Difference between revisions of "La logica del linguaggio classico"

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===Dimostrazione per assurdità===
===Dimostrazione per assurdo===


Nella logica classica, esiste un principio denominato "terzo escluso", il quale sostiene che una proposizione, che non può essere falsa, deve essere considerata vera, poiché non esiste una terza possibilità.


Inoltre, nella logica classica esiste un principio chiamato terzo escluso che afferma che una proposizione che non può essere falsa deve essere considerata vera poiché non esiste una terza possibilità.
Supponiamo di dover dimostrare che la proposizione p sia vera. La procedura consiste nel dimostrare che assumere <math>p</math> come falsa conduce a una contraddizione logica. Di conseguenza, la proposizione <math>p</math> non può essere falsa e, quindi, secondo la legge del terzo escluso, deve essere vera. Questo metodo di dimostrazione è noto come dimostrazione per assurdo.<ref>{{Cite book  
 
Supponiamo di dover dimostrare che la proposizione <math>p</math> è vero. La procedura consiste nel dimostrare che l'assunzione che <math>p</math> è falso porta a una contraddizione logica. Così la proposizione <math>p</math> non può essere falso, e quindi, secondo la legge del terzo escluso, deve essere vero. Questo metodo di dimostrazione è chiamato dimostrazione per assurdo.<ref>{{Cite book  
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===Predicati===
===Predicati===


Quanto brevemente descritto sinora rappresenta la logica delle proposizioni, che afferma qualcosa riguardo oggetti matematici specifici. Esempi di proposizioni includono: "2 è maggiore di 1, dunque 1 è minore di 2" o "un quadrato non ha 5 lati, quindi non può essere un pentagono". Spesso, tuttavia, le affermazioni matematiche non si limitano a singoli oggetti, ma si riferiscono a oggetti generici all'interno di un insieme, come nell'espressione "gli elementi ''<math>X</math>'' sono più alti di 2 metri", dove ''<math>X</math>'' indica un gruppo generico (per esempio, tutti i giocatori di pallavolo). In questi casi, si parla di predicati.


Ciò che abbiamo brevemente descritto finora è la logica delle proposizioni. Una proposizione afferma qualcosa su oggetti matematici specifici come: "2 è maggiore di 1, quindi 1 è minore di 2" o "un quadrato non ha 5 lati, quindi un quadrato non è un pentagono". Molte volte, però, le affermazioni matematiche non riguardano il singolo oggetto, ma oggetti generici di un insieme quali: '''<math>X</math>'' sono più alti di 2 metri 'dove ''<math>X</math>'' denota un gruppo generico (ad esempio tutti i giocatori di pallavolo). In questo caso si parla di predicati.
Intuitivamente, un predicato è una frase che concerne un insieme di elementi (che, nel nostro contesto medico, sarebbero i pazienti) e formula un'affermazione su di loro.
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Intuitivamente, un predicato è una frase che riguarda un insieme di elementi (che nel nostro caso medico saranno i pazienti) e che afferma qualcosa su di essi.
Oltre alle conferme derivate dalla logica del linguaggio medico discussa nel capitolo precedente, il dentista acquisisce ulteriori dati strumentali che rafforzano la sua diagnosi. Questi test includono l'analisi dei tracciati assiografici, ottenuti mediante l'uso di una forchetta paraocclusale funzionale su misura. Questo strumento permette la visualizzazione e la quantificazione dei tracciati condilari durante le funzioni masticatorie. Come dimostrato in Figura 4, l'appiattimento delle tracce condilari sul lato destro, sia nella cinetica masticatoria mediotrusiva (indicata in verde) che nei cicli di apertura e protrusione (in grigio), conferma l'appiattimento anatomico e funzionale dell'ATM destra durante la dinamica della masticazione.


{{q2|Allora la povera Mary Poppins è una malata di TMD oppure no!|vediamo cosa ci dice la logica del linguaggio classico}}
In aggiunta all'assiografia, viene effettuata un'elettromiografia di superficie sui muscoli masseteri (vedi Figura 6), durante la quale viene chiesto al paziente di esercitare la massima forza muscolare. Questo tipo di analisi elettromiografica, denominata 'EMG Interferential Pattern', è caratterizzata dal contenuto ad alta frequenza dei picchi che mostrano un'interferenza di fase. Infatti, la Figura 6 evidenzia un'asimmetria nel reclutamento delle unità motorie tra il massetere destro (traccia superiore) e quello sinistro (traccia inferiore)..<ref>{{cite book  
 
Oltre alle conferme derivate dalla logica del linguaggio medico discussa nel capitolo precedente, il collega dentista acquisisce altri dati strumentali che gli consentono di confermare la sua diagnosi. Questi ultimi test riguardano l'analisi dei tracciati assiografici mediante l'utilizzo di una frizione paraocclusale funzionale personalizzata che consente la visualizzazione e la quantificazione dei tracciati condilari nelle funzioni masticatorie. Come si vede dalla Figura 4 l'appiattimento delle tracce condilari sul lato destro sia nella cinetica masticatoria mediotrusiva (colore verde) che nei cicli di apertura e protrusione (colore grigio) confermano l'appiattimento anatomico e funzionale dell'ATM destra nella dinamica masticare. Oltre all'assiografia, il collega esegue un'elettromiografia di superficie sui masseteri (Fig. 6) chiedendo al paziente di esercitare il massimo della sua forza muscolare. Questo tipo di analisi elettromiografica è chiamata "EMG Interferential Pattern" a causa del contenuto ad alta frequenza dei picchi che subiscono l'interferenza di fase. Infatti la Figura 6 mostra un'asimmetria nel reclutamento delle unità motorie del massetere destro (traccia superiore) rispetto a quelle del massetere sinistro (traccia inferiore).<ref>{{cite book  
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==2° Approccio Clinico ==
==2° Approccio Clinico ==
(Passa il mouse sopra le immagini)
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File:Spasmo emimasticatorio.jpg|'''Figura 2:''' Paziente che riporta 'Dolore orofacciale' nella faccia emilaterale destra
File:Spasmo emimasticatorio.jpg|'''Figura 2:''' Paziente che riferisce "dolore orofacciale" sull'emisfero facciale destro.
File:Spasmo emimasticatorio ATM.jpg|'''Figura 3:''' Stratigrafia dell'ATM del paziente che mostra segni di appiattimento condilare e osteofiti
File:Spasmo emimasticatorio ATM.jpg|'''Figura 3:''' Stratigrafia dell'articolazione temporomandibolare (ATM) del paziente evidenziando segni di appiattimento condilare e presenza di osteofiti.
File:Atm1 sclerodermia.jpg|'''Figura 4:''' Tomografia computerizzata dell'ATM
File:Atm1 sclerodermia.jpg|'''Figura 4:''' Tomografia computerizzata dell'ATM
File:Spasmo emimasticatorio assiografia.jpg|'''Figura 5:''' Assiografia del paziente che mostra un appiattimento del pattern masticatorio sul condilo destro
File:Spasmo emimasticatorio assiografia.jpg|'''Figura 5:''' Assiografia del paziente evidenziando un appiattimento del pattern masticatorio a livello del condilo destro.
File:EMG2.jpg|'''Figura 6:''' Attività interferente EMG. Tracce superiori sovrapposte corrispondenti al massetere destro, in basso al massetere sinistro.
File:EMG2.jpg|'''Figura 6:''' Attività interferente EMG. Tracce superiori sovrapposte corrispondenti al massetere destro, in basso al massetere sinistro.
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Revision as of 16:49, 25 March 2024


Spasmo emimasticatorio assiografia.jpg

Il capitolo inizia esaminando la transizione dal linguaggio clinico tradizionale al linguaggio informatico cifrato nel contesto della medicina. Si sottolinea l'importanza del tempo come vettore di informazioni e si introduce l'idea di utilizzare un linguaggio macchina per comprendere meglio i sintomi medici.

