Difference between revisions of "Logica di linguaggio medico"

no edit summary
Line 24: Line 24:
{{Bookind2}}
{{Bookind2}}
==Il linguaggio medico è un linguaggio naturale esteso==
==Il linguaggio medico è un linguaggio naturale esteso==
Il linguaggio è fonte di incomprensioni ed errori e in medicina: in effetti, spesso il linguaggio che usiamo ci lascia nei guai perché semanticamente sottosviluppato e non concorda con le idee scientifiche standard. Per spiegare meglio questo concetto, apparentemente fuori tema, dobbiamo descrivere alcune caratteristiche essenziali della logica del linguaggio che ci faranno capire meglio perché un termine come dolore orofacciale può assumere un significato diverso seguendo una logica classica o formale .
Il linguaggio, essenziale nell'ambito medico, può talvolta essere fonte di incomprensioni ed errori a causa della sua natura semanticamente limitata e della mancanza di coerenza con i paradigmi scientifici consolidati. La discrepanza tra l'uso del linguaggio e il contesto scientifico si evidenzia nell'ambiguità di termini come "dolore orofacciale", il cui significato può variare significativamente se interpretato attraverso la logica classica piuttosto che quella formale.


Il passaggio dalla logica classica alla logica formale non implica l'aggiunta di un dettaglio minore in quanto richiede una descrizione accurata. Sebbene la tecnologia medica e odontoiatrica abbia sviluppato modelli e dispositivi mozzafiato in molte discipline riabilitative odontoiatriche, come elettromiografi, TC cone-beam, scansione digitale orale, ecc., il linguaggio medico ha ancora bisogno di miglioramenti.
La transizione dalla logica classica a quella formale non è meramente un dettaglio aggiuntivo, ma richiede una descrizione meticolosa e accurata. Nonostante i progressi straordinari nella tecnologia medica e odontoiatrica, con lo sviluppo di strumentazioni avanzate quali elettromiografi, tomografia computerizzata a fascio conico (TC cone-beam) e sistemi di scansione orale digitale, persiste la necessità di un perfezionamento del linguaggio medico.


Innanzitutto bisogna distinguere tra lingue naturali (inglese, tedesco, italiano, ecc.) e lingue formali, come la matematica. Quelli naturali emergono naturalmente nelle comunità sociali tanto quanto nelle comunità scientifiche. Allo stesso tempo, i linguaggi formali sono costruiti artificialmente per l'uso in discipline come la matematica, la logica e la programmazione informatica. I linguaggi formali sono caratterizzati da sintassi e semantica con regole precise, mentre un linguaggio naturale ha una sintassi abbastanza vaga detta grammatica e manca di semantica esplicita.
È fondamentale distinguere tra le lingue naturali (quali inglese, tedesco, italiano, ecc.) e le lingue formali, ad esempio la matematica. Le prime emergono spontaneamente all'interno delle comunità, sia sociali che scientifiche, mentre le seconde sono artificialmente create per applicazioni specifiche in campi quali matematica, logica e programmazione informatica. I linguaggi formali si caratterizzano per la loro sintassi e semantica ben definite, a differenza delle lingue naturali che, pur disponendo di una grammatica, spesso si mostrano carenti in termini di semantica esplicita.


Per mantenere questo studio attivo e coinvolgente, ed evitare che degeneri in un noioso trattato di filosofia della scienza, consideriamo un caso clinico molto esplicativo. Ci occuperemo di esso utilizzando diverse logiche di linguaggio:
Per garantire che l'analisi rimanga dinamica e coinvolgente, evitando di trasformarsi in un'arida dissertazione filosofica, si proporrà l'esame di un caso clinico esemplificativo. Questo sarà analizzato mediante l'applicazione di diverse logiche linguistiche:
*[[La logica del linguaggio classico|Logica di Linguaggio classico,]]
*[[La logica del linguaggio classico|Logica di Linguaggio classico,]]
*[[La logica del linguaggio probabilistico|Logica di linguaggio probabilistico,]]
*[[La logica del linguaggio probabilistico|Logica di linguaggio probabilistico,]]
Line 37: Line 37:


