(Created page with "{{Versions | en = Orofacial Pain | it = Dolore Orofacciale | fr = Douleur orofaciale | de = Orofaziale Schmerzen | es = Dolor orofacial | pt = <!-- portoghese --> | ru = <!-- russo --> | pl = <!-- polacco --> | fi = <!-- finlandese/suomi --> | ca = <!-- catalano --> | ja = <!-- giapponese --> }} {{ArtBy|autore=Gianni Frisardi}} === Introduction === {{Bookind2}}")
 
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Come ormai consueto nella presentazione di nuove sezioni di capitoli specifici è bene introdurre riferimenti recenti e documentati sull'argomento che in questo caso è il 'Dolore Orofacciale' ed i Disordini Temporomandibolari. In questo senso possiamo riportare parzialmente una sintetica introduzione di Martina Ferrillo et al.<ref>Martina Ferrillo, Amerigo Giudice, Nicola Marotta, Francesco Fortunato,Daniela Di Venere,Antonio Ammendolia, Pietro Fiore, and  Alessandro de Sire. Pain Management and Rehabilitation for Central Sensitization in Temporomandibular Disorders: A Comprehensive Review. Int J Mol Sci. 2022 Oct; 23(20): 12164. Published online 2022 Oct 12. doi: 10.3390/ijms232012164. PMCID: PMC9602546. PMID: 36293017</ref> su cui faremo delle prime riflessioni concettuali riportate dal nostro pensieroso Linus prima di procedere alla presentazioni dei casi clinici.[[File:Question 2.jpg|center|50x50px|link=https://wiki.masticationpedia.org/index.php/File:Question_2.jpg]]L'autore evidenzia che la comorbilità dolorose orofacciali e del collo sono spesso associate al TMD.<ref>Plesh O., Adams S.H., Gansky S.A. Temporomandibular joint and muscle disorder-type pain and comorbid pains in a national US sample. J. Orofac. Pain. 2011;25:190–198.</ref> Queste condizioni coesistenti (in particolare mal di testa, emicrania e dolore al collo) non solo sono altamente associate a TMD correlati al dolore cronico, ma aumentano anche il rischio del loro sviluppo.<ref>Bender S.D. Orofacial pain and headache: A review and look at the commonalities. Curr Pain Headache Rep. 2014;18:400. doi: 10.1007/s11916-013-0400-5.</ref><ref name=":0">Botros J., Gornitsky M., Samim F., der Khatchadourian Z., Velly A.M. Back and neck pain: A comparison between acute and chronic pain-related Temporomandibular Disorders. Can. J. Pain. 2022;6:112–120. doi: 10.1080/24740527.2022.2067032. </ref><ref>Ohrbach R., Fillingim R.B., Mulkey F., Gonzalez Y., Gordon S., Gremillion H., Lim P.-F., Ribeiro-Dasilva M., Greenspan J.D., Knott C. Clinical findings and pain symptoms as potential risk factors for chronic tmd: Descriptive data and empirically identified domains from the opera case-control study. J. Pain. 2011;12:T27–T45. doi: 10.1016/j.jpain.2011.09.001</ref> La classificazione internazionale delle cefalee (ICHD)<ref>Headache Classification Committee of the International Headache Society (IHS) The International Classification of Headache Disorders; 3rd edition (beta version) Cephalalgia. 2013;33:629–808. doi: 10.1177/0333102413485658.</ref> e la DC/TMD<ref name=":4">Schiffman E., Ohrbach R., Truelove E., Look J., Anderson G., Goulet J.P., List T., Svensson P., Gonzalez Y., Lobbezoo F., et al. Diagnostic Criteria for Temporomandibular Disorders (DC/TMD) for Clinical and Research Applications: Recommendations of the International RDC/TMD Consortium Network* and Orofacial Pain Special Interest Group† J. Oral Facial Pain Headache. 2014;28:6–27. doi: 10.11607/jop.1151</ref>considerano rispettivamente le principali caratteristiche del dolore nella cefalea e nella TMD. Esistono diverse ipotesi che tentano di spiegare l'associazione tra TMD e mal di testa, tra cui la convergenza neuronale, la sensibilizzazione centrale e l'inibizione dei meccanismi di downregulation del dolore discendente.