Si riconosce la validità del linguaggio clinico tradizionale, radicato nella realtà clinica e già dimostrato come autorevole nella diagnosi. Tuttavia, si evidenzia l'opportunità di validare la scienza medica diagnostica attraverso l'approccio al linguaggio macchina e al sistema.

Si passa quindi ad esaminare il campo della biologia cranio-facciale, citando uno studio di Townsend e Brook che solleva questioni fondamentali nella ricerca cranio-facciale. Si discute l'importanza dell'approccio interdisciplinare e l'avanzamento tecnologico nel campo, compresa la sequenziamento del gene e l'imaging diagnostico avanzato.

Viene evidenziato il ruolo dell'epigenetica e della fenomica nel determinare le variazioni nella forma e nella funzione cranio-facciale, con riferimento a diversi studi e autori che approfondiscono questo argomento.

Successivamente, si affronta un caso clinico riguardante una paziente con dolore orofacciale e si esamina come la logica classica del linguaggio viene applicata per formulare una diagnosi e un trattamento, utilizzando predicati e inferenze logiche.

Si analizzano i dati strumentali e clinici relativi al caso, evidenziando come vengano utilizzate regole logiche per confermare o smentire le ipotesi diagnostiche.

Infine, si solleva la necessità di un linguaggio logico più flessibile e adattabile alle sfumature della pratica clinica, e si sottolinea l'importanza di rimanere aperti all'evoluzione della ricerca e delle conoscenze mediche. Si discute la possibilità che nuove scoperte possano mettere in discussione le attuali convinzioni e richiedere un adattamento del linguaggio logico utilizzato in medicina.


 

Masticationpedia

 

Introduzione

Nel capitolo precedente, dedicato alla "Logica del linguaggio medico", abbiamo cercato di spostare l'attenzione dal sintomo o dai segni clinici verso un linguaggio macchina criptato. In questo contesto, le argomentazioni di Donald E. Stanley, Daniel G. Campos e Pat Croskerry risultano particolarmente pertinenti, soprattutto quando connesse al concetto di tempo come vettore di informazione (che anticipa il sintomo) e alla considerazione del messaggio come linguaggio macchina anziché come linguaggio verbale).[1][2]

Ciò, tuttavia, non sminuisce l'importanza della storia clinica, costruita su un linguaggio verbale pseudo-formale, che si è ormai solidamente affermato nella pratica clinica e ha dimostrato la sua efficacia diagnostica. Il nostro obiettivo nel dare enfasi ad un linguaggio macchina e al sistema non è altro che offrire un'ulteriore opportunità per validare la Scienza Medico-Diagnostica. Siamo pienamente consapevoli che il nostro "Sapiens Linux" rimanga perplesso riguardo a quanto anticipato e continui a interrogarsi.

«la logica del linguaggio classico potrebbe aiutarci a risolvere il dilemma della povera Mary Poppins?»
(un po' di pazienza, per favore)

Non possiamo limitarci a fornire una risposta convenzionale, poiché la scienza avanza non attraverso asserzioni prive di fondamento, ma mediante domande e riflessioni che hanno superato il vaglio della validazione scientifica. Questo ci spinge a esplorare e dare voce a pensieri, perplessità e dubbi sollevati da alcuni concetti chiave discussi in vari articoli scientifici.

Tra questi argomenti cruciali spicca la "Biologia craniofacciale".

Iniziamo con un influente studio di Townsend e Brook,[3] in cui gli autori mettono in discussione l'attuale paradigma di ricerca, sia teorico che applicato, in "Biologia craniofacciale", con l'obiettivo di trarne considerazioni e implicazioni cliniche. Uno degli aspetti affrontati è l'"Approccio interdisciplinare", tramite il quale Geoffrey Sperber e suo figlio Steven hanno riconosciuto il potenziale di un progresso esponenziale nel campo della "biologia craniofacciale", grazie a innovazioni tecnologiche quali sequenziamento genetico, la tomografia computerizzata (TC), imaging a risonanza magnetica (MRI), scansione laser, analisi d'immagine, ecografia e spettroscopia.[4]


Un altro argomento di notevole interesse nell'ambito della 'Biologia Craniofacciale' è la consapevolezza che i sistemi biologici sono considerati 'Sistemi Complessi'.[5] L''Epigenetica', inoltre, svolge un ruolo fondamentale nella biologia molecolare craniofacciale. Ricercatori di Adelaide e Sydney hanno fornito una critica approfondita nel campo dell'epigenetica, con un focus particolare sulle discipline odontoiatriche e craniofacciali.[6] La fenomica, in particolare, esplorata da questi autori (vedi Fenomica), rappresenta un'area di ricerca che si dedica alla misurazione dei cambiamenti nei denti e nelle strutture orofacciali associate, risultanti dalle interazioni tra fattori genetici, epigenetici e ambientali durante lo sviluppo.[7] In questo contesto, risulta fondamentale menzionare il lavoro di Irma Thesleff, di Helsinki, Finlandia, la quale ha evidenziato come esistano numerosi centri di segnalazione transitori nell'epitelio dentale che rivestono ruoli cruciali nel programma di sviluppo dentale.[8] In aggiunta, i lavori di Peterkova R., Hovorakova M., Peterka M., Lesot H., offrono una panoramica affascinante dei processi implicati nello sviluppo dentale.[9][10][11] Per completezza, non si possono tralasciare gli studi di Han J., Menicanin D., Gronthos S., e Bartold P.M., i quali hanno esaminato una vasta gamma di ricerche su cellule staminali, ingegneria tissutale e rigenerazione parodontale.[12]


In questa rassegna era imprescindibile includere discussioni sulle influenze genetiche, epigenetiche e ambientali che, durante la morfogenesi, conducono a variazioni nel numero, nelle dimensioni e nella forma dei denti,[13][14] nonché sull'effetto della pressione esercitata dalla lingua sulla crescita e sulle funzioni craniofacciali.[15][16] Merita, inoltre, una menzione speciale l'eccezionale lavoro di Townsend e Brook, il cui contenuto si allinea perfettamente anche con le riflessioni di un altro autore di rilievo, HC Slavkin. Slavkin[17] sostiene: "Il futuro offre innumerevoli opportunità per migliorare significativamente gli esiti clinici delle malformazioni craniofacciali, sia congenite che acquisite. I clinici giocano un ruolo fondamentale, in quanto il pensiero critico insieme all'esperienza clinica incrementa notevolmente la precisione diagnostica e, di conseguenza, gli esiti clinici per la salute.

