Difference between revisions of "Research Diagnostic Criteria (RDC)"

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Si può affermare e confermare, perciò, che il RDC non solo è limitativo ma a volte può risultare pericoloso per l’odontoiatra perché può far ricadere su se stesso la responsabilità di imperizia. Con quest’affermazione non si vuol annullare tutti gli sforzi fatti dallo 'RDC'  nell’intento di dare dei limiti diagnostici e terapeutici e di conseguenza ridurre notevolmente la speculazione sulla malattia ma si rende necessario appaiare a questo modello diagnostico, principalmente odontoiatrico, una visione più globale di semeiotica medica compreso l’impiego di indagini strumentali.
Si può affermare e confermare, perciò, che il RDC non solo è limitativo ma a volte può risultare pericoloso per l’odontoiatra perché può far ricadere su se stesso la responsabilità di imperizia. Con quest’affermazione non si vuol annullare tutti gli sforzi fatti dallo 'RDC'  nell’intento di dare dei limiti diagnostici e terapeutici e di conseguenza ridurre notevolmente la speculazione sulla malattia ma si rende necessario appaiare a questo modello diagnostico, principalmente odontoiatrico, una visione più globale di semeiotica medica compreso l’impiego di indagini strumentali.


Nei prossimi capitoli, perciò, si discuteranno singolarmente gli elementi base dello 'RDC' per poter valutare meglio i limiti ed i vantaggi di questo modello diagnostico ma prima di iniziare presentiamo due casi clinici emblematici per la prosecuzione dei capitoli sullo 'RDC' che inducono una già profonda riflessione sull'argomento.<gallery widths="350" heights="200" perrow="2" slideshow""="">
Nei prossimi capitoli, perciò, si discuteranno singolarmente gli elementi base dello 'RDC' per poter valutare meglio i limiti ed i vantaggi di questo modello diagnostico ma prima di iniziare presentiamo due casi clinici emblematici per la prosecuzione dei capitoli sullo 'RDC' che inducono una già profonda riflessione sull'argomento.
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File:Miastenia paraneoplastica.jpg|'''Figura 1:''' Paziente considerato DTM malgrado l'apertura della bocca era superiore di 40mm ma presentava difficoltà nella masticazione tale da indurre i colleghi odontoiatrici al riferimento di protesi totali con dimensioni verticali aumentate. Dopo 2 mesi dall'iniziale sintomatologia la situazione peggiorò con il presentarsi di una difficoltà nella deglutizione. Alcuni tests clinici neurologici risultarono positivi: Mingazzini, indice-naso, nistagmo, alterazione del riflesso della deglutizione. Questi dati anamnestici indirizzarono la diagnosi verso una patologia organica neurologica. I successivi esami di laboratorio ( ematochimici, Rx, elettrofisiologici trigeminali e stimolazioni ripetitive) hanno permesso di formulare la diagnosi di [https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?lng=EN&Expert=43393 Sindrome Miastenica di Eaton-Lambert (SMEL)].
File:Miastenia paraneoplastica.jpg|'''Figura 1:''' Paziente considerato DTM malgrado l'apertura della bocca era superiore di 40mm ma presentava difficoltà nella masticazione tale da indurre i colleghi odontoiatrici al riferimento di protesi totali con dimensioni verticali aumentate. Dopo 2 mesi dall'iniziale sintomatologia la situazione peggiorò con il presentarsi di una difficoltà nella deglutizione. Alcuni tests clinici neurologici risultarono positivi: Mingazzini, indice-naso, nistagmo, alterazione del riflesso della deglutizione. Questi dati anamnestici indirizzarono la diagnosi verso una patologia organica neurologica. I successivi esami di laboratorio ( ematochimici, Rx, elettrofisiologici trigeminali e stimolazioni ripetitive) hanno permesso di formulare la diagnosi di [https://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?lng=EN&Expert=43393 Sindrome Miastenica di Eaton-Lambert (SMEL)].
File:Post-polio.jpg|Figura 2: Alla paziente fu precedentemente formulata una diagnosi di DTM e disturbo Occluso-Posturale in riferimento al dolore orofacciale ed a fenomeni di vertigini malgrado l'apertura mandibolare fosse maggiore di 40 mm. L'anamnesi riportò solo un interessante correlazione tra il lato algico e la poliomielite contratta nell'infanzia. All'esame elettromiografico ad ago del muscolo temporale, i potenziali registrati mostrarono un quadro neuropatico con attività spontanea, unità motorie di ampiezza abnorme ( > 2 mV) riconducibile a sofferenza neuropatica e fenomeni di reinnervazione. La pregressa malattia e l’esame EMG indussero a formulare una diagnosi di 'Sindrome Post-polio'.
File:Post-polio.jpg|Figura 2: Alla paziente fu precedentemente formulata una diagnosi di DTM e disturbo Occluso-Posturale in riferimento al dolore orofacciale ed a fenomeni di vertigini malgrado l'apertura mandibolare fosse maggiore di 40 mm. L'anamnesi riportò solo un interessante correlazione tra il lato algico e la poliomielite contratta nell'infanzia. All'esame elettromiografico ad ago del muscolo temporale, i potenziali registrati mostrarono un quadro neuropatico con attività spontanea, unità motorie di ampiezza abnorme ( > 2 mV) riconducibile a sofferenza neuropatica e fenomeni di reinnervazione. La pregressa malattia e l’esame EMG indussero a formulare una diagnosi di 'Sindrome Post-polio'.
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'''Caso Clinico n° 1'''
 