<ref name=":1">Matre D., Knardahl S. ‘Central sensitization’ in chronic neck/shoulder pain. Scand. J. Pain. 2012;3:230–235. doi: 10.1016/j.sjpain.2012.04.003. </ref><ref name=":2">Su M., Yu S. Chronic migraine: A process of dysmodulation and sensitization. Mol. Pain. 2018;14:1744806918767697. doi: 10.1177/1744806918767697.</ref> La stretta relazione tra TMD, mal di testa e dolore al collo è stata recentemente valutata, non solo in termini di condivisione di meccanismi patogenetici e caratteristiche cliniche comuni, ma anche considerando che una condizione potrebbe influenzare o promuovere lo sviluppo di un'altra.<ref>Chaves T.C., Dach F., Florencio L.L., Carvalho G.F., Gonçalves M.C., Bigal M.E., Speciali J.G., Bevilaqua-Grossi D. Concomitant Migraine and Temporomandibular Disorders are Associated With Higher Heat Pain Hyperalgesia and Cephalic Cutaneous Allodynia. Clin. J. Pain. 2016;32:882–888. doi: 10.1097/AJP.0000000000000369.</ref><ref name=":0" /><ref>Gonçalves D.A., Camparis C.M., Speciali J.G., Franco A.L., Castanharo S.M., Bigal M.E. Temporomandibular disorders are differentially associated with headache diagnoses: A controlled study. Clin. J. Pain. 2011;27:611–615. doi: 10.1097/AJP.0b013e31820e12f5.</ref> Queste condizioni possono causare dolore facciale e sono frequentemente associate allo sviluppo di allodinia craniofacciale durante l'esacerbazione dolorosa.<ref name=":3">Greenspan J.D., Slade G.D., Bair E., Dubner R., Fillingim R.B., Ohrbach R., Knott C., Diatchenko L., Liu Q., Maixner W. Pain sensitivity and autonomic factors associated with development of TMD: The OPPERA prospective cohort study. J. Pain. 2013;14:T63–T74.e746. doi: 10.1016/j.jpain.2013.06.007.</ref> In effetti, il dolore in entrambe le condizioni è stato attribuito a comuni disfunzioni dei meccanismi centrali di regolazione del dolore.<ref>Furquim B.D., Flamengui L.M., Conti P.C. TMD and chronic pain: A current view. Dental Press J. Orthod. 2015;20:127–133. doi: 10.1590/2176-9451.20.1.127-133.sar.</ref><ref>Bevilaqua-Grossi D., Lipton R.B., Napchan U., Grosberg B., Ashina S., Bigal M.E. Temporomandibular disorders and cutaneous allodynia are associated in individuals with migraine. Cephalalgia. 2010;30:425–432. doi: 10.1111/j.1468-2982.2009.01928.x.</ref> D'altra parte, la concomitanza di TMD ed emicrania ha mostrato livelli peggiori di iperalgesia e allodinia cutanea, probabilmente a causa della sensibilizzazione del sistema nervoso centrale e periferico e della compromissione delle vie modulatorie discendenti del dolore.<ref>Conti P.C., Costa Y.M., Gonçalves D.A., Svensson P. Headaches and myofascial temporomandibular disorders: Overlapping entities, separate managements? J. Oral Rehabil. 2016;43:702–715. doi: 10.1111/joor.12410.</ref><ref>Furquim B.D., Flamengui L.M., Conti P.C. TMD and chronic pain: A current view. Dental Press J. Orthod. 2015;20:127–133. doi: 10.1590/2176-9451.20.1.127-133.sar.</ref><blockquote>[[File:Question 2.jpg|50x50px|link=https://wiki.masticationpedia.org/index.php/File:Question_2.jpg|left]]'''L'incertezza della misura <math>K_{brain}</math>'''