«Capisco il progresso della Scienza descritto dagli autori ma non capisco il cambiamento di pensiero»
(Ti faccio un esempio pratico)

Nell'"Introduzione", abbiamo sollevato alcune questioni relative alla malocclusione. In questo contesto, esaminiamo la logica del linguaggio medico impiegato dal dentista di fronte al caso clinico descritto nel "Capitolo introduttivo", includendo le conclusioni diagnostiche e terapeutiche.

Il paziente presenta un morso incrociato posteriore unilaterale e un morso aperto anteriore.[18] Il morso incrociato rappresenta una deviazione dalla normale occlusione [19] e, pertanto, viene trattato in concomitanza con il morso aperto .[20][21] Questo ragionamento suggerisce che il modello (sistema masticatorio) viene 'normalizzato rispetto all'occlusione'; interpretato in senso inverso, indica che una discrepanza occlusale è causa di malocclusione, ossia un disturbo del Sistema Masticatorio. Di conseguenza, è giustificabile un intervento volto a ripristinare la corretta funzione masticatoria. (Figura 1a).


Questo esempio è il linguaggio logico classico, come spiegheremo in dettaglio, ma ora sorge un dubbio:

Al momento della formulazione degli assiomi ortodontici e ortognatici, che hanno portato alla creazione di protocolli ratificati dalla Comunità Scientifica Internazionale, erano già note le informazioni discusse nell'introduzione a questo capitolo?

Non è certamente così, poiché il tempo è vettore di informazioni. Tuttavia, a dispetto di questa limitazione cognitiva, si procede adottando una logica del linguaggio classico che solleva questioni rilevanti per la sicurezza del cittadino.

«questa affermazione mi sembra un po' rischiosa!»
(certo, ma la sequenza logica è già stata anticipata)

Se questo caso fosse analizzato attraverso una mentalità orientata verso una 'logica del linguaggio di sistema', di cui discuteremo in un capitolo dedicato, le conclusioni potrebbero rivelarsi sorprendenti.

Analizzando le risposte elettrofisiologiche ottenute dal paziente con malocclusione, rappresentate nelle figure 1b, 1c e 1d (con le spiegazioni fornite direttamente nelle didascalie per facilitare il dibattito), emerge chiaramente che questi dati ci portano a considerazioni ben diverse dalla semplice 'Malocclusione'. Pertanto, gli assiomi ortodontici e ortognatici basati su una relazione 'causa/effetto' mostrano una significativa lacuna concettuale.


«Allora, come si collega la logica del linguaggio classico a questo contesto?»
(La contrapposizione con la 'logica del linguaggio di sistema' evidenzia limiti interpretativi degli approcci tradizionali alla malocclusione, suggerendo che i modelli causa/effetto ortodontici potrebbero necessitare di una revisione critica alla luce di nuove evidenze elettrofisiologiche.)

Formalismo matematico

In questo capitolo, esamineremo nuovamente il caso clinico di Mary Poppins, che soffre di Dolore Orofacciale da oltre 10 anni, con una diagnosi da parte del suo dentista di 'Disturbo Temporomandibolare' (TMD), o più specificamente, Dolore Orofacciale associato al TMD. Per capire perché la definizione diagnostica esatta risulta complessa quando applichiamo una Logica del linguaggio classico, è essenziale introdurre e comprendere il concetto alla base della filosofia del linguaggio classico..

Proposizioni

"Le proposizioni più semplici possono essere combinate tra loro per formare proposizioni nuove e più complesse attraverso l'uso di operatori logici e connettivi quantificatori. Questi strumenti della logica permettono di costruire affermazioni più ampie partendo da concetti di base, facilitando così la formulazione di teoremi e dimostrazioni in matematica e in altre discipline che richiedono precisione e rigore.

Gli operatori logici fondamentali includono:[22]

  • Congiunzione, indicata dal simbolo (e): rappresenta l'operazione logica "E". Una proposizione composta formata da due proposizioni congiunte con "e" è vera solo se entrambe le proposizioni sono vere.
  • Disgiunzione, indicata dal simbolo (o): rappresenta l'operazione logica "O". Una proposizione composta è vera se almeno una delle proposizioni componenti è vera.
  • Negazione, indicata dal simbolo (non): inverte il valore di verità di una proposizione. Se una proposizione è vera, la sua negazione è falsa, e viceversa.
  • Implicazione, indicata dal simbolo ⇒ (se... allora): esprime una relazione condizionale tra due proposizioni. Se l'antecedente (prima proposizione) è vero, allora il conseguente (seconda proposizione) deve essere vero per che l'implicazione sia vera.
  • Conseguenza logica, indicata dal simbolo (segue che): indica che una proposizione è una conseguenza logica delle precedenti all'interno di un determinato sistema logico.
  • Quantificatore universale, indicato dal simbolo (per tutti): esprime che la proposizione successiva è vera per tutti gli elementi di un certo insieme.
  • Dimostrazione, spesso indicata con ragionamenti che conducono alla conclusione simbolizzata con (quindi): indica il culmine di un argomento o ragionamento logico che porta a una conclusione.
  • Appartenenza, indicata dal simbolo (appartiene a) o (non appartiene a): usata per indicare se un elemento appartiene o non appartiene a un insieme.

I connettivi quantificatori, come il quantificatore universale () e il quantificatore esistenziale (), permettono di estendere le affermazioni a insiemi di elementi, offrendo una modalità per esprimere proposizioni che riguardano 'tutti gli elementi' di un certo insieme o 'almeno un elemento' di tale insieme.

Combinando questi strumenti, è possibile costruire proposizioni complesse che servono come fondamento per argomentazioni logiche e ragionamenti matematici, eliminando le ambiguità tipiche del linguaggio comune e fornendo una struttura chiara per l'analisi e la dimostrazione."


fin qui

Dimostrazione per assurdo

Nella logica classica, esiste un principio denominato "terzo escluso", il quale sostiene che una proposizione, che non può essere falsa, deve essere considerata vera, poiché non esiste una terza possibilità.

Supponiamo di dover dimostrare che la proposizione p sia vera. La procedura consiste nel dimostrare che assumere come falsa conduce a una contraddizione logica. Di conseguenza, la proposizione non può essere falsa e, quindi, secondo la legge del terzo escluso, deve essere vera. Questo metodo di dimostrazione è noto come dimostrazione per assurdo.[23]

Predicati

Quanto brevemente descritto sinora rappresenta la logica delle proposizioni, che afferma qualcosa riguardo oggetti matematici specifici. Esempi di proposizioni includono: "2 è maggiore di 1, dunque 1 è minore di 2" o "un quadrato non ha 5 lati, quindi non può essere un pentagono". Spesso, tuttavia, le affermazioni matematiche non si limitano a singoli oggetti, ma si riferiscono a oggetti generici all'interno di un insieme, come nell'espressione "gli elementi sono più alti di 2 metri", dove indica un gruppo generico (per esempio, tutti i giocatori di pallavolo). In questi casi, si parla di predicati.

