La logica del linguaggio classico
La logica del linguaggio classico
Il capitolo inizia esaminando la transizione dal linguaggio clinico tradizionale al linguaggio informatico cifrato nel contesto della medicina. Si sottolinea l'importanza del tempo come vettore di informazioni e si introduce l'idea di utilizzare un linguaggio macchina per comprendere meglio i sintomi medici.
Si riconosce la validità del linguaggio clinico tradizionale, radicato nella realtà clinica e già dimostrato come autorevole nella diagnosi. Tuttavia, si evidenzia l'opportunità di validare la scienza medica diagnostica attraverso l'approccio al linguaggio macchina e al sistema.
Si passa quindi ad esaminare il campo della biologia cranio-facciale, citando uno studio di Townsend e Brook che solleva questioni fondamentali nella ricerca cranio-facciale. Si discute l'importanza dell'approccio interdisciplinare e l'avanzamento tecnologico nel campo, compresa la sequenziamento del gene e l'imaging diagnostico avanzato.
Viene evidenziato il ruolo dell'epigenetica e della fenomica nel determinare le variazioni nella forma e nella funzione cranio-facciale, con riferimento a diversi studi e autori che approfondiscono questo argomento.
Successivamente, si affronta un caso clinico riguardante una paziente con dolore orofacciale e si esamina come la logica classica del linguaggio viene applicata per formulare una diagnosi e un trattamento, utilizzando predicati e inferenze logiche.
Si analizzano i dati strumentali e clinici relativi al caso, evidenziando come vengano utilizzate regole logiche per confermare o smentire le ipotesi diagnostiche.
Infine, si solleva la necessità di un linguaggio logico più flessibile e adattabile alle sfumature della pratica clinica, e si sottolinea l'importanza di rimanere aperti all'evoluzione della ricerca e delle conoscenze mediche. Si discute la possibilità che nuove scoperte possano mettere in discussione le attuali convinzioni e richiedere un adattamento del linguaggio logico utilizzato in medicina.
Introduzione
Nel capitolo precedente, dedicato alla "Logica del linguaggio medico", abbiamo cercato di spostare l'attenzione dal sintomo o dai segni clinici verso un linguaggio macchina criptato. In questo contesto, le argomentazioni di Donald E. Stanley, Daniel G. Campos e Pat Croskerry risultano particolarmente pertinenti, soprattutto quando connesse al concetto di tempo come vettore di informazione (che anticipa il sintomo) e alla considerazione del messaggio come linguaggio macchina anziché come linguaggio verbale).[1][2]
Ciò, tuttavia, non sminuisce l'importanza della storia clinica, costruita su un linguaggio verbale pseudo-formale, che si è ormai solidamente affermato nella pratica clinica e ha dimostrato la sua efficacia diagnostica. Il nostro obiettivo nel dare enfasi ad un linguaggio macchina e al sistema non è altro che offrire un'ulteriore opportunità per validare la Scienza Medico-Diagnostica. Siamo pienamente consapevoli che il nostro "Sapiens Linux" rimanga perplesso riguardo a quanto anticipato e continui a interrogarsi.
(un po' di pazienza, per favore)
Non possiamo limitarci a fornire una risposta convenzionale, poiché la scienza avanza non attraverso asserzioni prive di fondamento, ma mediante domande e riflessioni che hanno superato il vaglio della validazione scientifica. Questo ci spinge a esplorare e dare voce a pensieri, perplessità e dubbi sollevati da alcuni concetti chiave discussi in vari articoli scientifici.
Tra questi argomenti cruciali spicca la "Biologia craniofacciale".