Tutto vero e tra l'altro molto coinvolgenti gli argomenti da un punto di vista intellettuale ma bisognerebbe tener in conto delle serie di asserzioni poste come la convergenza neuronale, l'inibizione dei meccanismi di downregulation del dolore discendente,<ref name=":1" /><ref name=":2" /> la allodinia,<ref name=":3" /> ed il concetto di misura che inevitabilmente incorpora una incertezza. Abbiamo riportato uno studio ([[Esplorare l'elettroencefalografia con un modello ispirato alla meccanica quantistica]])  molto interessante che ha dimostrato l'esistenza di un errore nella misura dello EEG definendo un analogo principio di indeterminazione di Heisenberg denominato <math>K_{brain}</math> modello quasi-quantistico che ha portato a un valore minimo costante di incertezza nella misura EEG  su <math>\Delta x(t)\Delta p_x(t)</math> e<math>\Delta y(t)\Delta p_y(t)</math> di <math>0,78\pm0,41\tfrac{cm^2}{4ms}</math>. Si noti che l'unità di <math>\tfrac{cm^2}{4ms}</math> è il risultato del campionamento dell'EEG a 250 Hz e della massa considerata come unità.
Ciò ci dovrebbe far riflettere nel interpretare i risultati delle ricerche di laboratorio perchè, come vedremo nella presentazioni dei successivi casi clinici, l'errore diagnostico è dietro l'angolo. Bastano <math>0,78\pm0,41\tfrac{cm^2}{4ms}</math> di errore nella misura specifica del distretto neuronale in esame per fare una diagnosi di Dolore Orofacciale quando invece si è in presenza di un tumore cerebrale che coninvolgeva lo stesso distretto nervoso e simula la sintomatologia del Dolore Orofacciale da Disordini Temporomandibolari.</blockquote>Ci vuole, dunque, obiettività, umiltà scientifica e un cambio di forma mentis nell'interpretazione dei fenomeni biologici, argomento che affronteremo nella sezione 'Scienza Straordinaria'
In questa fase, però, è opportuno fare un pò di ordine dei contenuti riprendendo i riferimenti già anticipati riguardo alla classificazione del Dolore Orofacciale ed DTM ma in modo più specifico per affrontare i casi clinici a seguire.
I disturbi temporomandibolari (TMD) sono un gruppo di condizioni muscoloscheletriche e neuromuscolari che colpiscono i muscoli masticatori, l'articolazione temporomandibolare (TMJ) e le altre strutture associate.<ref name=":4" /> Secondo i criteri diagnostici per il TMD (DC/TMD), come già riportato, nello  'Asse I', il TMD potrebbe essere suddiviso in disturbi intra-articolari, tra cui spostamento del disco, artralgia, artrite e artrosi e disturbi muscolari.<ref name=":4" /> Questi ultimi sono definiti anche “TMD miogeni”, che possono essere ulteriormente classificati in: mialgia locale, se il dolore è localizzato durante la palpazione; dolore miofasciale, se il dolore si diffonde all'interno del territorio muscolare palpato; e dolore miofasciale con rinvio, se il dolore si diffonde oltre il confine dei muscoli masticatori.<ref name=":4" /> <blockquote>[[File:Question 2.jpg|50x50px|link=https://wiki.masticationpedia.org/index.php/File:Question_2.jpg|left]][[File:Hephaptic edited.jpeg|thumb|200x200px|'''Figure 1:''' Trasmissione efaptica|link=https://wiki.masticationpedia.org/index.php/File:Hephaptic_edited.jpeg]]'''Logica di linguaggio macchina'''
Riguardo ai “TMD miogeni” non è così semplice come appare alla descrizione dello RDC perchè come abbiamo evidenziato per la nostra povera paziente '[[Codice criptato: Trasmissione efaptica|Mary Poppins]]' il dolore muscolare ed la destrutturazione ossea dell'ATM aveva occultato, in una logica di linguaggio classica, un danno organico molto più grave che al di là delle classificazioni si è potuto risolvere, dopo 10 anni di pellegrinaggio tra specialisti vari. Soltanto acquisendo una logica di linguaggio macchina si è potuto interpretare il codice criptato della 'Trasmissione Efaptica'.