "nOP" o "TMD" possano assumere significati marcatamente differenti a seconda del contesto.[10]



Ambiguità e Vaghezza

Oltre al linguaggio specifico utilizzato, il significato di un termine medico è fortemente influenzato dal contesto di provenienza, il che può portare a fenomeni di "ambiguità" o "polisemia". Un termine è considerato ambiguo o polisemico quando presenta più di un significato. Linguistica e filosofia hanno dedicato ampia attenzione a questi fenomeni di ambiguità e vaghezza;;[11][12][13] tuttavia, nonostante l'impatto negativo che ambiguità e vaghezza possono avere sull'aderenza e sull'implementazione delle Linee Guida per la Pratica Clinica (CPG),[14] questi concetti non sono stati ancora pienamente indagati e distinti nel contesto medico.

Le interpretazioni dei termini medici vaghi da parte dei medici possono variare significativamente,[15] conducendo a una minore uniformità e a maggiori variazioni nelle pratiche cliniche rispetto alle CPG. L'ambiguità è classificata in sintattica, semantica e pragmatica.[16]

Come precedentemente menzionato, un'espressione linguistica semplice come quella a cui si riferisce Mary Poppins può acquisire almeno tre significati diversi a seconda del contesto. L'ambiguità e la vaghezza legate al termine "dolore orofacciale" possono quindi diventare fonte di errori diagnostici, evidenziando una certa inefficienza della logica linguistica medica nel decodificare il "messaggio macchina" trasmesso dal Sistema in tempo reale.

Approfondiamo questo tema affascinante del "linguaggio macchina criptato", da cui si svilupperanno i capitoli successivi.

Il "dolore orofacciale" non assume significato tanto nella sua espressione lessicale più pura, quanto piuttosto nel contesto in cui si manifesta, evocando una vasta gamma di domini clinici, sintomi correlati e interazioni con altri sistemi neuromotori, il trigemino, i distretti dentali, ecc. Questo linguaggio macchina non si traduce direttamente in linguaggio verbale ma in un codice criptato basato su un alfabeto proprio, che deve essere decifrato per essere convertito in linguaggio naturale. Il focus si sposta quindi sulla logica linguistica impiegata per decodificare questo messaggio. Per illustrare meglio questo concetto, consideriamo alcuni esempi pratici.

Immaginiamo che Mary Poppins lamenti un "dolore orofacciale", comunicando così la sua condizione agli operatori sanitari di riferimento:


«Doc, 10 anni fa ho iniziato con un malessere diffuso alla mascella, compresi episodi di bruxismo; questi peggioravano a tal punto che accusavo di "dolore facciale diffuso", in particolare nella zona dell'"ATM" destra con rumori nei movimenti mandibolari. Durante questo periodo, sulla mia pelle si sono formate delle “lesioni vescicolari”, più evidenti nella metà destra del viso. In questo periodo, però, il dolore è diventato più intenso e intermittente»

L'operatore sanitario, che può essere un dermatologo, un dentista o un neurologo, raccoglie alcuni messaggi verbali nel dialogo di Mary Poppins, come "dolore facciale diffuso" o "ATM" o "lesione vescicolare", e stabilisce una serie di ipotetiche conclusioni diagnostiche che non hanno nulla a che fare con il linguaggio criptato.

Tuttavia, in questo contesto, dovremmo allontanarci dagli schemi e dalle opinioni preconcette per comprendere meglio il concetto di "linguaggio criptato". Supponiamo, quindi, che il Sistema stia generando e inviando il seguente messaggio criptato, ad esempio: "Ephaptic".

Ora, quale relazione ha "Ephaptic" con nOP o TMD?

Niente e tutto, come vedremo meglio alla fine dei capitoli sulla logica del linguaggio medico; dedicheremo quindi del tempo ai concetti di criptografia e decriptazione. Forse ne abbiamo sentito parlare nei film di spionaggio o nella sicurezza delle informazioni, ma sono importanti anche in medicina, come vedrai.