=== Caso clinico e logica del linguaggio medico===
=== Caso clinico e logica del linguaggio medico===
La paziente Mary Poppins (ovviamente un nome fittizio) è stata seguita e curata per oltre 10 anni da più colleghi, tra cui dentisti, medici di famiglia, neurologi e dermatologi. La sua breve storia è la seguente:  
La paziente, Mary Poppins (nome fittizio), ha beneficiato di un'attenzione medica multidisciplinare per oltre un decennio, ricevendo cure da dentisti, medici di base, neurologi e dermatologi. La sua storia clinica è riassunta come segue:  
* la donna ha notato per la prima volta piccole macchie di pigmentazione anormale sul lato destro del viso all'età di 40 anni (ora ne aveva 50). Al suo ricovero in reparto dermatologico è stata eseguita una biopsia cutanea, coerente con la diagnosi di sclerodermia localizzata del viso (''morfea''); sono stati prescritti corticosteroidi.
*All'età di 44 anni iniziò ad avere contrazioni involontarie del massetere destro e dei muscoli temporali; le contrazioni sono aumentate di durata e frequenza nel corso degli anni. Le contrazioni spasmodiche sono state indicate dal paziente sia come blocco diurno che notturno. Alla sua prima valutazione neurologica, la discromia era meno evidente. Tuttavia, il suo viso era asimmetrico a causa di una leggera rientranza della guancia destra e di una marcata ipertrofia del massetere e dei muscoli temporali destro.  Le diagnosi erano varie, a causa della limitazione del linguaggio medico come vedremo di seguito.


Lo scenario clinico si può ridurre al seguente: la paziente esprime con il suo linguaggio naturale lo stato psicofisico che la affligge da tempo; il dentista, dopo aver eseguito una serie di esami come l'anamnesi, una stratigrafia e una TC dell'ATM (Figure 1, 2 e 3), conclude con una diagnosi di 'Disturbi Temporomandibolari', che chiamiamo 'DTM'<ref>{{cita libro  
* All'età di 40 anni, la signora Poppins notò per la prima volta l'apparizione di piccole macchie di pigmentazione anormale sul lato destro del viso. Dopo dieci anni, si verificò una serie di sviluppi significativi nella sua condizione. Durante il ricovero in dermatologia, fu sottoposta a una biopsia cutanea, che rivelò una diagnosi di sclerodermia localizzata facciale, comunemente denominata morfea. A seguito della diagnosi, le furono prescritti corticosteroidi.
* A 44 anni, iniziò a sperimentare contrazioni involontarie del massetere destro e dei muscoli temporali, che nel tempo aumentarono in frequenza e durata. Descriveva questi episodi come blocchi sia diurni che notturni. Alla sua prima valutazione neurologica, benché la discromia fosse meno marcata, il suo viso mostrava un'asimmetria significativa, con una rientranza della guancia destra e un'evidente ipertrofia del massetere e dei muscoli temporali destri. Ricevette diagnosi varie, riflettendo le sfide poste dalle limitazioni del linguaggio medico.
 
Il contesto clinico si condensa nel seguente modo: la paziente, usando il suo linguaggio naturale, comunica il disagio psicofisico che la tormenta da tempo. Dopo aver effettuato una serie di indagini, quali anamnesi, stratigrafia e tomografia computerizzata dell'articolazione temporomandibolare (Figure 1, 2 e 3), il dentista formula una diagnosi di "Disturbi Temporomandibolari" (DTM).<ref>{{cita libro  
  | autore = Tanaka E
  | autore = Tanaka E
  | autore2 = Detamore MS
  | autore2 = Detamore MS
Line 80: Line 81:
  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
  | oaf = <!-- qualsiasi valore -->
  | PMID = 30122441
  | PMID = 30122441
  }}</ref>; il neurologo rimane invece su una diagnosi di patologia neuromotoria organica di tipo 'Dolore Orofacciale Neuropatico' (nOP), escludendo la componente TMD, oppure non ne considera la causa principale. Per non simpatizzare né con il dentista né con il neurologo in questo contesto, considereremo il paziente affetto da "TMDs/nOP"; quindi nessuno combatte.{{q4|Ma chi avrà ragione?}}
  }}</ref> D'altro canto, il neurologo propende per una diagnosi di patologia neuromotoria organica, denominata "Dolore Orofacciale Neuropatico" (nOP), escludendo o minimizzando la componente DTM come causa primaria. Al fine di adottare un approccio non imparziale, considereremo la condizione della paziente come "TMDs/nOP", cercando così di non favorire nessuna delle due interpretazioni.
 
{{q4|Ma chi avrà ragione?}}
 
Ci troviamo, indubbiamente, dinanzi a una serie di questioni che richiedono un'approfondita riflessione, data la loro rilevanza nel contesto della diagnostica clinica.
 