Iniziamo con un influente studio di Townsend e Brook,[3] in cui gli autori mettono in discussione l'attuale paradigma di ricerca, sia teorico che applicato, in "Biologia craniofacciale", con l'obiettivo di trarne considerazioni e implicazioni cliniche. Uno degli aspetti affrontati è l'"Approccio interdisciplinare", tramite il quale Geoffrey Sperber e suo figlio Steven hanno riconosciuto il potenziale di un progresso esponenziale nel campo della "biologia craniofacciale", grazie a innovazioni tecnologiche quali sequenziamento genetico, la tomografia computerizzata (TC), imaging a risonanza magnetica (MRI), scansione laser, analisi d'immagine, ecografia e spettroscopia.[4]
Un altro argomento di notevole interesse nell'ambito della 'Biologia Craniofacciale' è la consapevolezza che i sistemi biologici sono considerati 'Sistemi Complessi'.[5] L''Epigenetica', inoltre, svolge un ruolo fondamentale nella biologia molecolare craniofacciale. Ricercatori di Adelaide e Sydney hanno fornito una critica approfondita nel campo dell'epigenetica, con un focus particolare sulle discipline odontoiatriche e craniofacciali.[6] La fenomica, in particolare, esplorata da questi autori (vedi Fenomica), rappresenta un'area di ricerca che si dedica alla misurazione dei cambiamenti nei denti e nelle strutture orofacciali associate, risultanti dalle interazioni tra fattori genetici, epigenetici e ambientali durante lo sviluppo.[7] In questo contesto, risulta fondamentale menzionare il lavoro di Irma Thesleff, di Helsinki, Finlandia, la quale ha evidenziato come esistano numerosi centri di segnalazione transitori nell'epitelio dentale che rivestono ruoli cruciali nel programma di sviluppo dentale.[8] In aggiunta, i lavori di Peterkova R., Hovorakova M., Peterka M., Lesot H., offrono una panoramica affascinante dei processi implicati nello sviluppo dentale.[9][10][11] Per completezza, non si possono tralasciare gli studi di Han J., Menicanin D., Gronthos S., e Bartold P.M., i quali hanno esaminato una vasta gamma di ricerche su cellule staminali, ingegneria tissutale e rigenerazione parodontale.[12]
In questa rassegna era imprescindibile includere discussioni sulle influenze genetiche, epigenetiche e ambientali che, durante la morfogenesi, conducono a variazioni nel numero, nelle dimensioni e nella forma dei denti,[13][14] nonché sull'effetto della pressione esercitata dalla lingua sulla crescita e sulle funzioni craniofacciali.[15][16] Merita, inoltre, una menzione speciale l'eccezionale lavoro di Townsend e Brook, il cui contenuto si allinea perfettamente anche con le riflessioni di un altro autore di rilievo, HC Slavkin. Slavkin[17] sostiene: "Il futuro offre innumerevoli opportunità per migliorare significativamente gli esiti clinici delle malformazioni craniofacciali, sia congenite che acquisite. I clinici giocano un ruolo fondamentale, in quanto il pensiero critico insieme all'esperienza clinica incrementa notevolmente la precisione diagnostica e, di conseguenza, gli esiti clinici per la salute.
(Ti faccio un esempio pratico)
Nell'"Introduzione", abbiamo sollevato alcune questioni relative alla malocclusione. In questo contesto, esaminiamo la logica del linguaggio medico impiegato dal dentista di fronte al caso clinico descritto nel "Capitolo introduttivo", includendo le conclusioni diagnostiche e terapeutiche.
Il paziente presenta un morso incrociato posteriore unilaterale e un morso aperto anteriore.[18] Il morso incrociato rappresenta una deviazione dalla normale occlusione [19] e, pertanto, viene trattato in concomitanza con il morso aperto .[20][21] Questo ragionamento suggerisce che il modello (sistema masticatorio) viene 'normalizzato rispetto all'occlusione'; interpretato in senso inverso, indica che una discrepanza occlusale è causa di malocclusione, ossia un disturbo del Sistema Masticatorio. Di conseguenza, è giustificabile un intervento volto a ripristinare la corretta funzione masticatoria. (Figura 1a).
Questo esempio è il linguaggio logico classico, come spiegheremo in dettaglio, ma ora sorge un dubbio:
Al momento della formulazione degli assiomi ortodontici e ortognatici, che hanno portato alla creazione di protocolli ratificati dalla Comunità Scientifica Internazionale, erano già note le informazioni discusse nell'introduzione a questo capitolo?
Non è certamente così, poiché il tempo è vettore di informazioni. Tuttavia, a dispetto di questa limitazione cognitiva, si procede adottando una logica del linguaggio classico che solleva questioni rilevanti per la sicurezza del cittadino.
(certo, ma la sequenza logica è già stata anticipata)
Se questo caso fosse analizzato attraverso una mentalità orientata verso una 'logica del linguaggio di sistema', di cui discuteremo in un capitolo dedicato, le conclusioni potrebbero rivelarsi sorprendenti.
