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Logica di linguaggio medico

Abstract: Il documento "Logica di linguaggio medico - Masticationpedia" affronta la complessità del linguaggio medico, evidenziando come la sua ambiguità possa portare a interpretazioni errate e a errori diagnostici. Attraverso l'analisi di un caso clinico, si esplora la necessità di una logica formale per interpretare correttamente i termini medici, sottolineando l'importanza del contesto e dell'intenzione nell'interpretazione dei termini. Ecco una sintesi più dettagliata, arricchita da alcuni paragrafi chiave del documento:

  1. Ambiguità del Linguaggio Medico: Il testo inizia discutendo come il linguaggio medico, una miscela di terminologia tecnica e linguaggio naturale, possa generare ambiguità, con esempi specifici che dimostrano come diverse interpretazioni di una stessa condizione medica possano portare a diagnosi diverse e talvolta in conflitto.
  2. Il Caso Clinico di Mary Poppins: Viene presentato il caso di una paziente, Mary Poppins (nome ipotetico), che ha ricevuto cure da varie specializzazioni mediche per oltre un decennio. La sua storia clinica è utilizzata come esempio per discutere le sfide poste dall'ambiguità linguistica nel processo diagnostico, mostrando come termini medici come "dolore orofacciale" possano essere interpretati diversamente da dentisti, neurologi e altri specialisti.
  3. Linguaggio Macchina Criptato e Comunicazione Cerebrale: Il documento introduce il concetto di "linguaggio macchina criptato" per descrivere la comunicazione tra il cervello umano ( sia del paziente che dell'osservatore) e i professionisti medici, paragonando questa comunicazione alla crittografia informatica. Questa analogia serve a evidenziare come la comprensione errata dei segnali medici possa portare a diagnosi sbagliate.
  4. Significato e Ambiguità dei Termini Medici: Viene esplorata la complessità del significato nei termini medici, evidenziando come la comprensione di un termine possa variare significativamente a seconda del contesto e dell'intenzione dell'utilizzatore. Questo approfondimento sugli aspetti semantici dei termini medici sottolinea la necessità di un'interpretazione più accurata per prevenire errori diagnostici.
  5. Considerazioni Finali: Le conclusioni ribadiscono l'importanza di un approccio logico e di pensiero adattativo nel processo diagnostico medico. Viene suggerito un cambiamento di paradigma che sposta l'attenzione dal sintomo al "linguaggio macchina criptato", al fine di ottenere una comprensione più completa della malattia e migliorare il processo diagnostico coinvolgendo più attori.

Questi punti chiave sottolineano come il documento metta in discussione l'efficacia del linguaggio medico attuale e proponga approcci innovativi per superare le sue limitazioni, migliorando così la precisione delle diagnosi e la qualità dell'assistenza sanitaria.

 

Masticationpedia

 

Il linguaggio medico è un linguaggio naturale esteso

Il linguaggio, essenziale nell'ambito medico, può talvolta essere fonte di incomprensioni ed errori a causa della sua natura semanticamente limitata e della mancanza di coerenza con i paradigmi scientifici consolidati. La discrepanza tra l'uso del linguaggio e il contesto scientifico si evidenzia nell'ambiguità di termini come "dolore orofacciale", il cui significato può variare significativamente se interpretato attraverso la logica classica piuttosto che quella formale.

La transizione dalla logica classica a quella formale non è meramente un dettaglio aggiuntivo, ma richiede una descrizione meticolosa e accurata. Nonostante i progressi straordinari nella tecnologia medica e odontoiatrica, con lo sviluppo di strumentazioni avanzate quali elettromiografi, tomografia computerizzata a fascio conico (TC cone-beam) e sistemi di scansione orale digitale, persiste la necessità di un perfezionamento del linguaggio medico.

È fondamentale distinguere tra le lingue naturali (quali inglese, tedesco, italiano, ecc.) e le lingue formali, ad esempio la matematica. Le prime emergono spontaneamente all'interno delle comunità, sia sociali che scientifiche, mentre le seconde sono artificialmente create per applicazioni specifiche in campi quali matematica, logica e programmazione informatica. I linguaggi formali si caratterizzano per la loro sintassi e semantica ben definite, a differenza delle lingue naturali che, pur disponendo di una grammatica, spesso si mostrano carenti in termini di semantica esplicita.