Intuitivamente, un predicato è una frase che concerne un insieme di elementi (che, nel nostro contesto medico, sarebbero i pazienti) e formula un'affermazione su di loro.


«Allora, è Mary Poppins affetta da TMD o no?»
(vediamo cosa ci dice la logica del linguaggio classico)

Oltre alle conferme derivate dalla logica del linguaggio medico discussa nel capitolo precedente, il dentista acquisisce ulteriori dati strumentali che rafforzano la sua diagnosi. Questi test includono l'analisi dei tracciati assiografici, ottenuti mediante l'uso di una forchetta paraocclusale funzionale su misura. Questo strumento permette la visualizzazione e la quantificazione dei tracciati condilari durante le funzioni masticatorie. Come dimostrato in Figura 4, l'appiattimento delle tracce condilari sul lato destro, sia nella cinetica masticatoria mediotrusiva (indicata in verde) che nei cicli di apertura e protrusione (in grigio), conferma l'appiattimento anatomico e funzionale dell'ATM destra durante la dinamica della masticazione.

In aggiunta all'assiografia, viene effettuata un'elettromiografia di superficie sui muscoli masseteri (vedi Figura 6), durante la quale viene chiesto al paziente di esercitare la massima forza muscolare. Questo tipo di analisi elettromiografica, denominata 'EMG Interferential Pattern', è caratterizzata dal contenuto ad alta frequenza dei picchi che mostrano un'interferenza di fase. Infatti, la Figura 6 evidenzia un'asimmetria nel reclutamento delle unità motorie tra il massetere destro (traccia superiore) e quello sinistro (traccia inferiore)..[24][25][26][27]


2° Approccio Clinico

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Proposizioni nel contesto odontoiatrico

Mentre cerchiamo di utilizzare il formalismo matematico per tradurre le conclusioni raggiunte dal dentista con il linguaggio logico classico, consideriamo i seguenti predicati:

  • x Pazienti normali (normale sta per pazienti comunemente presenti in ambito specialistico)
  • Rimodellamento osseo con osteofito da esame stratigrafico e TC condilare; e
  • Disturbi Temporo-Mandibolari (DTM) con conseguente dolore orofacciale (OP)
  • Paziente specifico: Mary Poppins

Qualsiasi paziente normale che risulti positivo all'esame radiografico dell'ATM [Figure 2 e 3] è affetto da TMD ; da ciò ne consegue che essendo Mary Poppins positiva (ed essendo anche una paziente "Normale") alla radiografia dell'ATM allora anche Mary Poppins è affetta da TMD . Il linguaggio dei predicati si esprime nel modo seguente:


.


A questo punto, si deve anche considerare che la logica dei predicati non viene utilizzata solo per dimostrare che un particolare insieme di premesse implica una particolare evidenza . Viene anche utilizzata per dimostrare che una particolare affermazione non è vera, o che un particolare pezzo di la conoscenza è logicamente compatibile/incompatibile con una particolare evidenza.

Per provare che questa proposizione è vera dobbiamo usare la suddetta dimostrazione per assurdità. Se la sua negazione crea una contraddizione, sicuramente la proposta del dentista sarà vera:


.


"" afferma che non è vero che coloro che risultano positivi alla TC dell'ATM hanno i DTM, quindi Mary Poppins (paziente normale positivo alla TC dell'ATM) non è affetta da DTM.

Il dentista ritiene che l'affermazione di Mary Poppins (che non ha la DTM in base a queste premesse) sia una contraddizione, quindi l'affermazione principale è vera.

Proposizioni nel contesto neurologico

Immaginiamo che il neurologo non sia d'accordo con la conclusione e affermi che Mary Poppins non è affetta da DTM o che almeno non è la causa principale del Dolore Orofacciale ma che, piuttosto, è affetta da un Dolore Orofacciale neuromotorio (nOP), quindi che non appartiene al gruppo dei 'pazienti normali' ma è da considerarsi un 'paziente aspecifico' (non comune in ambito specialistico odontoiatrico).

Ovviamente, questa dialettica durerebbe indefinitamente perché entrambi difenderebbero il loro contesto scientifico-clinico ma vediamo cosa succede nella logica dei predicati.

La dichiarazione del neurologo sarebbe del tipo:


.

"" significa che ogni paziente con TMJ CT positivo of TMJ potrebbe non essere affetto da DTM. Per provare che questa proposizione è vera, dobbiamo usare ancora una volta la suddetta dimostrazione per assurdità. Se la sua negazione crea una contraddizione, sicuramente la proposizione del neurologo sarà vera:


.

Seguendo le regole logiche dei predicati non c'è motivo di affermare che la negazione (4) sia contraddittoria o priva di significato, quindi il neurologo (a differenza del dentista) non sembrerebbe avere gli strumenti logici per confermare la sua conclusione.

«allora il dentista trionfa!»
(non darlo per scontato)

Compatibilità e incompatibilità delle affermazioni

La complicazione sta nel fatto che il dentista presenterà una serie di affermazioni come referti clinici come la stratigrafia e la TC dell'ATM che indicano un appiattimento anatomico dell'articolazione, l'assiografia dei tracciati condilari con una riduzione della convessità cinematica e un tracciando un pattern di interferenza EMG in cui viene evidenziato un pattern asimmetrico sui masseteri. Queste affermazioni possono essere facilmente considerate una concausa del danno all'articolazione temporo-mandibolare e, quindi, responsabili del 'Dolore orofacciale'.

Documenti, referti ed evidenze cliniche possono essere utilizzati per rendere incompatibile l'affermazione del neurologo e compatibile la conclusione diagnostica del dentista. Per fare ciò dobbiamo presentare alcune regole logiche che descrivono la compatibilità o incompatibilità della logica del linguaggio classico:

  1. Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente compatibili se, e solo se, l'unione tra loro è coerente.
  2. Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente incompatibili se, e solo se, l'unione tra loro è incoerente.


Proviamo a seguire questo ragionamento con esempi pratici:

Il collega dentista espone la seguente frase:

: Seguendo le tecniche personalizzate suggerite da Xin Liang et al.[28] che si concentra sull'analisi microstrutturale quantitativa della frazione del valore osseo, del numero trabecolare, dello spessore trabecolare e della separazione trabecolare su ogni fetta della TC di un'ATM, sembra che Mary Poppins sia affetta da Disturbi Temporomandibolari (DTMs) e la conseguenza provoca dolore orofacciale.

A questo punto, però, la tesi va confermata con ulteriori accertamenti clinici e di laboratorio, ed infatti il collega produce una serie di asserzioni che dovrebbero superare il filtro di compatibilità come sopra descritto, ovvero:


Rimodellamento osseo: L'appiattimento delle tracce assiografiche evidenziato in figura 5 indica il rimodellamento articolare dell'ATM destra di Mary Poppins, tale referto può essere correlato ad una serie di ricerche e articoli che confermano come la malocclusione possa essere associata a cambiamenti morfologici delle articolazioni temporo-mandibolari, specie se associate all'età in quanto la presenza di una malocclusione cronica può peggiorare il quadro del rimodellamento osseo.[29] Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'asserzione.