Codice criptato

Prendiamo come esempio una piattaforma comune di crittografia e decrittazione. Nell'esempio seguente, illustreremo i risultati di una piattaforma italiana, ma potremmo scegliere qualsiasi piattaforma, poiché i risultati concettualmente non cambiano:

Digitiamo il nostro messaggio in chiaro; la macchina lo converte in qualcosa di illeggibile, ma chiunque conosca il "codice" sarà in grado di capirlo.

Supponiamo, quindi, che lo stesso avvenga quando il cervello invia un messaggio nel proprio linguaggio macchina, fatto di treni d'onda, pacchetti di campi ionici e così via; e che questo porti con sé un messaggio da decodificare del tipo "Ephaptic".

Questo messaggio del Sistema Nervoso Centrale deve essere prima tradotto nel linguaggio verbale, per consentire al paziente di dare significato all'espressione linguistica e al medico di interpretare il messaggio verbale. Tuttavia, in questo processo, il messaggio macchina viene inquinato dall'espressione linguistica: sia dal paziente, che non è in grado di convertire il messaggio crittografato nel significato esatto (vaghezza epistemica), sia dal medico, che è condizionato dal contesto specifico della sua specializzazione.

Il paziente, infatti, riportando una sintomatologia di dolore orofacciale nella regione dell'articolazione temporo-mandibolare, virtualmente combina l'insieme di estensione e intenzione in un concetto diagnostico che consente al dentista di formulare la diagnosi di dolore orofacciale da disordini temporo-mandibolari (TMD).

Molto spesso, il messaggio rimane crittografato almeno fino a quando il sistema non viene danneggiato a tal punto da far emergere segni e sintomi clinici così evidenti da facilitare la diagnosi.

Capire come funziona la crittografia è abbastanza semplice (vai alla piattaforma di decrittazione, scegli e prova):

  • Scegliere una chiave di crittografia tra quelle selezionate;
  • Digitare una parola;
  • Ottenere un codice corrispondente alla chiave scelta e alla parola digitata.

Ad esempio, se inseriamo la parola 'Ephaptic' nel sistema di crittografia della piattaforma, otterremo un codice crittografato nei tre diversi contesti (paziente, dentista e neurologo) che corrispondono alle tre diverse chiavi algoritmiche indicate dal programma; ad esempio, la chiave A corrisponde all'algoritmo del paziente, la chiave B al contesto dentale e la chiave C al contesto neurologico.

Nel caso del paziente, ad esempio, scrivendo "Ephaptic" e utilizzando il tasto A, la "macchina" ci restituirà un codice come:


La chiave può essere definita come "Contesto reale".

«Perché dici che la "chiave" del paziente è definita come quella VERA?»
(risposta difficile, ma per favore osserva il fenomeno Gate Control e capirai)

Innanzitutto, è da considerare che solo il paziente è inconsciamente consapevole della malattia che affligge il proprio sistema, ma non ha la capacità di trasdurre il segnale dal linguaggio macchina al linguaggio verbale. Questo processo richiama la "Systems Control Theory", in cui una procedura di controllo dinamico nota come "State Observer" è progettata per stimare lo stato del sistema dalle misurazioni di output. Nella teoria del controllo, l'osservabilità è una misura di quanto lo stato interno di un sistema possa essere dedotto dalla conoscenza dei suoi output esterni.[17] Mentre nel caso di un sistema biologico è preferita un'osservabilità stocastica di sistemi dinamici lineari,[18] le matrici Gramian vengono utilizzate per l'osservabilità stocastica di sistemi non lineari..[19][20]

Tuttavia, questo concetto porta la nostra attenzione su un fenomeno straordinariamente esplicativo chiamato Gate Control. Quando un bambino viene colpito a una gamba mentre gioca a calcio, oltre a piangere, la prima azione che compie è quella di strofinare ampiamente la zona dolorante, al fine di alleviare il dolore. Il bambino agisce inconsciamente, stimolando i recettori tattili e chiudendo il "cancello" all'ingresso nocicettivo delle fibre C, riducendo così il dolore; questo fenomeno fu scoperto solo nel 1965 da Ronald Melzack e Patrick Wall.[21][22][23][24][25]