Analizzando le risposte elettrofisiologiche ottenute dal paziente con malocclusione, rappresentate nelle figure 1b, 1c e 1d (con le spiegazioni fornite direttamente nelle didascalie per facilitare il dibattito), emerge chiaramente che questi dati ci portano a considerazioni ben diverse dalla semplice 'Malocclusione'. Pertanto, gli assiomi ortodontici e ortognatici basati su una relazione 'causa/effetto' mostrano una significativa lacuna concettuale.
(La contrapposizione con la "logica del linguaggio di sistema" mette in luce i limiti interpretativi degli approcci tradizionali alla malocclusione. Ciò suggerisce che i modelli ortodontici di causa/effetto potrebbero necessitare di una revisione critica in considerazione di nuove evidenze.elettrofisiologiche.)
Formalismo matematico
n questo capitolo, ritorneremo sul caso clinico di Mary Poppins, che da oltre dieci anni soffre di Dolore Orofacciale, con una diagnosi di "Disturbo Temporomandibolare" (TMD) confermata dal suo dentista, o, più specificamente, di Dolore Orofacciale associato al TMD. Per comprendere la complessità nell'arrivare a una definizione diagnostica precisa utilizzando la Logica del linguaggio classico, è fondamentale introdurre e analizzare il concetto alla base della filosofia del linguaggio classico.
Proposizioni
"Le proposizioni più semplici possono essere combinate tra loro per formare proposizioni nuove e più complesse attraverso l'uso di operatori logici e connettivi quantificatori. Questi strumenti della logica permettono di costruire affermazioni più ampie partendo da concetti di base, facilitando così la formulazione di teoremi e dimostrazioni in matematica e in altre discipline che richiedono precisione e rigore.
Gli operatori logici fondamentali includono:[22]
- Congiunzione, indicata dal simbolo (e): rappresenta l'operazione logica "E". Una proposizione composta formata da due proposizioni congiunte con "e" è vera solo se entrambe le proposizioni sono vere.
- Disgiunzione, indicata dal simbolo (o): rappresenta l'operazione logica "O". Una proposizione composta è vera se almeno una delle proposizioni componenti è vera.
- Negazione, indicata dal simbolo (non): inverte il valore di verità di una proposizione. Se una proposizione è vera, la sua negazione è falsa, e viceversa.
- Implicazione, indicata dal simbolo ⇒ (se... allora): esprime una relazione condizionale tra due proposizioni. Se l'antecedente (prima proposizione) è vero, allora il conseguente (seconda proposizione) deve essere vero per che l'implicazione sia vera.
- Conseguenza logica, indicata dal simbolo (segue che): indica che una proposizione è una conseguenza logica delle precedenti all'interno di un determinato sistema logico.
- Quantificatore universale, indicato dal simbolo (per tutti): esprime che la proposizione successiva è vera per tutti gli elementi di un certo insieme.
- Dimostrazione, spesso indicata con ragionamenti che conducono alla conclusione simbolizzata con (quindi): indica il culmine di un argomento o ragionamento logico che porta a una conclusione.
- Appartenenza, indicata dal simbolo (appartiene a) o (non appartiene a): usata per indicare se un elemento appartiene o non appartiene a un insieme.
I connettivi quantificatori, come il quantificatore universale () e il quantificatore esistenziale (), permettono di estendere le affermazioni a insiemi di elementi, offrendo una modalità per esprimere proposizioni che riguardano 'tutti gli elementi' di un certo insieme o 'almeno un elemento' di tale insieme.
Combinando questi strumenti, è possibile costruire proposizioni complesse che servono come fondamento per argomentazioni logiche e ragionamenti matematici, eliminando le ambiguità tipiche del linguaggio comune e fornendo una struttura chiara per l'analisi e la dimostrazione."
Dimostrazione per assurdo
Nella logica classica, esiste un principio denominato "terzo escluso", il quale sostiene che una proposizione, che non può essere falsa, deve essere considerata vera, poiché non esiste una terza possibilità.