Per garantire che l'analisi rimanga dinamica e coinvolgente, evitando di trasformarsi in un'arida dissertazione filosofica, si proporrà l'esame di un caso clinico esemplificativo. Questo sarà analizzato mediante l'applicazione di diverse logiche linguistiche:

Caso clinico e logica del linguaggio medico

La paziente, Mary Poppins (nome fittizio), ha beneficiato di un'attenzione medica multidisciplinare per oltre un decennio, ricevendo cure da dentisti, medici di base, neurologi e dermatologi. La sua storia clinica è riassunta come segue:

  • All'età di 40 anni, la signora Poppins notò per la prima volta l'apparizione di piccole macchie di pigmentazione anormale sul lato destro del viso. Dopo dieci anni, si verificò una serie di sviluppi significativi nella sua condizione. Durante il ricovero in dermatologia, fu sottoposta a una biopsia cutanea, che rivelò una diagnosi di sclerodermia localizzata facciale, comunemente denominata morfea. A seguito della diagnosi, le furono prescritti corticosteroidi.
  • A 44 anni, iniziò a sperimentare contrazioni involontarie del massetere destro e dei muscoli temporali, che nel tempo aumentarono in frequenza e durata. Descriveva questi episodi come blocchi sia diurni che notturni. Alla sua prima valutazione neurologica, benché la discromia fosse meno marcata, il suo viso mostrava un'asimmetria significativa, con una rientranza della guancia destra e un'evidente ipertrofia del massetere e dei muscoli temporali destri. Ricevette diagnosi varie, riflettendo le sfide poste dalle limitazioni del linguaggio medico.

Il contesto clinico si condensa nel seguente modo: la paziente, usando il suo linguaggio naturale, comunica il disagio psicofisico che la tormenta da tempo. Dopo aver effettuato una serie di indagini, quali anamnesi, stratigrafia e tomografia computerizzata dell'articolazione temporomandibolare (Figure 1, 2 e 3), il dentista formula una diagnosi di "Disturbi Temporomandibolari" (DTM).[1][2][3] D'altro canto, il neurologo propende per una diagnosi di patologia neuromotoria organica, denominata "Dolore Orofacciale Neuropatico" (nOP), escludendo o minimizzando la componente DTM come causa primaria. Al fine di adottare un approccio non imparziale, considereremo la condizione della paziente come "TMDs/nOP", cercando così di non favorire nessuna delle due interpretazioni.

Ci troviamo, indubbiamente, dinanzi a una serie di questioni che richiedono un'approfondita riflessione, data la loro rilevanza nel contesto della diagnostica clinica.

A differenza dei linguaggi formali come quelli utilizzati in matematica, logica e programmazione informatica – caratterizzati da sistemi artificiali di segni governati da regole sintattiche e semantiche rigorose – la maggior parte dei linguaggi scientifici si evolve come un'estensione del linguaggio naturale, arricchendosi di un insieme di termini tecnici. Il linguaggio medico rientra in questa categoria intermedia: nasce dall'ampliamento del linguaggio quotidiano mediante l'incorporazione di terminologie specifiche quali "dolore neuropatico", "Disturbi temporo-mandibolari", "demielinizzazione", "allodinia", ecc. Questa evoluzione non comporta l'adozione di una sintassi o di una semantica distinte da quelle proprie del linguaggio naturale da cui deriva. Prendiamo ad esempio il termine "malattia", nel contesto della paziente Mary Poppins: una parola chiave nella medicina, essenziale per la nosologia, la ricerca e la pratica clinica. Sebbene rappresenti un concetto fondamentale nel campo, la sua definizione rimane notevolmente vaga e non completamente delineata. Questa ambiguità sottolinea la complessità intrinseca del linguaggio medico, il quale, pur essendo arricchito da terminologia tecnica, mantiene le caratteristiche flessibili e talvolta indeterminate del linguaggio naturale da cui proviene.

Il significato esatto del termine "malattia" sfugge a una comprensione unanime, suscitando l'interesse principalmente di alcuni filosofi della medicina, mentre la maggior parte dei professionisti del settore non sembra preoccuparsi della sua definizione precisa. La domanda fondamentale è se il concetto di "malattia" debba essere associato al soggetto o paziente in termini individuali, o se debba essere riferito al Sistema, vale a dire all'organismo vivente nella sua interezza. Questo solleva un interrogativo ulteriore: è possibile che un paziente, che non è considerato malato al tempo , possa in realtà coesistere con un sistema che era già in uno stato di danno strutturale in un momento precedente, indicato come ?