Analogamente ai computer, la crittografia e la decrittografia avvengono anche in biologia. In una ricerca recente, gli autori hanno esaminato l'influenza dei meccanismi molecolari del fenomeno del "potenziamento a lungo termine" (LTP) nell'ippocampo sull'importanza funzionale della plasticità sinaptica per l'archiviazione delle informazioni e lo sviluppo della connettività neuronale. Non è ancora chiaro se l'attività modifichi la forza delle singole sinapsi in modo digitale (01, tutto o niente) o analogico (graduato). Lo studio suggerisce che le singole sinapsi sembrano avere un potenziamento "tutto o niente", indicativo di processi altamente cooperativi, ma con diverse soglie per subire il potenziamento. Questi risultati sollevano la possibilità che alcune forme di memoria sinaptica possano essere archiviate digitalmente nel cervello.[26]

Codice decriptato

Ora, supponendo che il linguaggio macchina e il codice assembler siano ben strutturati, inseriamo il messaggio crittografato dal sistema Mary Poppins nella 'Bocca della verità':[27]

Immaginiamo di essere Marziani in possesso della giusta chiave (algoritmo o contesto), la chiave A, che corrisponde al 'Contesto Reale'. Saremmo in grado di decifrare perfettamente il messaggio, come potete verificare inserendo il codice nell'apposita finestra:

«Ephaptic»

Ma non siamo marziani, quindi utilizzeremo, contestualmente alle informazioni acquisite dal contesto sociale e scientifico, la chiave dentale che corrisponde alla chiave B. Inserendo il codice nella finestra di decrittazione, otterremo:

La chiave B restituisce il messaggio decriptato\

«5GoI49E5!»

Utilizzando la chiave C che corrisponde al contesto neurologico, la decriptazione del messaggio sarebbe:

«26k81n_g+»

Questi concetti evidenziano aspetti molto interessanti della logica del linguaggio medico. È cruciale notare che il messaggio crittografato nel contesto reale del "significato" della "malattia", utilizzando la chiave A, è del tutto diverso da quello crittografato attraverso le chiavi B e C. Questi messaggi sono generati in contesti convenzionalmente diversi, sebbene riflettano un'unica realtà. Tale discrepanza suggerisce la possibilità di errori diagnostici.

Questo significa che le logiche del linguaggio medico, basate principalmente sull'estensione del linguaggio verbale, potrebbero non essere ottimali nell'effettuare diagnosi rapide e dettagliate, specialmente quelle differenziali. Ciò è dovuto alla distorsione causata dall'ambiguità e dalla vaghezza semantica dell'espressione linguistica, nota come "vaghezza epistemica" o "incertezza epistemica", che indirizza la diagnosi verso il contesto specialistico di riferimento piuttosto che verso la verità assoluta.

Questi concetti mettono in luce la complessità della comunicazione nel campo medico e sottolineano l'importanza di considerare non solo il linguaggio verbale, ma anche i contesti e le sfumature di significato associati alla diagnosi e al trattamento delle malattie.

«Perché, allora, abbiamo relativamente successo nella diagnostica?»
(Sarebbe necessaria un'intera enciclopedia a parte per rispondere a questa domanda, ma senza andare troppo lontano, proviamo a discuterne le ragioni.)


L'intuizione diagnostica di base rappresenta un processo di ragionamento rapido, non analitico e spesso inconscio. Sebbene poco si sappia su come i medici esperti comprendano questo fenomeno e su come lo applichino nella pratica clinica, un piccolo corpus di prove indica l'ubiquità e l'utilità dell'intuizione nel generare ipotesi diagnostiche e nel valutare la gravità delle malattie. La maggior parte degli studi sull'intuizione diagnostica dei medici ha evidenziato il collegamento di questo fenomeno con il ragionamento non analitico, sottolineando l'importanza dell'esperienza nel suo sviluppo e nella sua applicazione per integrare efficacemente il ragionamento analitico nell'interpretazione dell'evidenza clinica. In uno studio recente, gli autori hanno concluso che i clinici percepiscono l'intuizione clinica come uno strumento utile per correggere e far progredire la diagnosi di condizioni sia comuni che rare.[28]