Sensibilità e specificità della misura assiografica: È stato condotto uno studio per verificare la sensibilità e la specificità dei dati raccolti da un gruppo di pazienti affetti da patologie dell'articolazione temporo-mandibolare con un sistema assiografico ARCUSdigma;[30] ha confermato una sensibilità dell'84,21% e una sensibilità del 92,86% rispettivamente per l'ATM destra e sinistra e una specificità del 93,75% e del 95,65%.[31] Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'affermazione nel contesto dentale proprio per la coerenza degli studi correlati.[32]

Alterazione percorsi condilari: Urbano Santana-Mora e coll.[33] hanno valutato 24 pazienti adulti affetti da grave dolore cronico unilaterale diagnosticato come Disturbi Temporomandibolari (TMD). Sono stati valutati i seguenti fattori funzionali e dinamici:

funzione masticatoria; rimodellamento dell'ATM o della via condilare (CP); e movimento laterale della mascella o della guida laterale (LG).

I CP sono stati valutati utilizzando l'assiografia convenzionale e l'LG è stato valutato utilizzando il tracciato kinesigrafico;[34] Diciassette (71%) dei 24 (100%) pazienti mostravano costantemente un lato della masticazione abituale. La deviazione media e standard degli angoli CP era 47,90

± 9,24) gradi. La media degli angoli LG era 42,95

± 11,78 gradi.

La raccolta dei dati è emersa dalla concezione di un nuovo paradigma TMD in cui il lato colpito potrebbe essere il solito lato masticatore, il lato in cui l'angolo cinematico laterale mandibolare era più piatto. Questo parametro può anche essere compatibile con l'affermazione dentale.


Schema di interferenza EMG: M.O. Mazzetto e coll.[35] ha mostrato che l'attività elettromiografica dei muscoli temporali anteriori e del massetere era positivamente correlata con l'"indice craniomandibolare", indicizzato (CMI) con uno e suggerendo che l'uso di CMI per quantificare la gravità dei TMD ed EMG per valutare il muscolo masticatorio funzione, può essere un importante elemento diagnostico e terapeutico. Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'asserzione.


?


Ovviamente, il collega dentista potrebbe continuare all'infinito a pronunciare le sue dichiarazioni, indefinitamente.

Ebbene, tutte queste affermazioni sembrano coerenti con la frase inizialmente descritto, per cui il collega dentista si sente giustificato nel dire che l'insieme delle frasi , ed un numero di altre asserzioni o dati clinici positivi sono logicamente compatibili in quanto l'unione tra loro è coerente.

«Seguendo la logica del linguaggio classico, il dentista ha ragione!»
(Sembrerebbe così! ma attenzione, solo nel proprio contesto dentale!)

Questa affermazione è così vera che lo potrebbe essere infinitamente esteso, allargato abbastanza da ottenere uno che gli corrispondente ad un significato infinito, purché rimanga limitato nel suo contesto; eppure, potrebbe non avere nessun valore di significatività in altri contesti come, per esempio, quello neurologico.

Considerazioni finali

In una prospettiva di osservazione di questo tipo, la Logica dei predicati non può che fortificare il ragionamento del dentista e, al tempo stesso, rafforzare il principio del terzo escluso: il principio è rafforzato dalla compatibilità delle affermazioni aggiuntive che garantiscono al dentista una completa coerenza nella diagnosi e nella conferma della frase : La povera Mary Poppins o è affetta da TMD, oppure no.

«e se, con l'avanzare della ricerca, si scoprissero nuovi fenomeni che darebbero ragione al neurologo, invece del dentista?»

In sostanza, data la compatibilità delle asserzioni affermare coerentemente che il Dolore Orofacciale è causato da un Disturbo Temporomandibolare potrebbe diventare incompatibile se un'altra serie di asserzioni si dimostrasse coerente: ciò renderebbe compatibile una diversa frase , la seguente: la povera Mary Poppins potrebbe soffrire di Dolore Orofacciale determinato da un Disturbo Neuromotorio (nOP) e non direttamente da Disordini Temporomandibolari?

Nell'attuale logica del linguaggio medico, tali affermazioni restano solo affermazioni perché le convinzioni e le opinioni non consentono un conseguente e rapido cambio di mentalità.

Inoltre, tenendo conto del rischio che questo cambiamento comporta, infatti, si potrebbe prendere in considerazione un recente articolo sull'epidemiologia dei disturbi Temporo-Mandibolari[36] in cui gli autori confermano che, nonostante le differenze metodologiche e di popolazione, il dolore nella regione temporo-mandibolare appare relativamente comune, presente in circa il 10% della popolazione; si può quindi oggettivamente essere indotti ad ipotizzare che la nostra Mary Poppins possa essere inclusa nel 10% dei pazienti citati nello studio epidemiologico, e contestualmente essere classificata come paziente affetta da Dolore Orofacciale da Disturbi Temporomandibolari (DTM).

In conclusione, è evidente che una logica classica del linguaggio, che ha un approccio estremamente dicotomico (o bianco o nero), non può rappresentare le tante sfumature che si verificano nelle situazioni cliniche reali.

Bisogna trovare una logica linguistica più conveniente e adatta...

.

«possiamo allora pensare a una logica del linguaggio probabilistico?»
(forse)


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  22. For the sake of simplicity of exposition and reading, we will deal in this chapter with the symbol of belonging, the symbol of consequence and the "such that" as if they were quantifiers and connectives of propositions in classical logic.
    Strictly speaking, within classical logic they should not be treated as such, but even if we do, this does not absolutely change the meaning of the speech and no inconsistencies of any kind are created.
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Introduzione

Nel capitolo precedente, dedicato alla "Logica del linguaggio medico", abbiamo cercato di spostare l'attenzione dal sintomo o dai segni clinici verso un linguaggio macchina criptato. In questo contesto, le argomentazioni di Donald E. Stanley, Daniel G. Campos e Pat Croskerry risultano particolarmente pertinenti, soprattutto quando connesse al concetto di tempo come vettore di informazione (che anticipa il sintomo) e alla considerazione del messaggio come linguaggio macchina anziché come linguaggio verbale).[1][2]

Ciò, tuttavia, non sminuisce l'importanza della storia clinica, costruita su un linguaggio verbale pseudo-formale, che si è ormai solidamente affermato nella pratica clinica e ha dimostrato la sua efficacia diagnostica. Il nostro obiettivo nel dare enfasi ad un linguaggio macchina e al sistema non è altro che offrire un'ulteriore opportunità per validare la Scienza Medico-Diagnostica. Siamo pienamente consapevoli che il nostro "Sapiens Linux" rimanga perplesso riguardo a quanto anticipato e continui a interrogarsi.

«la logica del linguaggio classico potrebbe aiutarci a risolvere il dilemma della povera Mary Poppins?»
(un po' di pazienza, per favore)

Non possiamo limitarci a fornire una risposta convenzionale, poiché la scienza avanza non attraverso asserzioni prive di fondamento, ma mediante domande e riflessioni che hanno superato il vaglio della validazione scientifica. Questo ci spinge a esplorare e dare voce a pensieri, perplessità e dubbi sollevati da alcuni concetti chiave discussi in vari articoli scientifici.