Questa riflessione porta a profonde discussioni sulla natura dinamica di salute e malattia, proponendo che la malattia debba essere vista non semplicemente come uno stato istantaneo o una condizione statica, ma come un processo evolutivo, influenzato da fattori temporali e dall'interazione tra diversi sistemi biologici e patologici all'interno dell'organismo. Tale prospettiva richiede un'interpretazione più sofisticata e probabilmente quantitativa della salute, che tenga conto delle variazioni temporali e delle dinamiche tra vari sistemi biologici e patologici.

L'uso del termine "linguaggio senza semantica", trattato come se fosse irrilevante o privo di conseguenze, e i suoi derivati, condividono la stessa mancanza di chiarezza semantica. Questa affermazione evidenzia una critica profonda verso l'assunzione che il linguaggio possa esistere in una forma puramente strutturale o formale, priva di un contenuto semantico che ne definisca il significato. In tal modo, si mette in luce l'essenziale interdipendenza tra semantica e linguaggio per la comprensione e la comunicazione efficace.[4]

In breve

La domanda se la paziente, identificata come Mary Poppins, sia affetta da una patologia, o se sia il suo sistema masticatorio a manifestare sintomi patologici, invita a un'analisi dettagliata dal punto di vista medico. La distinzione tra una malattia individuale e una disfunzione di un sistema complesso come il sistema masticatorio richiede un approccio olistico che consideri le interrelazioni tra i vari componenti anatomici e funzionali coinvolti.

Dal punto di vista medico, la condizione potrebbe essere interpretata come una patologia del "Sistema", ossia del sistema masticatorio nel suo complesso. Questo sistema è costituito da molteplici sottosistemi, tra cui recettori sensoriali, tessuto nervoso sia periferico che centrale, ossa mascellari, denti, lingua, e pelle, ognuno dei quali svolge un ruolo critico nel funzionamento armonico dell'intero sistema. Un disturbo in uno di questi componenti può pertanto influenzare negativamente la salute del sistema masticatorio nel suo insieme.

Alternativamente, la problematica potrebbe essere considerata come una patologia specifica dell'"organo", in questo contesto l'articolazione temporo-mandibolare (ATM), che gioca un ruolo cruciale nella masticazione e nella fonazione. Disfunzioni o patologie dell'ATM possono portare a sintomi complessi che influenzano non solo la funzionalità masticatoria, ma anche la qualità di vita del paziente, evidenziando l'importanza di un'accurata diagnosi e di un approccio terapeutico mirato.

Questa discussione sottolinea come le ambiguità e le limitazioni del linguaggio naturale possano complicare la comunicazione e la comprensione in ambito medico, specialmente quando si tenta di descrivere e diagnosticare condizioni complesse. L'impiego di terminologia medica precisa, insieme all'analisi di casi clinici specifici, si rivela quindi essenziale per superare queste sfide, facilitando un dialogo chiaro e una migliore comprensione delle patologie all'interno della comunità medica.



Approccio clinico

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Comprensione della Terminologia Medica

Esplorare cosa effettivamente significhi "significato" conduce in un territorio complesso e multiforme. Il Cambridge Dictionary lo definisce come "ciò che qualcosa esprime o rappresenta".[5] Tuttavia, questa spiegazione, per quanto intuitiva, lascia aperta la questione, dato che la comprensione di "significato" rimane ampia e non universalmente concordata. Varie teorie, ciascuna con i propri punti di forza e debolezze, cercano di affrontare questa domanda, portando a dibattiti accesi e senza una risposta definitiva.[6][7]

Tradizionalmente, si considera un termine come un'etichetta linguistica che rappresenta un oggetto, sia esso concreto o astratto. In questo modello, il termine funge da intermediario tra la lingua e l'oggetto che rappresenta, come nel caso della parola "mela", che evoca l'immagine del frutto noto a chiunque, indipendentemente dalla propria cultura o età. Tuttavia, termini come "dolore orofacciale" acquisiscono significati differenti a seconda del contesto: per un neurologo, per un dentista, o per la stessa Mary Poppins, il significato varierà considerevolmente, riflettendo le diverse prospettive e basi di conoscenza.

Queste espressioni non derivano il loro significato semplicemente dalla rappresentazione di qualcosa "là fuori" nel mondo, ma piuttosto dal modo in cui interagiscono con altri termini all'interno del loro specifico mondo o contesto. Il dolore, per Mary Poppins, assume un significato particolare in relazione alla sua esperienza personale e coscienza, indipendente da qualsiasi esternazione quantificabile come il tentativo di assegnargli un valore su una scala da 0 a 10, il quale può rivelarsi privo di significato senza un contesto interno o normalizzato.