(Figura 1) Detto questo ben vengano le classificazione ma non l'utilizzo di una logica di linguaggio verbale che rimane, comunque, un fenomeno vago ed ambiguo. Le logiche di linguaggio formali come quella matematica è certa nel senso che l'equazione <math>x^2=-1</math> non ha soluzioni nell'insieme dei numeri reali, perché in questo insieme non esistono numeri il cui quadrato sia negativo. Si definisce allora il valore <math>i</math>, chiamato unità immaginaria, che gode della seguente proprietà: <math>i^2=-1.</math> Non esiste in matematica l'equazione <math>x^2=\pm1</math> come invece succede nella diagnostica medica. Senza entrare in argomenti troppo specialistici che, comunque, affronteremo nella sezione 'Scienza Straordinaria' in una logica di linguaggio verbale l'incertezza è molto superiore a quella che si verifica in una logica di linguaggio macchina perchè la Poppins poteva essere affetta ( da come sono andate le cose) da mioalgia, DTM, vasculite, Morfea oppure da spasmo emimasticatorio mentre la 'Trasmissione efaptica' e rimane per sempre un danno organico e l'imterpretazione clinica non può essere dicotomica come <math>1^2</math> non può essere <math>\pm1</math>.
</blockquote> 
Una recente revisione sistematica e meta-analisi, con un campione combinato di 2518 soggetti, ha suggerito che la prevalenza di TMD potrebbe variare dal 25,2% al 34,9%,<ref>Bueno C.H., Pereira D.D., Pattussi M.P., Grossi P.K., Grossi M.L. Gender differences in temporomandibular disorders in adult populational studies: A systematic review and meta-analysis. J. Oral Rehabil. 2018;45:720–729. doi: 10.1111/joor.12661</ref> con una predominanza della diagnosi di dolore miofasciale (10,3-15,4%) [2]. Mentre uno studio di Javed Ashraf et al.<ref name=":6">Javed Ashraf,Matti Närhi, Anna Liisa Suominenand  Tuomas Saxlin. Association of temporomandibular disorder-related pain with severe headaches—a Bayesian view. Clin Oral Investig. 2022; 26(1): 729–738. Published online 2021 Jul 5. doi: 10.1007/s00784-021-04051-y. PMCID: PMC8791898. PMID: 34224000
</ref> utilizzando la metodologia bayesiana, mirava a esaminare l'associazione del dolore correlato a TMD con forti mal di testa (emicrania e TTH) per un periodo di follow-up di 11 anni rispetto all'approccio frequentista. Le  statistiche frequentiste soffrono di alcune limitazioni, soprattutto la dipendenza da grandi dimensioni del campione per determinare con precisione le dimensioni dell'effetto.<ref name=":5">Buchinsky FJ, Chadha NK. To P or not to P: backing Bayesian statistics. Otolaryngol Head Neck Surg. 2017;157(6):915–918. doi: 10.1177/0194599817739260</ref> Inoltre, contrariamente alla metodologia frequentista, le statistiche bayesiane non forniscono un valore di risultato (fisso) ma piuttosto un intervallo contenente il coefficiente di regressione.<ref>Depaoli S, van de Schoot R. Bayesian analyses: where to start and what to report. Eur Heal Psychol. 2014;16:75–84.</ref> Questi intervalli, detti intervalli credibili (CI), attribuiscono una probabilità alla migliore stima tra tutti i possibili valori delle stime dei parametri.<ref name=":5" /> <blockquote>[[File:Question 2.jpg|50x50px|link=https://wiki.masticationpedia.org/index.php/File:Question_2.jpg|left]]'''Probabilità quantistica'''
Siamo d'accordo con le considerazione emerse nello studio di Buchinsky et al.<ref name=":6" /> perchè forse o per fortuna non saremo mai in grado di realizzare una logica di linguaggio formale come la matematica visto l'aleatorietà intrinseca dei modelli biologici. Anche i modelli di Bayes, però, incorporano un limite concettuale che se superato migliorerebbe il dato probabilistici e contestualmente il valore predittivo <math>P(M|Pos)