Tra questi argomenti cruciali spicca la "Biologia craniofacciale".

Iniziamo con un influente studio di Townsend e Brook,[3] in cui gli autori mettono in discussione l'attuale paradigma di ricerca, sia teorico che applicato, in "Biologia craniofacciale", con l'obiettivo di trarne considerazioni e implicazioni cliniche. Uno degli aspetti affrontati è l'"Approccio interdisciplinare", tramite il quale Geoffrey Sperber e suo figlio Steven hanno riconosciuto il potenziale di un progresso esponenziale nel campo della "biologia craniofacciale", grazie a innovazioni tecnologiche quali sequenziamento genetico, la tomografia computerizzata (TC), imaging a risonanza magnetica (MRI), scansione laser, analisi d'immagine, ecografia e spettroscopia.[4]


Un altro argomento di notevole interesse nell'ambito della 'Biologia Craniofacciale' è la consapevolezza che i sistemi biologici sono considerati 'Sistemi Complessi'.[5] L''Epigenetica', inoltre, svolge un ruolo fondamentale nella biologia molecolare craniofacciale. Ricercatori di Adelaide e Sydney hanno fornito una critica approfondita nel campo dell'epigenetica, con un focus particolare sulle discipline odontoiatriche e craniofacciali.[6] La fenomica, in particolare, esplorata da questi autori (vedi Fenomica), rappresenta un'area di ricerca che si dedica alla misurazione dei cambiamenti nei denti e nelle strutture orofacciali associate, risultanti dalle interazioni tra fattori genetici, epigenetici e ambientali durante lo sviluppo.[7] In questo contesto, risulta fondamentale menzionare il lavoro di Irma Thesleff, di Helsinki, Finlandia, la quale ha evidenziato come esistano numerosi centri di segnalazione transitori nell'epitelio dentale che rivestono ruoli cruciali nel programma di sviluppo dentale.[8] In aggiunta, i lavori di Peterkova R., Hovorakova M., Peterka M., Lesot H., offrono una panoramica affascinante dei processi implicati nello sviluppo dentale.[9][10][11] Per completezza, non si possono tralasciare gli studi di Han J., Menicanin D., Gronthos S., e Bartold P.M., i quali hanno esaminato una vasta gamma di ricerche su cellule staminali, ingegneria tissutale e rigenerazione parodontale.[12]
In questa rassegna era imprescindibile includere discussioni sulle influenze genetiche, epigenetiche e ambientali che, durante la morfogenesi, conducono a variazioni nel numero, nelle dimensioni e nella forma dei denti,[13][14] nonché sull'effetto della pressione esercitata dalla lingua sulla crescita e sulle funzioni craniofacciali.[15][16] Merita, inoltre, una menzione speciale l'eccezionale lavoro di Townsend e Brook, il cui contenuto si allinea perfettamente anche con le riflessioni di un altro autore di rilievo, HC Slavkin. Slavkin[17] sostiene: "Il futuro offre innumerevoli opportunità per migliorare significativamente gli esiti clinici delle malformazioni craniofacciali, sia congenite che acquisite. I clinici giocano un ruolo fondamentale, in quanto il pensiero critico insieme all'esperienza clinica incrementa notevolmente la precisione diagnostica e, di conseguenza, gli esiti clinici per la salute.
«Capisco il progresso della Scienza descritto dagli autori ma non capisco il cambiamento di pensiero»
(Ti faccio un esempio pratico)

Nell'"Introduzione", abbiamo sollevato alcune questioni relative alla malocclusione. In questo contesto, esaminiamo la logica del linguaggio medico impiegato dal dentista di fronte al caso clinico descritto nel "Capitolo introduttivo", includendo le conclusioni diagnostiche e terapeutiche.

Il paziente presenta un morso incrociato posteriore unilaterale e un morso aperto anteriore.[18] Il morso incrociato rappresenta una deviazione dalla normale occlusione [19] e, pertanto, viene trattato in concomitanza con il morso aperto .[20][21] Questo ragionamento suggerisce che il modello (sistema masticatorio) viene 'normalizzato rispetto all'occlusione'; interpretato in senso inverso, indica che una discrepanza occlusale è causa di malocclusione, ossia un disturbo del Sistema Masticatorio. Di conseguenza, è giustificabile un intervento volto a ripristinare la corretta funzione masticatoria. (Figura 1a).


Questo esempio è il linguaggio logico classico, come spiegheremo in dettaglio, ma ora sorge un dubbio:

Al momento della formulazione degli assiomi ortodontici e ortognatici, che hanno portato alla creazione di protocolli ratificati dalla Comunità Scientifica Internazionale, erano già note le informazioni discusse nell'introduzione a questo capitolo?

Non è certamente così, poiché il tempo t è vettore di informazioni. Tuttavia, a dispetto di questa limitazione cognitiva, si procede adottando una logica del linguaggio classico che solleva questioni rilevanti per la sicurezza del cittadino.

«questa affermazione mi sembra un po' rischiosa!»
(certo, ma la sequenza logica è già stata anticipata)

Se lo stesso caso fosse interpretato con una mentalità che seguisse una 'logica del linguaggio di sistema' (ne parleremo nell'apposito capitolo), le conclusioni sarebbero sorprendenti.

Se osserviamo le risposte elettrofisiologiche eseguite sul paziente con malocclusione nelle figure 1b, 1c e 1d (con la spiegazione fatta direttamente in didascalia per semplificare la discussione), noteremo che questi dati possono farci pensare a tutto tranne che a una 'Malocclusione ' e, quindi, gli assiomi di tipo ortodontico e ortognatico 'causa/effetto' lasciano un vuoto concettuale.
«Fammi capire meglio cosa c'entra la logica del linguaggio classico con esso»
(Lo faremo seguendo il caso clinico della nostra Mary Poppins)

Formalismo matematico

In questo capitolo, riconsidereremo il caso clinico della sfortunata Mary Poppins affetta da Dolore Orofacciale da più di 10 anni a cui il suo dentista ha diagnosticato un 'Disturbo Temporomandibolare' (TMD) o meglio Dolore Orofacciale da TMD. Per comprendere meglio perché l'esatta formulazione diagnostica rimane complessa con una Logica del linguaggio classico, occorre comprendere il concetto su cui si basa la filosofia del linguaggio classico con una breve introduzione all'argomento.

Proposizioni

La logica classica si basa su proposizioni. Si dice spesso che una proposizione è una frase che chiede se la proposizione è vera o falsa. In effetti, una proposizione in matematica di solito è vera o falsa, ma questa è ovviamente un po' troppo vaga per essere una definizione. Può essere preso, nel migliore dei casi, come un monito: se una frase, espressa con un linguaggio comune, non ha senso chiedersi se è vera o falsa, non sarà una proposizione ma qualcos'altro.

Si può argomentare se le frasi del linguaggio comune siano o meno proposizioni poiché in molti casi non è spesso evidente se una certa affermazione è vera o falsa.

Fortunatamente, le proposizioni matematiche, se ben espresse, non mostrano tali ambiguità».