Analogamente, un neurologo interpreterà il "dolore nell'emifaccia destra" basandosi esclusivamente sul suo contesto professionale, coinvolgendo concetti come sinapsi, assoni, canali ionici e potenziali d'azione. Un dentista, invece, inquadrerà il significato attraverso una lente focalizzata su denti, articolazione temporo-mandibolare, muscoli masticatori e occlusione, dimostrando come il significato sia intrinsecamente legato al contesto di riferimento.


La considerazione dei concetti è cruciale nella formulazione di una "diagnosi differenziale", in quanto la loro mancata comprensione può condurre a errori clinici. È pertanto fondamentale esplorare la moderna filosofia del "Significato", introdotta da Gottlob Frege,[8] la quale articola il significato di un termine attraverso le nozioni di "estensione" e "intenzione".

L'"estensione" di un concetto comprende tutti gli enti che condividono una determinata caratteristica, mentre la "comprensione" si riferisce a un insieme di attributi che delineano quell'idea. Prendendo il "dolore" come esempio, questo termine si applica genericamente a un'ampia gamma di esperienze umane, mostrando un'alta estensione ma bassa comprensione. Tuttavia, analizzando il dolore specifico in contesti quali impianti dentali, pulpite dentale infiammatoria, e dolore neuropatico (odontalgia atipica),[9] osserviamo che:

  • L'aumento della soglia di percezione meccanica e sensoriale segue l'attivazione delle fibre C.
  • Nei casi di odontalgia atipica, emergono anomalie somatosensoriali come allodinia, diminuita percezione meccanica e modulazione del dolore ridotta.
  • Dopo l'inserimento di un impianto, non si notano alterazioni somatosensoriali significative, benché sia segnalato un dolore lieve nella zona interessata.

In generale, il "dolore" presenta un'ampia estensione e limitata comprensione, ma focalizzandoci su tipologie specifiche di dolore, notiamo che una maggiore comprensione conduce a una riduzione dell'estensione.

L'"Intenzione" di un concetto indica gli aspetti distintivi che lo separano dagli altri, riducendo l'estensione del concetto all'aumentare della specificità dell'intenzione. Questo ci permette di distinguere, per esempio, il dolore all'ATM dal dolore neuropatico.

In conclusione, il significato di un termine in un determinato linguaggio può essere considerato come una coppia ordinata di estensione e intenzione, all'interno di un "contesto".

Specificamente, nel contesto dentale, il "dolore all'emifaccia destra" abbraccia un'estensione ampia e un'intenzione delineata da caratteristiche cliniche e indagini radiologiche o EMG. Nel contesto neurologico, invece, tale dolore si associa a un'estensione e un'intenzione definiti da parametri clinici e diagnostici specifici.

Questa analisi sottolinea la vulnerabilità della lingua medica a cause di ambiguità semantica e contestuale, evidenziando come termini quali "nOP" o "TMD" possano assumere significati marcatamente differenti a seconda del contesto.[10]



Ambiguità e Vaghezza

Oltre al linguaggio specifico utilizzato, il significato di un termine medico è fortemente influenzato dal contesto di provenienza, il che può portare a fenomeni di "ambiguità" o "polisemia". Un termine è considerato ambiguo o polisemico quando presenta più di un significato. Linguistica e filosofia hanno dedicato ampia attenzione a questi fenomeni di ambiguità e vaghezza;;[11][12][13] tuttavia, nonostante l'impatto negativo che ambiguità e vaghezza possono avere sull'aderenza e sull'implementazione delle Linee Guida per la Pratica Clinica (CPG),[14] questi concetti non sono stati ancora pienamente indagati e distinti nel contesto medico.

Le interpretazioni dei termini medici vaghi da parte dei medici possono variare significativamente,[15] conducendo a una minore uniformità e a maggiori variazioni nelle pratiche cliniche rispetto alle CPG. L'ambiguità è classificata in sintattica, semantica e pragmatica.[16]

Come precedentemente menzionato, un'espressione linguistica semplice come quella a cui si riferisce Mary Poppins può acquisire almeno tre significati diversi a seconda del contesto. L'ambiguità e la vaghezza legate al termine "dolore orofacciale" possono quindi diventare fonte di errori diagnostici, evidenziando una certa inefficienza della logica linguistica medica nel decodificare il "messaggio macchina" trasmesso dal Sistema in tempo reale.

Approfondiamo questo tema affascinante del "linguaggio macchina criptato", da cui si svilupperanno i capitoli successivi.