Supponiamo di dover dimostrare che la proposizione p sia vera. La procedura consiste nel dimostrare che assumere come falsa conduce a una contraddizione logica. Di conseguenza, la proposizione non può essere falsa e, quindi, secondo la legge del terzo escluso, deve essere vera. Questo metodo di dimostrazione è noto come dimostrazione per assurdo.[23]
Predicati
Quanto brevemente descritto sinora rappresenta la logica delle proposizioni, che afferma qualcosa riguardo oggetti matematici specifici. Esempi di proposizioni includono: "2 è maggiore di 1, dunque 1 è minore di 2" o "un quadrato non ha 5 lati, quindi non può essere un pentagono". Spesso, tuttavia, le affermazioni matematiche non si limitano a singoli oggetti, ma si riferiscono a oggetti generici all'interno di un insieme, come nell'espressione "gli elementi sono più alti di 2 metri", dove indica un gruppo generico (per esempio, tutti i giocatori di pallavolo). In questi casi, si parla di predicati.
Intuitivamente, un predicato è una frase che concerne un insieme di elementi (che, nel nostro contesto medico, sarebbero i pazienti) e formula un'affermazione su di loro.
(vediamo cosa ci dice la logica del linguaggio classico)
Oltre alle conferme derivate dalla logica del linguaggio medico discussa nel capitolo precedente, il dentista acquisisce ulteriori dati strumentali che rafforzano la sua diagnosi. Questi test includono l'analisi dei tracciati assiografici, ottenuti mediante l'uso di una forchetta paraocclusale funzionale su misura. Questo strumento permette la visualizzazione e la quantificazione dei tracciati condilari durante le funzioni masticatorie. Come dimostrato in Figura 4, l'appiattimento delle tracce condilari sul lato destro, sia nella cinetica masticatoria mediotrusiva (indicata in verde) che nei cicli di apertura e protrusione (in grigio), conferma l'appiattimento anatomico e funzionale dell'ATM destra durante la dinamica della masticazione.
In aggiunta all'assiografia, viene effettuata un'elettromiografia di superficie sui muscoli masseteri (vedi Figura 6), durante la quale viene chiesto al paziente di esercitare la massima forza muscolare. Questo tipo di analisi elettromiografica, denominata 'EMG Interferential Pattern', è caratterizzata dal contenuto ad alta frequenza dei picchi che mostrano un'interferenza di fase. Infatti, la Figura 6 evidenzia un'asimmetria nel reclutamento delle unità motorie tra il massetere destro (traccia superiore) e quello sinistro (traccia inferiore)..[24][25][26][27]
2° Approccio Clinico
(Passa il mouse sopra le immagini)
fin quiProposizioni nel contesto odontoiatrico
Nel tentativo di applicare il formalismo matematico per interpretare le conclusioni diagnostiche del dentista utilizzando il linguaggio logico classico, definiamo i seguenti predicati:
- Pazienti normali (dove "normale" si riferisce ai pazienti comunemente incontrati in ambito specialistico)
- Presenza di rimodellamento osseo con osteofito rilevato da esami stratigrafici e TC condilare
- Disturbi Temporo-Mandibolari (DTM) con conseguente dolore orofacciale (OP)
- Paziente specifico: Mary Poppins
Stabiliamo che per ogni paziente normale , se risulta positivo all'esame radiografico dell'ATM [vedi Figure 2 e 3], allora è affetto da TMD. Di conseguenza se Mary Poppins risulta positiva (e viene considerata un "paziente normale") all'esame radiografico dell'ATM , segue che anche lei è affetta da TMD . Questo può essere formalmente espresso come:
Oltre a dimostrare che un certo insieme di premesse implica una determinata conclusione, la logica dei predicati viene anche utilizzata per dimostrare la falsità di un'affermazione o la compatibilità/incompatibilità logica di un certo pezzo di conoscenza con una determinata evidenza.
Per verificare la veridicità di questa proposizione, ricorriamo alla dimostrazione per assurdo. Se la negazione della proposizione genera una contraddizione, possiamo concludere che l'ipotesi originale del dentista è corretta:
L'affermazione (2) sostiene che non è vero che i pazienti che risultano positivi alla TC dell'ATM sono affetti da DTM, implicando che Mary Poppins (un "paziente normale" con esito positivo alla TC dell'ATM) non sia affetta da DTM.
Il dentista ritiene che questa affermazione, basata sulle premesse fornite, costituisca una contraddizione, confermando quindi la validità dell'affermazione principale.
Proposizioni nel contesto neurologico
Supponiamo che il neurologo contesti la conclusione (1), sostenendo che Mary Poppins non soffra di DTM o che, almeno, il DTM non sia la causa principale del suo Dolore Orofacciale. Invece, ipotizza che Mary soffra di un Dolore Orofacciale di tipo neuromotorio (nOP), classificandola quindi non come un 'paziente normale' ma come un 'paziente aspecifico' (atipico per lo specialista odontoiatrico).