</math> in uscita. In breve la formula di Bayes appare sotto questa forma:
<math>P(M|Pos)=\frac{P(Pos|M)\cdot P(M)}{P(Pos|M)\cdot P(M)+P(Pos|S)\cdot P(S)}
</math>
Si può quindi notare che per calcolare il valore predittivo del test occorre conoscere anche la probabilità  '''con cui la malattia colpisce la popolazione complessiva <math>P(M)</math>'''. Pertanto un buon test è un test con sensibilità e specificità molto vicine a <math>1</math> a sappiamo tutti che questo è impossibile ed anche sbagliato per certi versi, però, risulterebbe un test paradigmatico. Lo scarso valore aggiunto, in termini di informazione, che i marcatori tumorali, per esempio, forniscono alla diagnosi, rappresenta il razionale per cui se ne sconsiglia l’uso come test di screening in una popolazione non selezionata. Lo stesso potrebbe succedere per i valori predittivi riguardo la TMD culminando in una massiva classificazione di malati ed una inevitabile ricerca della verità da parte del progetto RDC.
Senza entrare in argomenti specialistici cerchiamo di descrivere brevemente il razionale di questa affermazione facendo notare, principalmente le differenze tra una modello probabilistico classico e quantistico.( per maggiori informazioni ma molto specialistiche vedi '[[Modellazione quantistica in biologia con sistemi e strumenti quantistici aperti]]')
Pertanto, nella probabilità claccisa (CP) la distribuzione di probabilità <math>B</math> può essere calcolata dalla probabilità <math>A</math> e dalle probabilità condizionate <math>P(B=\beta|A=\alpha)</math>. Nella probabilità quantistica (QP), laFormula delle Probabilità Totali    (FTP) classico è perturbato dal termine di interferenza (Khrennikov, 2010);<ref>Khrennikov A. Ubiquitous Quantum Structure: From Psychology To Finances Springer, Berlin-Heidelberg-New York(2010)</ref> per le osservabili quantistiche dicotomiche <math>A</math> e <math>B</math> di tipo von Neumann, cioè date dagli operatori hermitiani <math>\hat{A}</math> e <math>\hat{B}</math>, la versione quantistica di FTP ha la forma:
{{:F:Krennikov1a}}<math>+2\sum_{\alpha_1<\alpha_2}\cos\theta_{\alpha_1\alpha_2}\sqrt{P(A=\alpha_1)P(B=\beta|A=\alpha_1)} P(A=\alpha_2)
P(B=\beta|a=\alpha_2)</math>
Se il termine di interferenza è positivo, allora il calcolo QP genererebbe una probabilità maggiore della sua controparte CP data dal classico FTP. In particolare, questa amplificazione di probabilità è alla base della supremazia del calcolo quantistico. Esistono numerosi dati statistici provenienti dalla psicologia cognitiva, dal processo decisionale, dalla biologia molecolare, dalla genetica e dall'epigenetica che dimostrano che i biosistemi, dalle proteine e cellule (Asano et al., 2015b)<ref>Asano M., Khrennikov A., Ohya M., Tanaka Y., Yamato I. Quantum Adaptivity in Biology: From Genetics To Cognition Springer, Heidelberg-Berlin-New York(2015)</ref> agli esseri umani (Khrennikov, 2010,<ref>Khrennikov A. Ubiquitous Quantum Structure: From Psychology To Finances Springer, Berlin-Heidelberg-New York(2010)</ref> Busemeyer e Bruza, 2012<ref>Busemeyer J., Bruza P. Quantum Models of Cognition and Decision Cambridge Univ. Press, Cambridge(2012)</ref>) usano questa amplificazione ed operano con aggiornamenti non CP. </blockquote>{{q2|Con questa prefazione alquanto coraggiosa e rischiosa abbiamo evidenziato la complessità dei processi e modelli diagnostici specialmente in presenza di patologie multifattoriali come il Dolore Orofacciale ed i DTM che andremo a presentare nei prossimi capitoli }}{{Bib}}