Il "dolore orofacciale" non assume significato tanto nella sua espressione lessicale più pura, quanto piuttosto nel contesto in cui si manifesta, evocando una vasta gamma di domini clinici, sintomi correlati e interazioni con altri sistemi neuromotori, il trigemino, i distretti dentali, ecc. Questo linguaggio macchina non si traduce direttamente in linguaggio verbale ma in un codice criptato basato su un alfabeto proprio, che deve essere decifrato per essere convertito in linguaggio naturale. Il focus si sposta quindi sulla logica linguistica impiegata per decodificare questo messaggio. Per illustrare meglio questo concetto, consideriamo alcuni esempi pratici.

Immaginiamo che Mary Poppins lamenti un "dolore orofacciale", comunicando così la sua condizione agli operatori sanitari di riferimento:


«Doc, 10 anni fa ho iniziato con un malessere diffuso alla mascella, compresi episodi di bruxismo; questi peggioravano a tal punto che accusavo di "dolore facciale diffuso", in particolare nella zona dell'"ATM" destra con rumori nei movimenti mandibolari. Durante questo periodo, sulla mia pelle si sono formate delle “lesioni vescicolari”, più evidenti nella metà destra del viso. In questo periodo, però, il dolore è diventato più intenso e intermittente»

L'operatore sanitario, che può essere un dermatologo, un dentista o un neurologo, raccoglie alcuni messaggi verbali nel dialogo di Mary Poppins, come "dolore facciale diffuso" o "ATM" o "lesione vescicolare", e stabilisce una serie di ipotetiche conclusioni diagnostiche che non hanno nulla a che fare con il linguaggio criptato.

Tuttavia, in questo contesto, dovremmo allontanarci dagli schemi e dalle opinioni preconcette per comprendere meglio il concetto di "linguaggio criptato". Supponiamo, quindi, che il Sistema stia generando e inviando il seguente messaggio criptato, ad esempio: "Ephaptic".

Ora, quale relazione ha "Ephaptic" con nOP o TMD?

Niente e tutto, come vedremo meglio alla fine dei capitoli sulla logica del linguaggio medico; dedicheremo quindi del tempo ai concetti di criptografia e decriptazione. Forse ne abbiamo sentito parlare nei film di spionaggio o nella sicurezza delle informazioni, ma sono importanti anche in medicina, come vedrai.

Codice criptato

Prendiamo come esempio una piattaforma comune di crittografia e decrittazione. Nell'esempio seguente, illustreremo i risultati di una piattaforma italiana, ma potremmo scegliere qualsiasi piattaforma, poiché i risultati concettualmente non cambiano:

Digitiamo il nostro messaggio in chiaro; la macchina lo converte in qualcosa di illeggibile, ma chiunque conosca il "codice" sarà in grado di capirlo.

Supponiamo, quindi, che lo stesso avvenga quando il cervello invia un messaggio nel proprio linguaggio macchina, fatto di treni d'onda, pacchetti di campi ionici e così via; e che questo porti con sé un messaggio da decodificare del tipo "Ephaptic".

Questo messaggio del Sistema Nervoso Centrale deve essere prima tradotto nel linguaggio verbale, per consentire al paziente di dare significato all'espressione linguistica e al medico di interpretare il messaggio verbale. Tuttavia, in questo processo, il messaggio macchina viene inquinato dall'espressione linguistica: sia dal paziente, che non è in grado di convertire il messaggio crittografato nel significato esatto (vaghezza epistemica), sia dal medico, che è condizionato dal contesto specifico della sua specializzazione.

Il paziente, infatti, riportando una sintomatologia di dolore orofacciale nella regione dell'articolazione temporo-mandibolare, virtualmente combina l'insieme di estensione e intenzione in un concetto diagnostico che consente al dentista di formulare la diagnosi di dolore orofacciale da disordini temporo-mandibolari (TMD).

Molto spesso, il messaggio rimane crittografato almeno fino a quando il sistema non viene danneggiato a tal punto da far emergere segni e sintomi clinici così evidenti da facilitare la diagnosi.

Capire come funziona la crittografia è abbastanza semplice (vai alla piattaforma di decrittazione, scegli e prova):

  • Scegliere una chiave di crittografia tra quelle selezionate;
  • Digitare una parola;
  • Ottenere un codice corrispondente alla chiave scelta e alla parola digitata.

Ad esempio, se inseriamo la parola 'Ephaptic' nel sistema di crittografia della piattaforma, otterremo un codice crittografato nei tre diversi contesti (paziente, dentista e neurologo) che corrispondono alle tre diverse chiavi algoritmiche indicate dal programma; ad esempio, la chiave A corrisponde all'algoritmo del paziente, la chiave B al contesto dentale e la chiave C al contesto neurologico.