La posizione del neurologo può essere formalizzata come segue:
Questa affermazione (3) sostiene che potrebbe esistere un paziente con esito positivo alla TC dell'ATM che non soffre di DTM. Per validare questa ipotesi attraverso la dimostrazione per assurdità, consideriamo la sua negazione:
Analizzando la logica dei predicati, non troviamo ragioni sufficienti per ritenere che la negazione (4) porti a una contraddizione, indicando che il neurologo, a differenza del dentista, potrebbe non avere basi logiche sufficienti per confermare la sua conclusione senza ulteriori prove.
(non darlo per scontato)
Compatibilità e incompatibilità delle affermazioni
La complicazione emerge quando il dentista presenta una serie di affermazioni basate su referti clinici, come la stratigrafia e la tomografia computerizzata (TC) dell'articolazione temporomandibolare (ATM), che indicano un appiattimento anatomico dell'articolazione, l'assiografia dei tracciati condilari con una riduzione della convessità cinematica, e un pattern di interferenza elettromiografica (EMG) che mostra un'asimmetria sui masseteri. Queste evidenze possono essere considerate concause del danno all'articolazione temporo-mandibolare e, di conseguenza, responsabili del "Dolore orofacciale".
Documenti, referti ed evidenze cliniche possono essere utilizzati per rendere incompatibile l'affermazione del neurologo e sostenere la conclusione diagnostica del dentista. Per fare ciò, presentiamo alcune regole logiche che descrivono la compatibilità o incompatibilità secondo la logica del linguaggio classico:
- Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente compatibili se, e solo se, l'unione tra loro è coerente.
- Un insieme di frasi e un numero di altre frasi o affermazioni sono logicamente incompatibili se, e solo se, l'unione tra loro è incoerente.
Esaminiamo questo concetto con esempi pratici.
Il dentista presenta l'affermazione seguente:
: Seguendo le tecniche personalizzate suggerite da Xin Liang et al.[28] che si concentra sull'analisi microstrutturale quantitativa della frazione del valore osseo, del numero trabecolare, dello spessore trabecolare e della separazione trabecolare su ogni fetta della TC di un'ATM, sembra che Mary Poppins sia affetta da Disturbi Temporomandibolari (DTMs) e la conseguenza provoca dolore orofacciale.
Tuttavia, per confermare ulteriormente la diagnosi, il dentista presenta una serie di asserzioni aggiuntive che dovrebbero superare il filtro di compatibilità descritto sopra, stabilendo così una base coerente per la diagnosi di DTM in Mary Poppins.
Rimodellamento osseo: L'appiattimento delle tracce assiografiche evidenziato in Figura 5 indica il rimodellamento articolare dell'ATM destra di Mary Poppins. Questo referto può essere messo in relazione con una serie di ricerche e articoli che confermano come la malocclusione possa essere associata a cambiamenti morfologici delle articolazioni temporo-mandibolari, in particolare se correlate all'età. Infatti, la presenza di una malocclusione cronica può aggravare il quadro del rimodellamento osseo.[29] I riferimenti scientifici forniti supportano la compatibilità dell'asserzione.
Sensibilità e specificità della misura assiografica:
È stato realizzato uno studio volto a valutare la sensibilità e la specificità dei dati ottenuti da un campione di pazienti con disturbi dell'articolazione temporo-mandibolare, utilizzando il sistema assiografico ARCUSdigma.[30] I risultati hanno dimostrato una sensibilità dell'84,21% per l'ATM destra e del 92,86% per l'ATM sinistra, con una specificità rispettivamente del 93,75% e del 95,65%.[31] Questi dati scientificamente validati sostengono la compatibilità dell'affermazione nell'ambito odontoiatrico, data la coerenza degli studi correlati.[32]
Alterazione percorsi condilari:
Urbano Santana-Mora e collaboratori[33] hanno condotto uno studio su 24 pazienti adulti affetti da grave dolore cronico unilaterale, diagnosticati con Disturbi Temporomandibolari (TMD). La ricerca si è focalizzata sull'analisi di vari fattori funzionali e dinamici, inclusi la funzione masticatoria, il rimodellamento dell'articolazione temporomandibolare (ATM) o dei traggitti condilare (CP), e il movimento laterale della mascella o della guida laterale (LG).