Revision as of 10:13, 19 April 2023

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Masticationpedia
Article by  Gianni Frisardi

 

Introduzione

Come ormai consueto nella presentazione di nuove sezioni di capitoli specifici è bene introdurre riferimenti recenti e documentati sull'argomento che in questo caso è il 'Dolore Orofacciale' ed i Disordini Temporomandibolari. In questo senso possiamo riportare parzialmente una sintetica introduzione di Martina Ferrillo et al.[1] su cui faremo delle prime riflessioni concettuali riportate dal nostro pensieroso Linus prima di procedere alla presentazioni dei casi clinici.

Question 2.jpg

L'autore evidenzia che la comorbilità dolorose orofacciali e del collo sono spesso associate al TMD.[2] Queste condizioni coesistenti (in particolare mal di testa, emicrania e dolore al collo) non solo sono altamente associate a TMD correlati al dolore cronico, ma aumentano anche il rischio del loro sviluppo.[3][4][5] La classificazione internazionale delle cefalee (ICHD)[6] e la DC/TMD[7]considerano rispettivamente le principali caratteristiche del dolore nella cefalea e nella TMD. Esistono diverse ipotesi che tentano di spiegare l'associazione tra TMD e mal di testa, tra cui la convergenza neuronale, la sensibilizzazione centrale e l'inibizione dei meccanismi di downregulation del dolore discendente.[8][9] La stretta relazione tra TMD, mal di testa e dolore al collo è stata recentemente valutata, non solo in termini di condivisione di meccanismi patogenetici e caratteristiche cliniche comuni, ma anche considerando che una condizione potrebbe influenzare o promuovere lo sviluppo di un'altra.[10][4][11] Queste condizioni possono causare dolore facciale e sono frequentemente associate allo sviluppo di allodinia craniofacciale durante l'esacerbazione dolorosa.[12] In effetti, il dolore in entrambe le condizioni è stato attribuito a comuni disfunzioni dei meccanismi centrali di regolazione del dolore.[13][14] D'altra parte, la concomitanza di TMD ed emicrania ha mostrato livelli peggiori di iperalgesia e allodinia cutanea, probabilmente a causa della sensibilizzazione del sistema nervoso centrale e periferico e della compromissione delle vie modulatorie discendenti del dolore.[15][16]

Question 2.jpg

L'incertezza della misura

Tutto vero e tra l'altro molto coinvolgenti gli argomenti da un punto di vista intellettuale ma bisognerebbe tener in conto delle serie di asserzioni poste come la convergenza neuronale, l'inibizione dei meccanismi di downregulation del dolore discendente,[8][9] la allodinia,[12] ed il concetto di misura che inevitabilmente incorpora una incertezza. Abbiamo riportato uno studio (Esplorare l'elettroencefalografia con un modello ispirato alla meccanica quantistica) molto interessante che ha dimostrato l'esistenza di un errore nella misura dello EEG definendo un analogo principio di indeterminazione di Heisenberg denominato modello quasi-quantistico che ha portato a un valore minimo costante di incertezza nella misura EEG su e di . Si noti che l'unità di è il risultato del campionamento dell'EEG a 250 Hz e della massa considerata come unità.