Proposizioni più semplici possono essere combinate tra loro per formare proposizioni nuove e più complesse. Ciò avviene con l'ausilio di operatori detti operatori logici e connettivi quantificatori che possono essere ridotti ai seguenti[22]:

  1. Congiunzione, che è indicata dal simbolo (e):
  2. Disgiunzione, indicata dal simbolo ():
  3. Negazione, indicata dal simbolo (non):
  4. Implicazione, indicata dal simbolo (se...solo se):
  5. Conseguenza, indicata dal simbolo (è una partizione di.....):
  6. Quantificatore universale, indicato dal simbolo (per tutti):
  7. Dimostrazione, indicata dal simbolo (così che):
  8. Adesione, che è indicata dal simbolo (è un elemento di) o dal simbolo (non è un elemento di):

Dimostrazione per assurdità

Inoltre, nella logica classica esiste un principio chiamato terzo escluso che afferma che una proposizione che non può essere falsa deve essere considerata vera poiché non esiste una terza possibilità.

Supponiamo di dover dimostrare che la proposizione  è vero. La procedura consiste nel dimostrare che l'assunzione che è falso porta a una contraddizione logica. Così la proposizione non può essere falso, e quindi, secondo la legge del terzo escluso, deve essere vero. Questo metodo di dimostrazione è chiamato dimostrazione per assurdo.[23]

Predicati

Ciò che abbiamo brevemente descritto finora è la logica delle proposizioni. Una proposizione afferma qualcosa su oggetti matematici specifici come: "2 è maggiore di 1, quindi 1 è minore di 2" o "un quadrato non ha 5 lati, quindi un quadrato non è un pentagono". Molte volte, però, le affermazioni matematiche non riguardano il singolo oggetto, ma oggetti generici di un insieme quali: ' sono più alti di 2 metri 'dove denota un gruppo generico (ad esempio tutti i giocatori di pallavolo). In questo caso si parla di predicati.

Intuitivamente, un predicato è una frase che riguarda un insieme di elementi (che nel nostro caso medico saranno i pazienti) e che afferma qualcosa su di essi.

«Allora la povera Mary Poppins è una malata di TMD oppure no!»
(vediamo cosa ci dice la logica del linguaggio classico)
Oltre alle conferme derivate dalla logica del linguaggio medico discussa nel capitolo precedente, il collega dentista acquisisce altri dati strumentali che gli consentono di confermare la sua diagnosi. Questi ultimi test riguardano l'analisi dei tracciati assiografici mediante l'utilizzo di una frizione paraocclusale funzionale personalizzata che consente la visualizzazione e la quantificazione dei tracciati condilari nelle funzioni masticatorie. Come si vede dalla Figura 4 l'appiattimento delle tracce condilari sul lato destro sia nella cinetica masticatoria mediotrusiva (colore verde) che nei cicli di apertura e protrusione (colore grigio) confermano l'appiattimento anatomico e funzionale dell'ATM destra nella dinamica masticare. Oltre all'assiografia, il collega esegue un'elettromiografia di superficie sui masseteri (Fig. 6) chiedendo al paziente di esercitare il massimo della sua forza muscolare. Questo tipo di analisi elettromiografica è chiamata "EMG Interferential Pattern" a causa del contenuto ad alta frequenza dei picchi che subiscono l'interferenza di fase. Infatti la Figura 6 mostra un'asimmetria nel reclutamento delle unità motorie del massetere destro (traccia superiore) rispetto a quelle del massetere sinistro (traccia inferiore).[24][25][26][27]

2° Approccio Clinico

(Passa il mouse sopra le immagini)

Proposizioni nel contesto odontoiatrico

Mentre cerchiamo di utilizzare il formalismo matematico per tradurre le conclusioni raggiunte dal dentista con il linguaggio logico classico, consideriamo i seguenti predicati:

  • x Pazienti normali (normale sta per pazienti comunemente presenti in ambito specialistico)
  • Rimodellamento osseo con osteofito da esame stratigrafico e TC condilare; e
  • Disturbi Temporo-Mandibolari (DTM) con conseguente dolore orofacciale (OP)
  • Paziente specifico: Mary Poppins

Qualsiasi paziente normale che risulti positivo all'esame radiografico dell'ATM [Figure 2 e 3] è affetto da TMD ; da ciò ne consegue che essendo Mary Poppins positiva (ed essendo anche una paziente "Normale") alla radiografia dell'ATM allora anche Mary Poppins è affetta da TMD . Il linguaggio dei predicati si esprime nel modo seguente:


.


A questo punto, si deve anche considerare che la logica dei predicati non viene utilizzata solo per dimostrare che un particolare insieme di premesse implica una particolare evidenza . Viene anche utilizzata per dimostrare che una particolare affermazione non è vera, o che un particolare pezzo di la conoscenza è logicamente compatibile/incompatibile con una particolare evidenza.

Per provare che questa proposizione è vera dobbiamo usare la suddetta dimostrazione per assurdità. Se la sua negazione crea una contraddizione, sicuramente la proposta del dentista sarà vera:


.


"" afferma che non è vero che coloro che risultano positivi alla TC dell'ATM hanno i DTM, quindi Mary Poppins (paziente normale positivo alla TC dell'ATM) non è affetta da DTM.

Il dentista ritiene che l'affermazione di Mary Poppins (che non ha la DTM in base a queste premesse) sia una contraddizione, quindi l'affermazione principale è vera.

Proposizioni nel contesto neurologico

Immaginiamo che il neurologo non sia d'accordo con la conclusione e affermi che Mary Poppins non è affetta da DTM o che almeno non è la causa principale del Dolore Orofacciale ma che, piuttosto, è affetta da un Dolore Orofacciale neuromotorio (nOP), quindi che non appartiene al gruppo dei 'pazienti normali' ma è da considerarsi un 'paziente aspecifico' (non comune in ambito specialistico odontoiatrico).

Ovviamente, questa dialettica durerebbe indefinitamente perché entrambi difenderebbero il loro contesto scientifico-clinico ma vediamo cosa succede nella logica dei predicati.

La dichiarazione del neurologo sarebbe del tipo:


.

"" significa che ogni paziente con TMJ CT positivo of TMJ potrebbe non essere affetto da DTM. Per provare che questa proposizione è vera, dobbiamo usare ancora una volta la suddetta dimostrazione per assurdità. Se la sua negazione crea una contraddizione, sicuramente la proposizione del neurologo sarà vera:


.

Seguendo le regole logiche dei predicati non c'è motivo di affermare che la negazione (4) sia contraddittoria o priva di significato, quindi il neurologo (a differenza del dentista) non sembrerebbe avere gli strumenti logici per confermare la sua conclusione.
«allora il dentista trionfa!»
(non darlo per scontato)

Compatibilità e incompatibilità delle affermazioni

La complicazione sta nel fatto che il dentista presenterà una serie di affermazioni come referti clinici come la stratigrafia e la TC dell'ATM che indicano un appiattimento anatomico dell'articolazione, l'assiografia dei tracciati condilari con una riduzione della convessità cinematica e un tracciando un pattern di interferenza EMG in cui viene evidenziato un pattern asimmetrico sui masseteri. Queste affermazioni possono essere facilmente considerate una concausa del danno all'articolazione temporo-mandibolare e, quindi, responsabili del 'Dolore orofacciale'.