I CP sono stati valutati mediante assiografia convenzionale, mentre l'LG è stato esaminato attraverso l'analisi del tracciato kinesigrafico.[34] Si è riscontrato che diciassette pazienti, corrispondenti al 71% del campione totale, preferivano masticare abitualmente su un lato. La media e deviazione standard degli angoli CP era di 47,90 (± 9,24) gradi, mentre la media degli angoli LG si attestava a 42,95 (± 11,78) gradi.
I risultati dello studio hanno contribuito alla definizione di un nuovo paradigma per i TMD, suggerendo che il lato affetto dal disturbo potrebbe coincidere con il lato abituale della masticazione, in particolare quando l'angolo cinematico laterale mandibolare risulta essere più piatto. Questo parametro supporta ulteriormente l'affermazione odontoiatrica riguardo alla correlazione tra abitudini masticatorie e sviluppo di TMD.
Schema di interferenza EMG:
M.O. Mazzetto e collaboratori[35] hanno dimostrato che esiste una correlazione positiva tra l'attività elettromiografica dei muscoli temporali anteriori e del massetere e lo 'Indice craniomandibolare" (CMI), con un valore di . Questo suggerisce che l'utilizzo del CMI per quantificare la gravità dei Disturbi Temporomandibolari (TMD) e l'elettromiografia (EMG) per valutare la funzione dei muscoli masticatori può rappresentare un elemento diagnostico e terapeutico significativo. Tali riferimenti scientifici supportano la compatibilità dell'asserzione.
Data l'evidenza presentata e le dichiarazioni fatte, il dentista può legittimamente affermare che l'insieme delle frasi , e un numero di altre asserzioni o dati clinici positivi sono logicamente compatibili. Questo perché l'unione tra essi, , risulta essere coerente.
fin qui
(Sembrerebbe così! ma attenzione, solo nel proprio contesto dentale!)
Questa affermazione è così vera che lo potrebbe essere infinitamente esteso, allargato abbastanza da ottenere uno che gli corrispondente ad un significato infinito, purché rimanga limitato nel suo contesto; eppure, potrebbe non avere nessun valore di significatività in altri contesti come, per esempio, quello neurologico.
Considerazioni finali
In una prospettiva di osservazione di questo tipo, la Logica dei predicati non può che fortificare il ragionamento del dentista e, al tempo stesso, rafforzare il principio del terzo escluso: il principio è rafforzato dalla compatibilità delle affermazioni aggiuntive che garantiscono al dentista una completa coerenza nella diagnosi e nella conferma della frase : La povera Mary Poppins o è affetta da TMD, oppure no.
In sostanza, data la compatibilità delle asserzioni affermare coerentemente che il Dolore Orofacciale è causato da un Disturbo Temporomandibolare potrebbe diventare incompatibile se un'altra serie di asserzioni si dimostrasse coerente: ciò renderebbe compatibile una diversa frase , la seguente: la povera Mary Poppins potrebbe soffrire di Dolore Orofacciale determinato da un Disturbo Neuromotorio (nOP) e non direttamente da Disordini Temporomandibolari?
Nell'attuale logica del linguaggio medico, tali affermazioni restano solo affermazioni perché le convinzioni e le opinioni non consentono un conseguente e rapido cambio di mentalità.
Inoltre, tenendo conto del rischio che questo cambiamento comporta, infatti, si potrebbe prendere in considerazione un recente articolo sull'epidemiologia dei disturbi Temporo-Mandibolari[36] in cui gli autori confermano che, nonostante le differenze metodologiche e di popolazione, il dolore nella regione temporo-mandibolare appare relativamente comune, presente in circa il 10% della popolazione; si può quindi oggettivamente essere indotti ad ipotizzare che la nostra Mary Poppins possa essere inclusa nel 10% dei pazienti citati nello studio epidemiologico, e contestualmente essere classificata come paziente affetta da Dolore Orofacciale da Disturbi Temporomandibolari (DTM).
In conclusione, è evidente che una logica classica del linguaggio, che ha un approccio estremamente dicotomico (o bianco o nero), non può rappresentare le tante sfumature che si verificano nelle situazioni cliniche reali.
Bisogna trovare una logica linguistica più conveniente e adatta...
.
(forse)
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