Ciò ci dovrebbe far riflettere nel interpretare i risultati delle ricerche di laboratorio perchè, come vedremo nella presentazioni dei successivi casi clinici, l'errore diagnostico è dietro l'angolo. Bastano di errore nella misura specifica del distretto neuronale in esame per fare una diagnosi di Dolore Orofacciale quando invece si è in presenza di un tumore cerebrale che coninvolgeva lo stesso distretto nervoso e simula la sintomatologia del Dolore Orofacciale da Disordini Temporomandibolari.

Ci vuole, dunque, obiettività, umiltà scientifica e un cambio di forma mentis nell'interpretazione dei fenomeni biologici, argomento che affronteremo nella sezione 'Scienza Straordinaria'

In questa fase, però, è opportuno fare un pò di ordine dei contenuti riprendendo i riferimenti già anticipati riguardo alla classificazione del Dolore Orofacciale ed DTM ma in modo più specifico per affrontare i casi clinici a seguire.

I disturbi temporomandibolari (TMD) sono un gruppo di condizioni muscoloscheletriche e neuromuscolari che colpiscono i muscoli masticatori, l'articolazione temporomandibolare (TMJ) e le altre strutture associate.[7] Secondo i criteri diagnostici per il TMD (DC/TMD), come già riportato, nello 'Asse I', il TMD potrebbe essere suddiviso in disturbi intra-articolari, tra cui spostamento del disco, artralgia, artrite e artrosi e disturbi muscolari.[7] Questi ultimi sono definiti anche “TMD miogeni”, che possono essere ulteriormente classificati in: mialgia locale, se il dolore è localizzato durante la palpazione; dolore miofasciale, se il dolore si diffonde all'interno del territorio muscolare palpato; e dolore miofasciale con rinvio, se il dolore si diffonde oltre il confine dei muscoli masticatori.[7]

Question 2.jpg
Figure 1: Trasmissione efaptica

Logica di linguaggio macchina

Riguardo ai “TMD miogeni” non è così semplice come appare alla descrizione dello RDC perchè come abbiamo evidenziato per la nostra povera paziente 'Mary Poppins' il dolore muscolare ed la destrutturazione ossea dell'ATM aveva occultato, in una logica di linguaggio classica, un danno organico molto più grave che al di là delle classificazioni si è potuto risolvere, dopo 10 anni di pellegrinaggio tra specialisti vari. Soltanto acquisendo una logica di linguaggio macchina si è potuto interpretare il codice criptato della 'Trasmissione Efaptica'.(Figura 1) Detto questo ben vengano le classificazione ma non l'utilizzo di una logica di linguaggio verbale che rimane, comunque, un fenomeno vago ed ambiguo. Le logiche di linguaggio formali come quella matematica è certa nel senso che l'equazione non ha soluzioni nell'insieme dei numeri reali, perché in questo insieme non esistono numeri il cui quadrato sia negativo. Si definisce allora il valore , chiamato unità immaginaria, che gode della seguente proprietà: Non esiste in matematica l'equazione come invece succede nella diagnostica medica. Senza entrare in argomenti troppo specialistici che, comunque, affronteremo nella sezione 'Scienza Straordinaria' in una logica di linguaggio verbale l'incertezza è molto superiore a quella che si verifica in una logica di linguaggio macchina perchè la Poppins poteva essere affetta ( da come sono andate le cose) da mioalgia, DTM, vasculite, Morfea oppure da spasmo emimasticatorio mentre la 'Trasmissione efaptica' e rimane per sempre un danno organico e l'imterpretazione clinica non può essere dicotomica come non può essere .