Documenti, referti ed evidenze cliniche possono essere utilizzati per rendere incompatibile l'affermazione del neurologo e compatibile la conclusione diagnostica del dentista. Per fare ciò dobbiamo presentare alcune regole logiche che descrivono la compatibilità o incompatibilità della logica del linguaggio classico:

  1. Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente compatibili se, e solo se, l'unione tra loro è coerente.
  2. Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente incompatibili se, e solo se, l'unione tra loro è incoerente.


Proviamo a seguire questo ragionamento con esempi pratici:

Il collega dentista espone la seguente frase:

: Seguendo le tecniche personalizzate suggerite da Xin Liang et al.[28] che si concentra sull'analisi microstrutturale quantitativa della frazione del valore osseo, del numero trabecolare, dello spessore trabecolare e della separazione trabecolare su ogni fetta della TC di un'ATM, sembra che Mary Poppins sia affetta da Disturbi Temporomandibolari (DTMs) e la conseguenza provoca dolore orofacciale.

A questo punto, però, la tesi va confermata con ulteriori accertamenti clinici e di laboratorio, ed infatti il collega produce una serie di asserzioni che dovrebbero superare il filtro di compatibilità come sopra descritto, ovvero:


Rimodellamento osseo: L'appiattimento delle tracce assiografiche evidenziato in figura 5 indica il rimodellamento articolare dell'ATM destra di Mary Poppins, tale referto può essere correlato ad una serie di ricerche e articoli che confermano come la malocclusione possa essere associata a cambiamenti morfologici delle articolazioni temporo-mandibolari, specie se associate all'età in quanto la presenza di una malocclusione cronica può peggiorare il quadro del rimodellamento osseo.[29] Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'asserzione.


Sensibilità e specificità della misura assiografica: È stato condotto uno studio per verificare la sensibilità e la specificità dei dati raccolti da un gruppo di pazienti affetti da patologie dell'articolazione temporo-mandibolare con un sistema assiografico ARCUSdigma;[30] ha confermato una sensibilità dell'84,21% e una sensibilità del 92,86% rispettivamente per l'ATM destra e sinistra e una specificità del 93,75% e del 95,65%.[31] Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'affermazione nel contesto dentale proprio per la coerenza degli studi correlati.[32]

Alterazione percorsi condilari: Urbano Santana-Mora e coll.[33] hanno valutato 24 pazienti adulti affetti da grave dolore cronico unilaterale diagnosticato come Disturbi Temporomandibolari (TMD). Sono stati valutati i seguenti fattori funzionali e dinamici:

funzione masticatoria; rimodellamento dell'ATM o della via condilare (CP); e movimento laterale della mascella o della guida laterale (LG).

I CP sono stati valutati utilizzando l'assiografia convenzionale e l'LG è stato valutato utilizzando il tracciato kinesigrafico;[34] Diciassette (71%) dei 24 (100%) pazienti mostravano costantemente un lato della masticazione abituale. La deviazione media e standard degli angoli CP era 47,90

± 9,24) gradi. La media degli angoli LG era 42,95

± 11,78 gradi.

La raccolta dei dati è emersa dalla concezione di un nuovo paradigma TMD in cui il lato colpito potrebbe essere il solito lato masticatore, il lato in cui l'angolo cinematico laterale mandibolare era più piatto. Questo parametro può anche essere compatibile con l'affermazione dentale.


Schema di interferenza EMG: M.O. Mazzetto e coll.[35] ha mostrato che l'attività elettromiografica dei muscoli temporali anteriori e del massetere era positivamente correlata con l'"indice craniomandibolare", indicizzato (CMI) con uno e suggerendo che l'uso di CMI per quantificare la gravità dei TMD ed EMG per valutare il muscolo masticatorio funzione, può essere un importante elemento diagnostico e terapeutico. Questi riferimenti scientifici determinano la compatibilità dell'asserzione.


?


Ovviamente, il collega dentista potrebbe continuare all'infinito a pronunciare le sue dichiarazioni, indefinitamente.

Ebbene, tutte queste affermazioni sembrano coerenti con la frase inizialmente descritto, per cui il collega dentista si sente giustificato nel dire che l'insieme delle frasi , ed un numero di altre asserzioni o dati clinici positivi sono logicamente compatibili in quanto l'unione tra loro è coerente.

«Seguendo la logica del linguaggio classico, il dentista ha ragione!»
(Sembrerebbe così! ma attenzione, solo nel proprio contesto dentale!)

Questa affermazione è così vera che lo potrebbe essere infinitamente esteso, allargato abbastanza da ottenere uno che gli corrispondente ad un significato infinito, purché rimanga limitato nel suo contesto; eppure, potrebbe non avere nessun valore di significatività in altri contesti come, per esempio, quello neurologico.

Considerazioni finali

In una prospettiva di osservazione di questo tipo, la Logica dei predicati non può che fortificare il ragionamento del dentista e, al tempo stesso, rafforzare il principio del terzo escluso: il principio è rafforzato dalla compatibilità delle affermazioni aggiuntive che garantiscono al dentista una completa coerenza nella diagnosi e nella conferma della frase : La povera Mary Poppins o è affetta da TMD, oppure no.

«e se, con l'avanzare della ricerca, si scoprissero nuovi fenomeni che darebbero ragione al neurologo, invece del dentista?»

In sostanza, data la compatibilità delle asserzioni affermare coerentemente che il Dolore Orofacciale è causato da un Disturbo Temporomandibolare potrebbe diventare incompatibile se un'altra serie di asserzioni si dimostrasse coerente: ciò renderebbe compatibile una diversa frase , la seguente: la povera Mary Poppins potrebbe soffrire di Dolore Orofacciale determinato da un Disturbo Neuromotorio (nOP) e non direttamente da Disordini Temporomandibolari?

Nell'attuale logica del linguaggio medico, tali affermazioni restano solo affermazioni perché le convinzioni e le opinioni non consentono un conseguente e rapido cambio di mentalità.

Inoltre, tenendo conto del rischio che questo cambiamento comporta, infatti, si potrebbe prendere in considerazione un recente articolo sull'epidemiologia dei disturbi Temporo-Mandibolari[36] in cui gli autori confermano che, nonostante le differenze metodologiche e di popolazione, il dolore nella regione temporo-mandibolare appare relativamente comune, presente in circa il 10% della popolazione; si può quindi oggettivamente essere indotti ad ipotizzare che la nostra Mary Poppins possa essere inclusa nel 10% dei pazienti citati nello studio epidemiologico, e contestualmente essere classificata come paziente affetta da Dolore Orofacciale da Disturbi Temporomandibolari (DTM).

In conclusione, è evidente che una logica classica del linguaggio, che ha un approccio estremamente dicotomico (o bianco o nero), non può rappresentare le tante sfumature che si verificano nelle situazioni cliniche reali.

Bisogna trovare una logica linguistica più conveniente e adatta...

.
«possiamo allora pensare a una logica del linguaggio probabilistico?»
(forse)


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