Paziente di 70 anni che riferiva dolore orofacciale diffuso, difficoltà nella chiusura della bocca e nella masticazione. Il paziente fu precedentemente considerato affetto da DTM e successivamente da DOA. Gli elementi anamnestici più significativi furono: un intervento 10 anni prima per un carcinoma testicolare, una serie di estrazioni dentarie per paradontosi, esecuzione di più protesi, mancanza di forza specialmente nella masticazione.  L'esame obiettivo mostrò una compromissione del sistema masticatorio dovuto alla presenza di protesi totali (dentiera) eseguite con diverse dimensioni verticali allo scopo di aumentare la forza muscolare masticatoria. Dopo 2 mesi dall'iniziale sintomatologia la situazione peggiorò con il presentarsi di una difficoltà nella deglutizione. Alcuni tests clinici neurologici ( Fig.1) risultarono positivi: Mingazzini, indice- naso, nistagmo,   alterazione del riflesso della deglutizione. Questi dati anamnestici indirizzarono la diagnosi verso una patologia organica neurologica.
 
'''Fig.1:''' Il paziente, come si può notare dalla posizione della mandibola,  presentava un’involontaria caduta della mandibola. Questo dato fu erroneamente considerato  come spazio libero di riposo mandibolare  ( free way space).
 
 
 
I successivi esami di laboratorio ( ematochimici, Rx ), elettrofisiologici (trigeminali e stimolazioni ripetitive) hanno permesso di formulare la diagnosi di Sindrome Miastenica di Eaton-Lambert (SMEL).Il considerare il paziente affetto da DTM e/o DOA a portato ad un ritardo diagnostico. La cefalea riferita dal paziente andava inquadrata nel gruppo 13 dell’IHS.Questa sindrome è una patologia autoimmune in cui gli anticorpi attaccano le zone di rilascio del mediatore chimico negli assoni terminali <sup>(6,7)</sup> determinando un difetto a livello della giunzione neuromuscolare del rilascio voltaggio-dipendente del trasmettitore. <sup>(8)</sup> Vi sono anche anatomiche evidenze di degradazione dei siti attivi al livello delle giunzioni neuromuscolari. <sup>(9)</sup> La sintomatologia clinica della SMEL è differente dalla Miastenia Gravis (MG). Nei pazienti affetti da SMEL, infatti, oltre la debolezza possono svilupparsi secchezza della bocca, impotenza ed altri sintomi ed è spesso associata a microcitoma polmonare, che può rappresentare il primo segno del tumore, oltre che, ad altre patologie autoimmuni come lupus eritematoso,<sup>(10)</sup> polimiositi, timoma.<sup>(11)</sup> Un segno caratteristico della malattia è il così detto "''vise-like grip''";  quando il paziente afferra la mano dell'esaminatore la tensione aumenta anche se  spesso è già presente debolezza generalizzata.
 
La malattia spesso non è diagnosticata prima di un esame elettromiografico (EMG). Lo studio neurografico dimostra una risposta motoria di bassa ampiezza ma i potenziali sensoriali risultano nella norma. La stimolazione ripetitiva di un nervo motorio con registrazione del potenziale motorio sul muscolo target, dopo esercizio,  mostra caratteristiche elettrofisiologiche differenti tra disordini di tipo pregiunzionali e post-giunzionali. Questo fenomeno conosciuto ''come facilitazione post-attivazionale'' è dovuto ad un temporaneo eccesso di quanti di acetilcolina (Ach) e successivamente si genera un fenomeno di esaurimento.{{Bib}}
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