Una recente revisione sistematica e meta-analisi, con un campione combinato di 2518 soggetti, ha suggerito che la prevalenza di TMD potrebbe variare dal 25,2% al 34,9%,[17] con una predominanza della diagnosi di dolore miofasciale (10,3-15,4%) [2]. Mentre uno studio di Javed Ashraf et al.[18] utilizzando la metodologia bayesiana, mirava a esaminare l'associazione del dolore correlato a TMD con forti mal di testa (emicrania e TTH) per un periodo di follow-up di 11 anni rispetto all'approccio frequentista. Le statistiche frequentiste soffrono di alcune limitazioni, soprattutto la dipendenza da grandi dimensioni del campione per determinare con precisione le dimensioni dell'effetto.[19] Inoltre, contrariamente alla metodologia frequentista, le statistiche bayesiane non forniscono un valore di risultato (fisso) ma piuttosto un intervallo contenente il coefficiente di regressione.[20] Questi intervalli, detti intervalli credibili (CI), attribuiscono una probabilità alla migliore stima tra tutti i possibili valori delle stime dei parametri.[19]

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Probabilità quantistica

Siamo d'accordo con le considerazione emerse nello studio di Buchinsky et al.[18] perchè forse o per fortuna non saremo mai in grado di realizzare una logica di linguaggio formale come la matematica visto l'aleatorietà intrinseca dei modelli biologici. Anche i modelli di Bayes, però, incorporano un limite concettuale che se superato migliorerebbe il dato probabilistici e contestualmente il valore predittivo in uscita. In breve la formula di Bayes appare sotto questa forma:

Si può quindi notare che per calcolare il valore predittivo del test occorre conoscere anche la probabilità  con cui la malattia colpisce la popolazione complessiva . Pertanto un buon test è un test con sensibilità e specificità molto vicine a a sappiamo tutti che questo è impossibile ed anche sbagliato per certi versi, però, risulterebbe un test paradigmatico. Lo scarso valore aggiunto, in termini di informazione, che i marcatori tumorali, per esempio, forniscono alla diagnosi, rappresenta il razionale per cui se ne sconsiglia l’uso come test di screening in una popolazione non selezionata. Lo stesso potrebbe succedere per i valori predittivi riguardo la TMD culminando in una massiva classificazione di malati ed una inevitabile ricerca della verità da parte del progetto RDC.

Senza entrare in argomenti specialistici cerchiamo di descrivere brevemente il razionale di questa affermazione facendo notare, principalmente le differenze tra una modello probabilistico classico e quantistico.( per maggiori informazioni ma molto specialistiche vedi 'Modellazione quantistica in biologia con sistemi e strumenti quantistici aperti')

Pertanto, nella probabilità claccisa (CP) la distribuzione di probabilità può essere calcolata dalla probabilità e dalle probabilità condizionate . Nella probabilità quantistica (QP), laFormula delle Probabilità Totali (FTP) classico è perturbato dal termine di interferenza (Khrennikov, 2010);[21] per le osservabili quantistiche dicotomiche e di tipo von Neumann, cioè date dagli operatori hermitiani e , la versione quantistica di FTP ha la forma:

Se il termine di interferenza è positivo, allora il calcolo QP genererebbe una probabilità maggiore della sua controparte CP data dal classico FTP. In particolare, questa amplificazione di probabilità è alla base della supremazia del calcolo quantistico. Esistono numerosi dati statistici provenienti dalla psicologia cognitiva, dal processo decisionale, dalla biologia molecolare, dalla genetica e dall'epigenetica che dimostrano che i biosistemi, dalle proteine e cellule (Asano et al., 2015b)[22] agli esseri umani (Khrennikov, 2010,[23] Busemeyer e Bruza, 2012[24]) usano questa amplificazione ed operano con aggiornamenti non CP.

«Con questa prefazione alquanto coraggiosa e rischiosa abbiamo evidenziato la complessità dei processi e modelli diagnostici specialmente in presenza di patologie multifattoriali come il Dolore Orofacciale ed i DTM che andremo a presentare nei prossimi capitoli»
Bibliography & references
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