A differenza dei linguaggi formali come quelli utilizzati in matematica, logica e programmazione informatica – caratterizzati da sistemi artificiali di segni governati da regole sintattiche e semantiche rigorose – la maggior parte dei linguaggi scientifici si evolve come un'estensione del linguaggio naturale, arricchendosi di un insieme di termini tecnici. Il linguaggio medico rientra in questa categoria intermedia: nasce dall'ampliamento del linguaggio quotidiano mediante l'incorporazione di terminologie specifiche quali "dolore neuropatico", "Disturbi temporo-mandibolari", "demielinizzazione", "allodinia", ecc. Questa evoluzione non comporta l'adozione di una sintassi o di una semantica distinte da quelle proprie del linguaggio naturale da cui deriva. Prendiamo ad esempio il termine "malattia", nel contesto della paziente Mary Poppins: una parola chiave nella medicina, essenziale per la nosologia, la ricerca e la pratica clinica. Sebbene rappresenti un concetto fondamentale nel campo, la sua definizione rimane notevolmente vaga e non completamente delineata. Questa ambiguità sottolinea la complessità intrinseca del linguaggio medico, il quale, pur essendo arricchito da terminologia tecnica, mantiene le caratteristiche flessibili e talvolta indeterminate del linguaggio naturale da cui proviene.
 
Il significato esatto del termine "malattia" sfugge a una comprensione unanime, suscitando l'interesse principalmente di alcuni filosofi della medicina, mentre la maggior parte dei professionisti del settore non sembra preoccuparsi della sua definizione precisa. La domanda fondamentale è se il concetto di "malattia" debba essere associato al soggetto o paziente in termini individuali, o se debba essere riferito al Sistema, vale a dire all'organismo vivente nella sua interezza. Questo solleva un interrogativo ulteriore: è possibile che un paziente, che non è considerato malato al tempo <math>t_n</math>, possa in realtà coesistere con un sistema che era già in uno stato di danno strutturale in un momento precedente, indicato come <math>t_{n-1}</math>?


Siamo ovviamente di fronte ad una serie di temi che meritano un'adeguata discussione perché riguardano la diagnostica clinica.
Questa riflessione porta a profonde discussioni sulla natura dinamica di salute e malattia, proponendo che la malattia debba essere vista non semplicemente come uno stato istantaneo o una condizione statica, ma come un processo evolutivo, influenzato da fattori temporali e dall'interazione tra diversi sistemi biologici e patologici all'interno dell'organismo. Tale prospettiva richiede un'interpretazione più sofisticata e probabilmente quantitativa della salute, che tenga conto delle variazioni temporali e delle dinamiche tra vari sistemi biologici e patologici.
----


A differenza dei linguaggi formali della matematica, della logica e della programmazione informatica (che sono sistemi artificiali di segni con precise regole di sintassi e semantica), la maggior parte dei linguaggi scientifici si sviluppa come una semplice espansione del linguaggio naturale con un mix di alcuni termini tecnici. Il linguaggio medico appartiene a questa categoria intermedia. Emerge dal linguaggio naturale e quotidiano aggiungendo termini come 'dolore neuropatico', 'Disturbi temporo-mandibolari', 'demielinizzazione', 'allodinia', ecc. Per questo non ha una sintassi specifica e semantica oltre a quella che prende dal linguaggio naturale . Consideriamo ad esempio il termine 'malattia' riferito alla paziente Mary Poppins: termine che indica il concetto fondamentale di medicina, malattia alla base della nosologia e della ricerca e pratica clinica. Dovrebbe essere un termine tecnico ben definito, ma è ancora un termine indefinito.


Nessuno sa cosa significhi esattamente e, a parte alcuni filosofi della medicina, nessuno è interessato al suo significato esatto. Ad esempio, la 'malattia' riguarda il soggetto/paziente o il Sistema (come organismo vivente)? E di conseguenza: un paziente che non è malato nel tempo <math>t_n</math> può convivere con un sistema già in stato di danno strutturale nel tempo <math>t_{i,-1}</math>?


''Il termine linguaggio senza semantica come se fosse irrilevante o gratuito e i suoi derivati condividono con esso la stessa oscurità semantica.''<ref>{{cita libro
''Il termine linguaggio senza semantica come se fosse irrilevante o gratuito e i suoi derivati condividono con esso la stessa oscurità semantica.''<ref>{{cita libro
Editor, Editors, USER, admin, Bureaucrats, Check users, dev, editor, founder, Interface administrators, oversight, Suppressors, Administrators, translator
10,785

edits