Nel caso del paziente, ad esempio, scrivendo "Ephaptic" e utilizzando il tasto A, la "macchina" ci restituirà un codice come:


La chiave può essere definita come "Contesto reale".

«Perché dici che la "chiave" del paziente è definita come quella VERA?»
(risposta difficile, ma per favore osserva il fenomeno Gate Control e capirai)

Innanzitutto, è da considerare che solo il paziente è inconsciamente consapevole della malattia che affligge il proprio sistema, ma non ha la capacità di trasdurre il segnale dal linguaggio macchina al linguaggio verbale. Questo processo richiama la "Systems Control Theory", in cui una procedura di controllo dinamico nota come "State Observer" è progettata per stimare lo stato del sistema dalle misurazioni di output. Nella teoria del controllo, l'osservabilità è una misura di quanto lo stato interno di un sistema possa essere dedotto dalla conoscenza dei suoi output esterni.[17] Mentre nel caso di un sistema biologico è preferita un'osservabilità stocastica di sistemi dinamici lineari,[18] le matrici Gramian vengono utilizzate per l'osservabilità stocastica di sistemi non lineari..[19][20]

Tuttavia, questo concetto porta la nostra attenzione su un fenomeno straordinariamente esplicativo chiamato Gate Control. Quando un bambino viene colpito a una gamba mentre gioca a calcio, oltre a piangere, la prima azione che compie è quella di strofinare ampiamente la zona dolorante, al fine di alleviare il dolore. Il bambino agisce inconsciamente, stimolando i recettori tattili e chiudendo il "cancello" all'ingresso nocicettivo delle fibre C, riducendo così il dolore; questo fenomeno fu scoperto solo nel 1965 da Ronald Melzack e Patrick Wall.[21][22][23][24][25]

Analogamente ai computer, la crittografia e la decrittografia avvengono anche in biologia. In una ricerca recente, gli autori hanno esaminato l'influenza dei meccanismi molecolari del fenomeno del "potenziamento a lungo termine" (LTP) nell'ippocampo sull'importanza funzionale della plasticità sinaptica per l'archiviazione delle informazioni e lo sviluppo della connettività neuronale. Non è ancora chiaro se l'attività modifichi la forza delle singole sinapsi in modo digitale (01, tutto o niente) o analogico (graduato). Lo studio suggerisce che le singole sinapsi sembrano avere un potenziamento "tutto o niente", indicativo di processi altamente cooperativi, ma con diverse soglie per subire il potenziamento. Questi risultati sollevano la possibilità che alcune forme di memoria sinaptica possano essere archiviate digitalmente nel cervello.[26]

Codice decriptato

Ora, supponendo che il linguaggio macchina e il codice assembler siano ben strutturati, inseriamo il messaggio crittografato dal sistema Mary Poppins nella 'Bocca della verità':[27]

Immaginiamo di essere Marziani in possesso della giusta chiave (algoritmo o contesto), la chiave A, che corrisponde al 'Contesto Reale'. Saremmo in grado di decifrare perfettamente il messaggio, come potete verificare inserendo il codice nell'apposita finestra:

«Ephaptic»

Ma non siamo marziani, quindi utilizzeremo, contestualmente alle informazioni acquisite dal contesto sociale e scientifico, la chiave dentale che corrisponde alla chiave B. Inserendo il codice nella finestra di decrittazione, otterremo:

La chiave B restituisce il messaggio decriptato\

«5GoI49E5!»

Utilizzando la chiave C che corrisponde al contesto neurologico, la decriptazione del messaggio sarebbe:

«26k81n_g+»

Questi concetti evidenziano aspetti molto interessanti della logica del linguaggio medico. È cruciale notare che il messaggio crittografato nel contesto reale del "significato" della "malattia", utilizzando la chiave A, è del tutto diverso da quello crittografato attraverso le chiavi B e C. Questi messaggi sono generati in contesti convenzionalmente diversi, sebbene riflettano un'unica realtà. Tale discrepanza suggerisce la possibilità di errori diagnostici.

Questo significa che le logiche del linguaggio medico, basate principalmente sull'estensione del linguaggio verbale, potrebbero non essere ottimali nell'effettuare diagnosi rapide e dettagliate, specialmente quelle differenziali. Ciò è dovuto alla distorsione causata dall'ambiguità e dalla vaghezza semantica dell'espressione linguistica, nota come "vaghezza epistemica" o "incertezza epistemica", che indirizza la diagnosi verso il contesto specialistico di riferimento piuttosto che verso la verità assoluta.