È importante notare che il sistema biologico invia all'esterno un messaggio crittografato integrato in modo univoco. Ogni pezzo di codice ha un significato preciso se preso singolarmente, ma solo quando abbinato a tutti gli altri pezzi genera il codice completo corrispondente al messaggio vero e proprio, come ad esempio "Ephaptic".

Tuttavia, un singolo rapporto strumentale o una serie di essi non è sufficiente per decifrare il messaggio della macchina in modo completamente corrispondente alla realtà. Se ipotizziamo che il messaggio venga decifrato utilizzando il 2/3 del codice, forse corrispondente a una serie di indagini di laboratorio, otterremmo il seguente risultato di decifrazione:

«Ef+£2»

Il risultato della decodifica deriva dalla cancellazione degli ultimi due elementi del codice di origine, ovvero , ottenendo così il codice parziale (Ef) dall'originale . In questo processo, una parte del codice viene decifrata, mentre il resto rimane crittografato.

Questa situazione mette in evidenza il fatto che non è sufficiente identificare una serie di test specifici; è altrettanto importante saperli collegare tra loro in modo specifico al fine di completare il concetto reale e formulare una diagnosi accurata.

Pertanto, diventa evidente l'importanza di un ordine logico nel linguaggio medico:

«Cosa si intende per sequenza del codice del linguaggio macchina»
(come si vedrà molti test diagnostici sono inutili e forvianti ed inquinano il percorso diagnostico.)

Considerazioni finali

La logica del linguaggio non rappresenta un tema di esclusivo interesse per filosofi e pedagoghi; essa concerne, invece, un aspetto cruciale della medicina, ovvero la diagnosi. È rilevante osservare che la Classificazione Internazionale delle Malattie, nella sua nona revisione (ICD-9), comprende 6.969 codici di malattia, numero che aumenta a 12.420 nella decima revisione, l'ICD-10, come riportato dall'OMS nel 2013.[29] Sulla base dei dati raccolti da un'ampia serie di autopsie, Leape, Berwick e Bates (2002a) hanno stimato che gli errori diagnostici contribuiscono a causare tra le 40.000 e le 80.000 morti all'anno.[30] Per di più, un recente sondaggio, condotto su oltre 6.000 medici, ha rivelato che il 96% degli intervistati ritiene che gli errori diagnostici siano prevenibili.[31]Charles Sanders Peirce (1839–1914) era un logico e scienziato, che ha progressivamente sviluppato un approccio triadico alla logica dell'indagine.[32] Ha inoltre distinto tra tre forme di argomentazione, tipi di inferenza e metodi di ricerca impiegati nell'indagine scientifica, ovvero:

  • Abduzione, o generazione di ipotesi;
  • Deduzione, o trarre conseguenze da ipotesi;
  • Induzione, o verifica delle ipotesi.

Nella parte conclusiva dello studio di Donald E. Stanley e Daniel G. Campos, la logica di Peirce è considerata fondamentale per garantire l'efficacia del passaggio diagnostico da popolazioni a individui. Una diagnosi si basa sull'analisi dei singoli segni e sintomi di una malattia. Queste manifestazioni non possono essere estrapolate direttamente dalla popolazione generale senza un'ampia base di esperienza; è proprio questo ampio contesto esperienziale a fornire spunti clinici significativi, a rafforzare l'istinto nell'interpretare le percezioni e a fondare la competenza necessaria per agire. Acquisiamo conoscenze fondamentali e validiamo l'esperienza al fine di trasformare le nostre osservazioni in diagnosi.