Questi concetti mettono in luce la complessità della comunicazione nel campo medico e sottolineano l'importanza di considerare non solo il linguaggio verbale, ma anche i contesti e le sfumature di significato associati alla diagnosi e al trattamento delle malattie.

«Perché, allora, abbiamo relativamente successo nella diagnostica?»
(Sarebbe necessaria un'intera enciclopedia a parte per rispondere a questa domanda, ma senza andare troppo lontano, proviamo a discuterne le ragioni.)


L'intuizione diagnostica di base rappresenta un processo di ragionamento rapido, non analitico e spesso inconscio. Sebbene poco si sappia su come i medici esperti comprendano questo fenomeno e su come lo applichino nella pratica clinica, un piccolo corpus di prove indica l'ubiquità e l'utilità dell'intuizione nel generare ipotesi diagnostiche e nel valutare la gravità delle malattie. La maggior parte degli studi sull'intuizione diagnostica dei medici ha evidenziato il collegamento di questo fenomeno con il ragionamento non analitico, sottolineando l'importanza dell'esperienza nel suo sviluppo e nella sua applicazione per integrare efficacemente il ragionamento analitico nell'interpretazione dell'evidenza clinica. In uno studio recente, gli autori hanno concluso che i clinici percepiscono l'intuizione clinica come uno strumento utile per correggere e far progredire la diagnosi di condizioni sia comuni che rare.[28]

È importante notare che il sistema biologico invia all'esterno un messaggio crittografato integrato in modo univoco. Ogni pezzo di codice ha un significato preciso se preso singolarmente, ma solo quando abbinato a tutti gli altri pezzi genera il codice completo corrispondente al messaggio vero e proprio, come ad esempio "Ephaptic".

Tuttavia, un singolo rapporto strumentale o una serie di essi non è sufficiente per decifrare il messaggio della macchina in modo completamente corrispondente alla realtà. Se ipotizziamo che il messaggio venga decifrato utilizzando il 2/3 del codice, forse corrispondente a una serie di indagini di laboratorio, otterremmo il seguente risultato di decifrazione:

«Ef+£2»

Il risultato della decodifica deriva dalla cancellazione degli ultimi due elementi del codice di origine, ovvero , ottenendo così il codice parziale (Ef) dall'originale . In questo processo, una parte del codice viene decifrata, mentre il resto rimane crittografato.

Questa situazione mette in evidenza il fatto che non è sufficiente identificare una serie di test specifici; è altrettanto importante saperli collegare tra loro in modo specifico al fine di completare il concetto reale e formulare una diagnosi accurata.

Pertanto, diventa evidente l'importanza di un ordine logico nel linguaggio medico:

«Cosa si intende per sequenza del codice del linguaggio macchina»
(come si vedrà molti test diagnostici sono inutili e forvianti ed inquinano il percorso diagnostico.)

Considerazioni finali

La logica del linguaggio non rappresenta un tema di esclusivo interesse per filosofi e pedagoghi; essa concerne, invece, un aspetto cruciale della medicina, ovvero la diagnosi. È rilevante osservare che la Classificazione Internazionale delle Malattie, nella sua nona revisione (ICD-9), comprende 6.969 codici di malattia, numero che aumenta a 12.420 nella decima revisione, l'ICD-10, come riportato dall'OMS nel 2013.[29] Sulla base dei dati raccolti da un'ampia serie di autopsie, Leape, Berwick e Bates (2002a) hanno stimato che gli errori diagnostici contribuiscono a causare tra le 40.000 e le 80.000 morti all'anno.[30] Per di più, un recente sondaggio, condotto su oltre 6.000 medici, ha rivelato che il 96% degli intervistati ritiene che gli errori diagnostici siano prevenibili.[31]Charles Sanders Peirce (1839–1914) era un logico e scienziato, che ha progressivamente sviluppato un approccio triadico alla logica dell'indagine.[32] Ha inoltre distinto tra tre forme di argomentazione, tipi di inferenza e metodi di ricerca impiegati nell'indagine scientifica, ovvero:

  • Abduzione, o generazione di ipotesi;
  • Deduzione, o trarre conseguenze da ipotesi;
  • Induzione, o verifica delle ipotesi.

Nella parte conclusiva dello studio di Donald E. Stanley e Daniel G. Campos, la logica di Peirce è considerata fondamentale per garantire l'efficacia del passaggio diagnostico da popolazioni a individui. Una diagnosi si basa sull'analisi dei singoli segni e sintomi di una malattia. Queste manifestazioni non possono essere estrapolate direttamente dalla popolazione generale senza un'ampia base di esperienza; è proprio questo ampio contesto esperienziale a fornire spunti clinici significativi, a rafforzare l'istinto nell'interpretare le percezioni e a fondare la competenza necessaria per agire. Acquisiamo conoscenze fondamentali e validiamo l'esperienza al fine di trasformare le nostre osservazioni in diagnosi.

In un ulteriore studio recente, l'autore Pat Croskerry presenta il concetto di "competenza adattiva nel processo decisionale medico". Secondo Croskerry, una decisione clinica più efficace può essere conseguita attraverso un ragionamento adattivo, che porta a livelli avanzati di competenza e padronanza.[33]

Le competenze adattive possono essere sviluppate enfatizzando aspetti supplementari del processo di ragionamento:

  • Essere consapevoli degli inibitori e dei facilitatori della razionalità. Gli specialisti, spesso inconsciamente, tendono a essere ancorati al proprio contesto scientifico e clinico.
  • Perseguire gli standard del pensiero critico. Gli specialisti tendono a manifestare autoreferenzialità e mostrano difficoltà nell'accettare critiche provenienti da altre discipline scientifiche o da colleghi specialisti.
  • Sviluppare una consapevolezza comprensiva dei pregiudizi cognitivi ed emotivi e imparare come mitigarli. È fondamentale utilizzare argomenti che rinforzino la consapevolezza degli aspetti che facilitano la razionalità.

Ulteriormente, è essenziale sviluppare una profonda comprensione della logica e dei suoi potenziali errori attraverso l'impiego di processi metacognitivi quali la riflessione e la consapevolezza. Questo tema viene introdotto già nel primo capitolo, intitolato "Introduzione".


In questo contesto emergono fattori di eccezionale interesse che conducono a una sintesi complessiva di quanto esposto in questo capitolo. È indiscutibile che le argomentazioni di abduzione, deduzione e induzione ottimizzino il processo diagnostico, ma si basano fondamentalmente su una semeiotica clinica, ossia sull'interpretazione dei sintomi e/o segni clinici.[29] Analogamente, l'esperienza adattiva di cui parla Pat Croskerry viene perfezionata e applicata nella diagnosi e negli errori derivanti da una semeiotica clinica.[33]

È quindi necessario chiarire che la semeiotica e/o il valore specifico dell'analisi clinica non sono oggetto di critica, poiché queste procedure hanno rappresentato innovazioni straordinarie nella diagnostica attraverso i tempi. Nell'era attuale, sia a causa del cambiamento dell'aspettativa di vita umana sia dell'accelerazione sociale che stiamo vivendo, il 'tempo' si è trasformato in un fattore condizionante, inteso non tanto come mera successione temporale, ma piuttosto come veicolo di informazione.

In questa prospettiva, il linguaggio medico fin qui descritto, incentrato sul sintomo e sul segno clinico, non riesce a prevenire la malattia. Questo non avviene per mancanza di conoscenza, tecnologia o innovazione, bensì perché il contributo diagnostico non sfrutta le informazioni veicolate dal tempo. L'elemento 'Ephaptic' era già noto dieci anni fa, ma non è stato interpretato correttamente.

Questa mancanza non può essere attribuita agli operatori sanitari, né al Servizio Sanitario o alla classe politico-industriale, poiché ciascuno agisce nel limite delle risorse e delle conoscenze disponibili nel contesto socio-epocale in cui opera.

Il problema risiede, piuttosto, nella mentalità dell'umanità, che predilige una realtà deterministica a una stocastica. Questi argomenti saranno trattati in dettaglio nei capitoli successivi.

Nei capitoli a seguire, tutti incentrati sulla logica, ci proponiamo di spostare l'attenzione dal sintomo e segno clinico al linguaggio macchina criptato. Le argomentazioni di Donald E. Stanley, Daniel G. Campos e Pat Croskerry sono ben accette, ma necessitano di essere reinterpretate alla luce del concetto di 'tempo' (in termini di anticipazione del sintomo) e del messaggio (come assemblatore e linguaggio macchina non verbale). Ciò, naturalmente, non inficia la validità della storia clinica (semeiotica), che si basa essenzialmente su un linguaggio verbale ancorato nella realtà medica.

Siamo consapevoli che il nostro "Sapiens Linux" è perplesso e si domanda:


 
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«potrebbe la logica del linguaggio classico aiutarci a risolvere il dilemma della povera Mary Poppins?»
(Vedrai che gran parte del pensiero medico si basa su the logic of Classical language but there are limits)



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