In un ulteriore studio recente, l'autore Pat Croskerry presenta il concetto di "competenza adattiva nel processo decisionale medico". Secondo Croskerry, una decisione clinica più efficace può essere conseguita attraverso un ragionamento adattivo, che porta a livelli avanzati di competenza e padronanza.[33]

Le competenze adattive possono essere sviluppate enfatizzando aspetti supplementari del processo di ragionamento:

  • Essere consapevoli degli inibitori e dei facilitatori della razionalità. Gli specialisti, spesso inconsciamente, tendono a essere ancorati al proprio contesto scientifico e clinico.
  • Perseguire gli standard del pensiero critico. Gli specialisti tendono a manifestare autoreferenzialità e mostrano difficoltà nell'accettare critiche provenienti da altre discipline scientifiche o da colleghi specialisti.
  • Sviluppare una consapevolezza comprensiva dei pregiudizi cognitivi ed emotivi e imparare come mitigarli. È fondamentale utilizzare argomenti che rinforzino la consapevolezza degli aspetti che facilitano la razionalità.

Ulteriormente, è essenziale sviluppare una profonda comprensione della logica e dei suoi potenziali errori attraverso l'impiego di processi metacognitivi quali la riflessione e la consapevolezza. Questo tema viene introdotto già nel primo capitolo, intitolato "Introduzione".


In questo contesto emergono fattori di eccezionale interesse che conducono a una sintesi complessiva di quanto esposto in questo capitolo. È indiscutibile che le argomentazioni di abduzione, deduzione e induzione ottimizzino il processo diagnostico, ma si basano fondamentalmente su una semeiotica clinica, ossia sull'interpretazione dei sintomi e/o segni clinici.[29] Analogamente, l'esperienza adattiva di cui parla Pat Croskerry viene perfezionata e applicata nella diagnosi e negli errori derivanti da una semeiotica clinica.[33]

È quindi necessario chiarire che la semeiotica e/o il valore specifico dell'analisi clinica non sono oggetto di critica, poiché queste procedure hanno rappresentato innovazioni straordinarie nella diagnostica attraverso i tempi. Nell'era attuale, sia a causa del cambiamento dell'aspettativa di vita umana sia dell'accelerazione sociale che stiamo vivendo, il 'tempo' si è trasformato in un fattore condizionante, inteso non tanto come mera successione temporale, ma piuttosto come veicolo di informazione.

In questa prospettiva, il linguaggio medico fin qui descritto, incentrato sul sintomo e sul segno clinico, non riesce a prevenire la malattia. Questo non avviene per mancanza di conoscenza, tecnologia o innovazione, bensì perché il contributo diagnostico non sfrutta le informazioni veicolate dal tempo. L'elemento 'Ephaptic' era già noto dieci anni fa, ma non è stato interpretato correttamente.

Questa mancanza non può essere attribuita agli operatori sanitari, né al Servizio Sanitario o alla classe politico-industriale, poiché ciascuno agisce nel limite delle risorse e delle conoscenze disponibili nel contesto socio-epocale in cui opera.

Il problema risiede, piuttosto, nella mentalità dell'umanità, che predilige una realtà deterministica a una stocastica. Questi argomenti saranno trattati in dettaglio nei capitoli successivi.

Nei capitoli a seguire, tutti incentrati sulla logica, ci proponiamo di spostare l'attenzione dal sintomo e segno clinico al linguaggio macchina criptato. Le argomentazioni di Donald E. Stanley, Daniel G. Campos e Pat Croskerry sono ben accette, ma necessitano di essere reinterpretate alla luce del concetto di 'tempo' (in termini di anticipazione del sintomo) e del messaggio (come assemblatore e linguaggio macchina non verbale). Ciò, naturalmente, non inficia la validità della storia clinica (semeiotica), che si basa essenzialmente su un linguaggio verbale ancorato nella realtà medica.

Siamo consapevoli che il nostro "Sapiens Linux" è perplesso e si domanda:


 
Question 2.jpg
   
«potrebbe la logica del linguaggio classico aiutarci a risolvere il dilemma della povera Mary Poppins?»
(Vedrai che gran parte del pensiero medico si basa su the logic of Classical language but there are limits)



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